Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 20 - 30 ottobre 1903

• Un delegato governativo assisterà alle sedute del ConsigJio d amministrazione di ciascuna Società e uno dei sindaci dovra essere nominato dal governo. Oltre le ordinarie attribuzioni rispettive il governo avra diritto di far verificare dai suoi funzionari tutt i registri e documenti dell'azienda della Società. Quando all'ingerenza governativa, tutto questo )asso di delqgati, di sindaci e di controlli governativi i n seno alle Societa si risolvono in ul). bel nulla. Giacchò una volta concesso l' esercizio a f orjait, e conferito alJe Società il diritto di erogare, senza alcuna ingerenza da parte çl.el Governo, le somme destinate ai servizii cui oggi provvedono i fondi di riserva, l'o - pera dei delegati governativi si limiterebbe sempli - cemente a metter la sabbia sul grosso delle operazioni sociali, salvo a strepitare e a far la voce grossa su questioni puramente secondarie. Invece lo Stato, costretto da questo· novissimo congegno a raddoppiare il · suo controllo, e -l'a relativa spesa, sulla minuta gestione sociale degl' incass,i - creando una vera e propria amministrazione gover - nativa· in seno a quella delle S0cieta - finira co l rovinarsi del tutto, restando ferroviariamente in maniche di camicia. In compenso le Societa vedranno rifiorire il loro credito, e si impinguerann::> a spese di Pantalone. Cointeressenza dello Stato e del personale negli util i. Propostedel governo. Quando l'utile delJe Società .superasse fra interessi e aividendo il 5 per cento, lo Stato e il personale partecip'eranno ciascuno nel 25 per cento dei dett i utili. Qualora, gli utili s'uperassero il 6 e mezzo per cento, la partecipazione dello Stato sara di 25 e d i altrettanto quella del personale. L'utile dello Stato sara impiegato in miglioramenti di servizio e l'utile del personale nel migliorare il suo trattamento organico. Osservazioni. È una proposta addirittura esilarante. Dato il nuovo congegno, quale Societa sarà cosi ingenua da far oltrepassa re al lucro dei proprii azio - nisti il 5 per cento, e mg elio ancora il 6 e mezzo per cento, onde dividersi col personale e con lo Stato l'utile esuberante? L 'in Leresse del 5 per cento netto ai minuti azionisti - dato il tasso sempre decrescente del danaro - costituisce un lauto dividendo. I grancli azionisti assorbiranno il resto con le grasse prebende e le erogazioni più o meno mascherato, facilissime in una gestione in cui sono lasciati arbitri assoluti di regolare, a proprio modo, le proprie spese. . Lo Stato non fu buono ad impedire gli accantonamenti palesi o mascherati, e le mistificazioni di ogn i genere con cui le Societa fecero si che il dividendo non superasse quasi mai il 7 e mezzo per cento - onde impedire allo Stato una maggiore partecipazione negli utili sociali~ e ciò in ragione di compartecipazione diretta negli utili complessivi dell'azienda; e s i vorrebbe ora che le meclesime Società dessero esempio di lealtà, di correttezza, di disinteresse in una gestione quasi insindacabile, perchè lasciate arbitre assolute di regolare a proprio· modo le proprie spese? Son cose tlel1'altro mondo! Se il personale deve attendere da partecipazione siffatta il miglioramento del suo trattamento organico, sta fresco. Durata delP esercizio e conclusione. . La durata dell'esercizio, divisa in tre quinquennii , in cui allo spirare di ognuno dei aue primi il contratto è rescindibile, costituisce un sistema ibrido che ha tutti i vizii dell'esercizio affidato alla speculazione privata, senza averne i pregi, per pochi che possano essere. Si comprende il recente sistema Olandese, con cui, mercè particolareggiate disposizioni, si rende possibile il passaggio, in qualsiasi tempo, dell'esercizio pri: vato a quello di Stato, mediante il preavviso di un anno. Le Societa hanno continuamente sospesa sul capo la spada di Damocle, e bisogna che i:ighino diritto. . Non si comprende invece il nostro: questo sbocconcellamento a periodi brevi8sirni - in cui, nè le Societa possono intraprendere novazioni e miglioramenti notevoli di cui sian sicure di trar profitto esse stesse, né lo Stato può,_ al bisogno, ritenersi padrone delle sue ferrovie. Ogni scadenza quinquennale segnerebbe semplicemente per noi un periodo di sfruttamenti economici , di. corruttela e di perturbazioni parlamentari. E ci affrettiamo a concludere. Comunque si consideri il problema, qualsiasi tentativo di conciliare l'inconciliabile dal ·punto di vista dell'economia nazionale, la liberta cioè delle .tariff e in mano del governo e l'esercizio in mano dei privati, non potrebbe approdare fatalmente che all o stesso risultato in cui ci condurrebbe, se attuato, questo primo disegno di nuove Convenzioni, vale a dire : all'espropriazione gratuita clelle f errooie dello Stato - che costano al paese 5 miliarcli - fatta esclusivamente per uso e consumo clei grancli speculatori che hanno in mano le Società f erruvitA,rie. DOTTOR EDOARDO PANTANO Deputato al Parlamento

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