RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 535 tiranno. Allora la vita del Re, le sue debolézze; l'orgo• giio di borghese a-rricchita di sua moglie, )e dissolutezze di lei, la crudeltà di 1ui parvero giustificare il delitto e l'Europa dovette concludere che se tali erano veramente, e pareva, la loro morte non era che il re• sultato logico della loro vita; e oltre la protesta per la inviolabilità della vita umana nessuno osò affermare che gli uccisori del Re Alessandro e di sua moglie erano· furfanti matricolati. È vero che l'Imperatore di Russia e quello di Germania fecero sapere al successore di Alessandrn, Pietro I, cotuplice necessario dei regicidi, che non lo avrebbero ricevuto; è vero che gli ufficiali Italiani, Inglesi e Francesi boicottarono i mattatori; tutti però erano obbligati a dire in sè stessi, che l'approvazione del popolo li assolveva, e che essi avevano agito - ferocemente se vuolsi, ma necessariamente - pel bene del paese. Ora il fatto si riduce a più modeste e più feroci proporzioni. Il bene del paese, il disgusto della condotta del re e di sua moglie, la rabbia per le offese da loro recate all' esercito serbo non c' entrano per niente, Una ba.uda di ladroni ha sfondato una porta ed ha assassinato perchè il proprietario di casa non inttindeva lasciarsi derubare. Uno s' è impadronito dei gioielli, dicendo poi che appartenevano a sua figlia; gli altri si sono spartiti 300,000 lire. In verità, ben poco. Sembra siano stati modesti nella loro esigen7,a; ma proprio, non hanno potuto trovare di più. Pare che il· proprietario della casa e la moglie di lui non fossero molto ricchi; e pare che non avesse neppure molti quattrini il ladro di gioielli che pattuì con loro il prezzo del sangue. - Leggendo la storia ci eravamo abiliuati a trovare, di tanto in tanto, qualche imperatore e qualche re ucciso dai suoi familial'i o dai suoi sudditi e l'assassinio di Alessandro ci era sembrato - quantunque orribile - un fatto comune nella storia Ma le nuove rivelazioni gli danno un carattere tutto nuovo, tutto di verso. Non è più per una ragione più o meno morale, più o meno elevata. che i congiurati hanno ucciso; è per una ragione ignobile addirittura. Avevano dei debiti e gli hanno voluti pagare. Avevano delle ganze cui non potevano, per mancanza di mezzi, donare anelli d'oro e sottane di seta e hanno ucciso per avere di che pagare i debiti, e rubare le sottane di seta e i gioielli. La rivoluzione serba non è più un atto politico, è semplicemente l'operazione di una bene organizzata e molto audace banda di malandrini. E l'Europa - dopo gettati li strilli di prammatica - _ ha accettato il fatto compiuto ed ha giustificata la propria indifferenza, il suo vile egoismo, con alcune ben tornite frasi diplomatich~, consegnate agli archivi per la edificazione dei nipoti a venire sn l'aridità di coscienza e la bassa morale dei nonni. Dato il risultato felice della aggressione, scasE1-oe omicidio commesso dalla banda MatH.lhine compagni, noi ci sentiamo tentati di girare l'esempio all'onesto Var• salona. Si cerchi nn buon nucleo d'amici, senza paura e senza macchia (come quelli· di Serbia assoluti -anche dal prete), veda di trovare un pae,se ab hoc, ce ne sono ancora, e se non potrà tagliarsi un impero, riuscirà certamente a conquistarsi una bella fetta di regno, e la Europa ufficiale- la vecchia demoralizzata Europa - lo l'iconoscerà, lo saluterà eletto per grazia diDio e volontà del popolo - proprio come tutti ·li altri. Tutt'al più non gli permetterà di visitare li augusti cugini: ma questo importa poco, visto e considerato che c'è tanta gente che « mangia, beve, dor,-ne e veste panni» e non visita_ e non sente il bisogno di visite t.anto eccelse. Che ne pensa l'onesto Varsalona 'l Intanto in Serbia si sono fatte le elezioni. Il nuovo governo promette mari e monti; promette perfino di riorganizzare l'esercito. Il popolo ingannato dalla han.da Maschin, dai suoi rappresentanti e dai giornalisti venduti, tace aspettando ; la plebaglia di Bt'lgraòo plaude ai volgari assassini. È un fatto nuovo nella stol'ia; una grande e terribile situazione che non ha riscontri; un popolo cieco, guidato, fra la indifferenza delle nazioni, da un pugno di banditi, all'abisso. Povera Serbia! -- La politica Giapponese. - Supporre che la Russia che ha l:..vorato quarant'anni a prep•trarsi l'annessione - ora mascherata appena col titolo di occupazione temporanea - della M:andchuria, che ora l'abbandoni è assurdo; ed. è ugualmente assurdo pensare che il Giappone abbia rinunziato per sempre alla Corea e all'Isola di Formosa. La ragione della guerra sarà dunque sempre aperta fra il Giappone e la Russia finchè non riescano a trovare il componimento che dia libero sfogo agl'interessi dei due probabili contendenti. Naturalmente il Giappone non desidera molto misnrarsi da solo con la Russia. Non già che tema delle proprie forze o delle proprie truppe; ma teme che, a guerra finita, l'Europa intervenga, a togliergli di mano il prezzo della vittoria. E diciamo della vittoria, perchè tutto in questa guerra sarebbe favorevole al Giappone. più che alla Russia. La vicinanza dei luoghi contesi, la preponderanza della flotta, e la resistenza· e sobrietà dei suoi soldati. Qua~che giornalista ha accennato ad una possibile inferiorità di resistenza fisica dei Giapponesi; evidentemente questo giornalista conosce poco la geografia e la etnografi.a del Giappone. Dopo la gueua di Cina il Giappone sperava che era finalmente arrivato il tanto desiderato momento di pigliarsi la Corea e allungò la mano, ma l'Europa mise il suo veto, ed il povero Giappone dovette consolarsi e contentarsi della .... gloria di aver vinto. Ora la Corea è per il Giappone una necessità assolu,ta. È il piede sul continente Asiatico orientale, del quale il Giappone in- · tende poco a poco impadronirsi, o signoreggiare. Il Giappone è ormai una potenza con la quale bisogna contare. Ha tutti i bisogni, gli appetiti, i gusti delle nazioni le più civilizzate - non è qui il caso di esaminare se con suo vantaggio o meno - e naturalmente sente la ~edesima necessità delle nazioni Europee di espandersi e trovare ·nuovi sbocchi al suo commercio, nuove terr~ per la sua ricchezza e nuovi paesi per la sua emigrazione. La Corea è il punto ottimo per incominciare questo lavoro di conquista che il Giappone farebbe volentieri senza la guerra. Ma la Russia è l'antagonista pericoloso, il vicino incomodo che s'è piantato in un luogo molto opportuno per la conquista guerriera e la concorrenza commerciale. Il Giappone esige che la Russia abbandoni la Mandclmria 1 e che gli sia lasciata la mano libera in Corea. La Russia per le medesime ragioni di commercio e di acquisto non può acconsentire nè all'una proposta, nè all'altra. Il Giappone ba con gli Stati Uniti un trattato del quale, pubblicamente, non si conoscono bene i termini; ha con l'Inghilterra un'altro trattato che· obbliga. quest'ultima- ad intervenire, ed anche con la sua flotta e le sue forze, se il Giappone fosse attaccato da due potenze riunite. L'alleam:a con In. Francia, se da un lato è per la Russia una cassa-forte sempre aperta, è dall'altro una specie di palla di galeotto che ne frena i passi. È certo che se la Russia iniziasse la guerra, ai primi rovesci - e non mancherebbero - e data la inferiorità della sua flotta nell'Estremo Oriente di fronte alla flotta Giapponese; essa sarebbe obbligata a chiedere l'aiuto della Francia, il quale aiuto obbligherebbe l'Inghiltena ad uscire dal suo riserbo ed agire. E la cosa menerebbe lontano. · . Il Giappone sa tutto questo, sn. anche che l'Inghilterra, in questo momento, è troppo occupata dalle sue questioni .interne, e - quantunque non lo sembri - troppo occupata nello svolgimento dell' affari Balcanici, per poter affrontare a cuor leggero le probabilità d'una guerra che diventerebbe Enr.opea. Or dunque il Giappone mostra i denti, ma si guarda ben dal far l'atto di quello che mette in moto i pugni; astutamente prudente aspetta l'occasione opportuna, quando cioè l'Inghilterra liberata dalla trasformazione del suo sistema ecouomico, che ora l'occupa tutta, potrà francamente mette!·si a disposizione dei minori nemici della Russia e della Germania, le sue Cl>ncorrenti sul mer~to indus-- triale. L'orientazione nuova dell'orizzonte politico è anche un pò il reimltato della questione dell'Estremo Oriente. Un tempo il perno della politica Europea erano i Dardanelli; e si capisce, l'obiettivo Russo essendo l'India. Ora, non è che la Russia abbia completamente abb:1ndonato il pensiero di fare assolutamente suoi l'Afga.ni• stan, il Turckesian ed anche un po' del Cashmir - che è un briciolo della vera India Inglese-ma necessità più immediate l'obbligano ad una politica nuo-va e quindi tutto l'interesse politico si volge alla Cina, dove c'è
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