RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LE'.rTERE E SCIENZE SOCIALI 537 desta oggi, forte come. nel 1848 ed anela a Kossoutli, come il suo .intico ca111piolle, come jJ segnacolo ove essa intendo nnivHre, la su.i assoluh:1 iu<lipen<lenza,, e fors'anchc - uella forma del reggimento politico - fa repubblica.· E, come so que~to non hnstasrn, dalla lJiet·:i Istriuna, dal la Dal mazin_. da Tricstu n.rri ,·nno ,)11' i 11p1,•ra.tore le voci più · d iscot',lall t1 di Croati, dt Sloveni, ll' Italin n i cito reclarnauo - ognt1no 1,er proprio couto - libertù, di li ngna e di inscgnarneu to. C'è nell:1 natura uun, legge - ili cni la diplomazia, troppo ignorante <li cose naturali. n011 tieue couto nffatto - ecl è ()nesta: Gli organismi affini fi]liscono sem • pre per incontrarsi, tt<11dono a forlllare un tntto omogeneo, e perturbano l'ambiente nel quale si trnva110, tindiè la loro perfetta unione 0011 si sia roalizzMa. L'Aust.ria porge l'esempio c,Ì.ratteristico d<•,Jla tirn11uia o dèlla brutalità la si chiami come si vuole - di questa l<"gge. Troppi elerncnt.i diversi, clic hanno vicini a lorn organismi simili_, compongono l' I 111pero Anstriaco. Forza è che, tosto o tardi, hi lc,g~e di natura, violenttlt~i nei trat.t.ati diplomar.ici, ripigli H suo domi• nio. Il Kocrber a Trieste, l' Henclel 11ulla Dalmazia, il 'l'i1,zn, in Ungheria possono con sforzi SO\Tnmani e cedell<lo da una pn.ri-o per tirare dall' ait.ra,· ritardare di (JmÌlche tempo l' f\\"Ye11imento f,1talc; nin, il momento nrriva in cui <'gni sforw divtnJta troppo debole dina"zi a.Ila sentenza delln. legge che vuole il rist.abilimento dell'equilibrio nei· diversi orgaujsrui, ed allora nna forma muore per dar luogo ad altre più con~entanee alla necessità delle cose. I fatti dell'Anstria, le agitazioni Ungheresi, Slavofile, Dalmate. It liane dimostrano che, per l'Anst.rin, qnesto momento è vicino Lo ripetiamo: la dissolnzione e la ricostituzione di nuovi organismi non possono es~ere scongiurate che <falla libertà e dal1' uguaglianza nel federalismo. Se questo trionfasse non al solo impero sarebhero evitati le convulsioni della morte, ma nnche all'Europa tutta, I Brllka11i - La vecchia diplomazia 'l'urca tent.ennante, paziente, obi iqna lui vinto ancora una pai·tita · nel gi(_)co rlei Ballrnni. li Snltano ecl il suo consiglio . hanno l'espinto· In, proposta di controllo Austro-Russo iu MacedoHia. In verit:'t - se non si trattasse di nn 1:>opolo che paga col sangue -le proposLe ed i· rifiuti - uoi dovremmo ritllegn1~·ci della, decisione presa ad Yldiz-Kiosk. Non è opportuno per la po.litica e gli i11teres,;;i Italiani elio Anst.ria e Rnssin, possa!lo a loro beneplacito spadroneggin,re nei Bnlkalli. 1'ioi comprcn diamo heni,simo la loro lodevole intenzione di far cavar dai ribelli urace<loni le castagne dal fuoco, pèr mri11giarsele poi loro; ma non possiamo secon<larle in qnesto loro onrs!o desiderio. I rn,st.ri interessi commerciali ci i.i orpongo110, e e-i si oppone la nostra, sicurezza politica N<,n è detto cl1e b Triplice e la Duplice abbiano a 1lurnre etern<'; e 110n è neppnre provato che la soverchia tciierezzn, <lell' Imp:m1tore di Germania per il Snltano di Turelti:L si,t <li$interessa.ta. Anzi ci sembra che Gngl ielrno giochi con lllolt.a finezia la sna partita; egli tende nl pnsse.sso <li alcuni pu11ti nei 13alkani e snl mare cli ì\1,vrnarn, e li vuolo per mezzo delle presta,• zioni,.<ltL buon amico che dà, molto e ha l'aria di contentarsi di poco Il poco 1 del resto, che comoda a lui. ,Ora dunque la Turchia ha resph1to le proposte Aust,roR~1sse; <lelle rifor'rno non è più.il caso di parlarc,. I Maornettami non le vogliono pc,r un conto; i Cristiani per un' altro; i Tnrchi le respingo110 perchò troppo ~Incedoni,, i Macedoni perchè tr'oppo Tùrcl1e. D'altra parte gli in<'aricati acl nppli('al'IL·, malgrado la buona v0Jo11t,\ di Tiflis J->asd:ì, s' occuprrno <li ani0chiro sè stessi e nient'altro: dato che il momento si presta, bene allo scopo. Il sopl'av\·onire dell'inverno rnett.crù. cerinmente 1111a ernora all' :ittivirà (lrg-1' insorti e fino n.lla prirnavern, proRsima le stragi feroci, del.le <inali a.l>binrno a.vnto notizie fin'oni, sarn,uno quasi sospese - diciamo qunsi, non (1el tutto. L'Europa ripiglicrit il beato sonno clie quo' diavoli di ~fa.,·cdo11i :·vcvnno interrott-o. L'An.c:tria e la R11ssi,t rinta,scheranno ]1} lorn proposte, Yisto elio i ril>1:Jli non for.n1 no. pi ìt · t·,wto rumore e clic il Sul laJJo 11rnceder.'1 C(lll più gn rl)l), 111anon .con rneno detorrninalea,t all.t soppressione sist.c,natic:t <lei cristiaui <l<'ll"Jn1pero Turco. Quando tornerà la primavera ricorujncerà la da,nza di sangue nei Balkani, e la diplomazia ricomincerà a insudiciare carta con proposte e controproposte (1iscusse e respinte. Questa è la politica del giorno per giorno ; la politica vile ed egoista che svergogqa l'Europa moderna; ed in qnesta politica, che è fatta di frtalismo e di pazienza, chi vince tutti è il Turco per temperamento, educazione, reltgione fatalistrL e pnziente. Onde noi possiamo dire cl1e, dai Balkani e nei Ballrnni, il Tnrco dirige e ò.o1nina la politica Europea. D'una cosa sola ci duo•liamo amaramente: ed è che la vilt,'t e l'egoismo élell'Europa costino lacrime .e sangue ad un popolo che per il proprio eroismo è degno <li t,rnvare vicini a sè, iutorno a sè, non già dei famelici sciacalli come trova nelle potenze Europee, ma dei h:011i che l'aiutino .a liberarsi dall'oppressore politico e religioso. . Soltanto, ecco qua.. Ci fn un crociato, ·nei nostri vicinissimi tempi. che andò a Gerusalemme; ma lo fece soltanto per fare una mascherata, come tutto ciò che fa la diplomazia Enropea. E la mascherata di quel çrociato, èouìe un suo precedente telegramma, ingannaro110 popoli e costarouo sangue. Oggi in Macedonia, si soffre la farne, oggi in Macedonia le vedove e le madri piangono i loro cari barl>a,ramente trucidati, le fanciulle e le sposti si dolgo110 vittime delli oltraggi dei Kurdi. E In politica Europea 1 Oh! la politica lavora: Lamsdor:ff è a1Hl.Lto ::i, Parigi a ritastare - senza farlo parere - la borsa della cara Repubblica; lo Tsar e Guglielnio s· iucontreranno per discutere dei loro interessi; tutto è pace, pace dolce e pace santa; solo in Macedonia - dove e' è un popolo che lottn, per la libertà; fra la vile indifferenza dei popoli detti civili - solo in Ma-. cedouia si muore di ferro, di fame, di fuoco, in omag-, gio alla pace. · Noi. DAUN MINISTERO ALL'ALTRO (Necessitdai fatti e nondi parole) Le dimissioni del Ministero Zanardelli non sorpre, scro nessuno. Quanti conoscevano il lavorio sotter, raneo e l'azione del fuoco c0nvergente del Centro· sonniniano e dell'Estrema le prevedevano a breve scadenza - con o senza una battaglia parlam_en~ tare che avesse potuto dare corrette indicazioni per la successione. · . A noi poco preme la discussione sulle cause realr della crisi. Fu determinata dalle -condizioni di salute dcll'on. Zanardelli, o dalla mancata visita dello Czar?• Un pò dalle une, un pò dall'altra. Le prime non erano liete; ma dell'insuccesso della politica estera: non era certamente responsabile lo Zanardelli - che non poteva impedire in alcun modo che Morgari minacciasse la dimostrazione dei fischi,. Ma; spesso, in politica si scontano gli errori e le peccata degli altri I Comunque la crisi do.veva avvenire. Troppi e troppo gravi problerni si erano affacciati nella vita pubblica italiana, ed essi richiedevano una, soluzione più o meno pronta per la quale il Ministero Zanardelli era del tutto impreparato. . Passiamoli rapidamente in rassegna, sottoponendo a critica sommaria ciò che il passato Ministero tentò o accennò di fare. . · 1. La quistione meridionale. S' impone sopra tutte le altre minacciosamente. Nun siamo oggi soltanto nni ad affermarlo ; ma lo riconoscono gli uomi.ni di tutti i colori e di tutte le regioni: i settentrionali più illuminati più e meglio degli altri. Di fronte a tale. questione il Ministero mancava di un programma organico da segufre. Ciò che fu proposto da principio venne da noi dimostrato fallace, ridicolo o diametralmente opposto allo scopo· che si proponevano i ministri. I progetti posteriori, prooentati in articulo
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