. - . . RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 604 percezione. l\Ii piace citare un fatto, perchè que8to fatto è utile a dissipare alcune nebbie. La teuda protezionista del 0bamberlain è apparsa ai più una novità, una specie di tradimento nuovo. In verità 0haruberlain era protezionista lungo tempo prima d'ora, e lungo tempo prima d' ora egli aveva esposta e difesa la sua idea. L' anno del Giubileo Vittoriano, in un comizio det capi imperialisti - nel 1897 - egli aveva parlato in favore del protezionismo, e lo aveva presentato come l' arma che do\~eva difendere P, il cemento cl1e do,,eva tenere saldo l'Impero. Mal' idea aveva fatto naufragio; e 0harn berlaiu non ne aveva parlato più. Non però l'aveva desposta, nè aveva mai. pensato a scoufessarla. Non c'è dunque nn f'enomeno 0hamber1ain, c'è un fenomeno imperialista - del qua-le il protezio11 isri10 è la Cl)nsegnenza· logica-; ed anche questo non è Sf\ non che la esagerazione di quel logico sentimento di potenza, <l' espansione, cli forza di cui l' Inghilterra ha potuto avere coscienza uei lunghi e fortunati anni del suo preòon_liuio economico e politico. Caduta, dopo la disastrosa guerra del 1870, la supremazia politica della Francia, l'Inghilterra rimase sola, per parecchi anni, a dirigere le sorti della politica Europea, e poichè ancora la Germania - malgrado i cinque miliardi pagatile dalla Francia - non era riuscita, a crearsi nè una industria assai potente da competere con quella doll' Inghilterra, nè si era a.ncora aperto un mercato assai ampio alla sua produzione; la B,egina dei mari rimase la regina dei traffici e potette permettersi il lusso di lasciare aperti t suoi mercati e il paese alla couco1Teuza forestiera. Ma il passare dei tempi cambiò le condizioni· generali dell' Europa, ed anche dell'America del Nord, e l'Inghilterra, dal 70 ad oggi, ha Yeùuto crescersi di fronte dei formidabili rivali nella Germania, ne-lli Stati Uniti ed anche, in parte, nelle sue colonie. Riv;-1,lieconomici, poichè, per quanto affamata di potere politico, la Germania non è ancora al caso, nè in condizione - per qmwto segretamente lo desideri - di t,irbare il movimento politico dell' Inghilterra. Al tempo stessd, però, il grande mercato Asiatico, di cui fiu' ora l' Ill ghilterra ebbe il quasi assoluto possesso, comi11cja ad esserle conteso dagli ostinati sforzi aella Rus~ia, che, senza abbandonare l' antica prete8a ùi procurarsi uno sbocco sull'Oceano Indiano attraverso il Tibet e l' India, riYolge ora tutte. le sue massime forze ad impadronirsi con la colonizzazione, e con la violenza, della l\fanchur:a - la via libera e più breve al Pacifico. Questo mutamento nelle condizioni generali delle 1rnzioni Europee, preludente a mutameuti molto più profondi, aiutato dalla cresciuta potenzialità rndustriale delle nazioni rivali ha obbligato l' Inghilterra a pensare seria.mente alla difesa del suo commercio, e conseguentemente aù una intesa più seria e più cordiale delle sue colonie con lei. Poichè, fin'ora, l'Inghilterra, da grande e generosa signora, aveva dato tutto alle colonie senza, pretendere nulla. Bisogna fare astrazione dell' India, e per due ragioni: 1: perchè l' lnflia è territorio di conquista e popolo soggetto ; 2. perchè !Inghilterra ricava dall'India - secondo i calcoli fatti da uno statista A11glo-Indiano Dadabhai Naoroji - malgrado le cattive raccolte e le carestie ()uasi perenni, 30 milioni di sterline ogni anno. Bisogna eliminare l'India dunque; ma dalle sue vere colonie, dall'Australia, dalla Nuova Zelanda, dal Canadà, l'Inghilterra non riceve nulla che non paghi, ed anzi in qualche caso le colonie hanno creato ed alzato le tariffe doganali cont,ro i prodotti della Madre patria. La « splendùl isolcition » .di cui un tempo, con fierezza assolutamente Britannica, parlò il 0hamberlain stesso s'è rivelata oggi dannosa all'Inghilterra-·e bisogna abbandonarla. La via che il 0hamberlaht le indica è la migliore 1 E' il protezionismo, come l'ex-ministro delle colonie afferma, il tocca-sana dal male, che quanto più il tempo passa, più cresce~ , La questione merita, d'essere esaminata dettagliatamente. I grandi apostoli dell'idea imperialista moderna, 0ecil Rhodes e 0hamberlain, sono due idealisti ed al tempo stesso due uomini terribilmente pratici. Essi nella lotta politica hanno portata l'influenza delle loro aspre energie fattive, ecl hanno saputo mescolare la realtà al loro sogno tanto da far, quasi, dimenticare il sogno per i fatti realizzati da loro. 0ecil Rhodes si rivelò - nel sno testamento - uno dei più grandi idealisti del mondo, eppure se vi fu mai uomo che per l'applicazione della sua iùea r~f'uggisse da mezzi ideali ; se vi fu mai_ uomo eminentemente positivo e pratico, fino al punto cli considerare qualità e quantità negative la virtù e l'onestà, certamente fu lui. 0hamberlain ha, al suo attivo, più d'un voltafaccia politico, più d'una contraclizione, eppure egli nou ha fallito mai alla sua idea. Può aver torto, ma non ha però da rimproverarsi di non avere segnìto - per rispetto a scrupoli sentimentali.- la via che le circostanze gli aprivano davanti per arrivare alla meta. Ora questi due uomini sono stati i veggenti, i portavoce della nazione Inglese. L'uno è morto indicando al popolo Britan11ico la meta lontana, ma raggiungibile della greatest England; l'altro vive battagliando perchè la meta lontana sia av vicinata, perchè il sogno diventi realtà. E' fnor1 di dubbio che il libero· scambio ha voluto dire per l'Inghilterra la buona ·condizione economica dei suoi lavoratori. L:-:1c, lasse operaia Inglese guadagna in Inghilterra pitt che altrove e le è permesso di consumare di più ed a maggiore bnon mercato, che non agli operai Francesi, 'l'edeschi e Italiani, e questo grazie al bas::;o prezzo dei prodotti che vengono dall'estero. Bisogna aver sempre prese11te al pensiero questo fatto, cioè che .l'Inghilterra non hrLin sè. stessa cli che sopperire alle primarie e più immerliate necessità della vjta. L'Inghilterra <leve alle sue colonie, ed alle altre nazioni del mondo la sua vitn, materiale. Il pane, la carne, gli erba,ggi1 le frntta le vengono di fuori; ed il popolo Iuglese non è - e dato il climc1,non può essere - come il popolo Italiano che si contenta di pane e frutta, o di minestre cotte col lardo. Il popolo Inglese ha bisoguo di cibi ricchi d'azoto. di carne soprattntt.o. E la carne arriva in -Inghilterra - per sopperire a tutt~ le necessità del mercato popolare - dall'Australia. (lalla Nuova Zelanda, dagli Stati Uniti e dalla Repubblica Argentina. Le sue colonie e le sue possessioni le danno il the, il caffè, lo. zucchero - di cui gli inglesi fanno grandissimo uso -, le spezie, il miele, il cotone, e l'America il petrolio. Ebbene, grazie al libero scambio, tutte queste cose costano, iu Inghilterra, meno che in Italia, costano meno anche ora, che in seguito alla guerra del Tra11~vaal, ::t.lcuue cli esse sono state gravate di tasse. Qualche cifra non farà male per illustrare maggiormente il mio concetto: Zucchero Caffè Carne Pane Petrolio INGHILTERRA L. 0,60 kg. L. 3,60 kg. L. 0,80 kg. L. 0,25 kg. L. 0,25 litro ITALI.~ )) 1,40 D D 4- D » 11 0 )) D 0,35 >) ll 0,65 J)
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