552 RMSTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI Il -montino a circa GOO milioni all'anno, ma d' indirizzarlo a Bodio ed a Maggiorino Ferraris che dettero tale cifra approssimativa; e lascio che venga addossato anche a me lo strafalcione ... se uno ce n'è. Ma dopo le sue controc1·itiche; che davvero intontirebbero qualunque cervello meglio organizzato del mi,), mi pare che egli venga alla conclusione che il movimento della moneta e dei metalli preziosi nulla prova, nè pro né contro il liberismo o il protezionismo. E allora perché fu ficcata nell'attacco contro il protezionismo attuale? Siccome non mi permetto i11giuriose s9pposizioni, escludo che cc l' abbia messa pour épater le bourgeois col lusso delle cifre ; ma · sarei tentato a crederlo, vedendo che ci sono stati dei bravi giovani che quella inutile chiacchierata monetaria hanno preso come una nuova e brillante dimostrazione del principio - da me non negato mai, ma limitato e spiegato diversamente- che le merci si scambiano eon le me-rei. Nè mi arrischio a domandargli se egli creda che le proporzioni d~lle importazioni e délle esportazioni, i prestiti pubblici, le rimesse degli emigran ti, le spese fatte dai forestieri in Italia, l' obbligo di pagare in oro i dazi doganali abbiano o non una influenza piccola:- o grande sul nostro stock monetario e dei metalli preziosi, sul1' aggio, sui cambi; non glielo domando per pietà verso i lettori del Giornale degli Economisti, ai quali infliggerebbe la lettura di una serqua di sofismi, coi quali modificherebbe, spiegherebbe, contraddirebbe, a modo suo, ciò che gli altri dicono, ciò che egli stesso, con linguaggio anfibologico, lascia intravvedere. Mi conceda; però, che io pigli colle molle nna sua castroneria e la presenti ai lettori della Rivista. Il De Viti nell'acre e biliosa voluttà di documentare la mil;!.ignoranza a proposito •·del prestito contratto dall'Italia nel 1881 per abolire il corso forzoso, scrive: « Ti sfido a trovarmi nelle statistiche com- « merciali questi 600 mrnoni in oro importati dal « governo italiano nel 18 1, ed anche per larghezza « di concessioni, negli anni seguenti, in cui agisce << il prestito di cui tu parli! Ton vi sono e non vi < possono e non vi debbono essere. PERCnÈ IL PRES- << TITO FU PAGA 0 TO PREVALENTE:\1:ENTE IN MERCI che l'es- « tero ci ha mandato in Italia ». Ebbene, o maestro illustre, la bile inacidita produsse in voi una deplorevole amnesia, di cui sentirete vergogna quando l'accesso di auto-intossicazione sarà passato; - e vi auguru che passi presto. Prendete gli Atti p(frlamenfctri (XV legislatura. 1. .Sessione 1882-18 3. Documento . VITI) e leggete l'Allegato N. 5 a pag. 238 e 239 della Relazione presentata alla Camera dei Deputati 1'8 aprile 18 3; leggete e vi trovo-rete la distinta delle soinme effettivamente incassate dal Tesoro pel prestito di 644 milioni del 1881. Il .vostro tempo è prezioso; perciò per • risparmiarvi le ricerche vi sottometto la seguente distinta dell'incasso: Verghe Monete non decimali 23,353,369 129,578,216 2 o Monete decimali Totale dell'oro Argento, Scudi L. 152,931,585 338,068,415 L. 491,000,000 153,000,000 L. 644,000,000 Dov'è la prevalenzu delle merci, o maestro dottissimo e venerato? Di MERCI nei 644 milioni non ci fu nemmeno una partita di acque di Vichy o di Carlsbad che avrebbe potuto servire per la cura del vostro mal di fegato! E non voglio mostrarmi crudele lumeggiando la cantonata .... Jf, * Jf, • Dissi precedentemente che il De Viti, per comodita e per dn.rsi delle :uic di ·superuomo coi propri lettori, non a vcva esitato ad infarcire la propria polemica di menzogne e d'insinuazioni calunniose ;:\,.mio riguardo. Ho promesso di provarlo e mantengo la promessa. Di menzogne e d' insinuazioni, grandi e piccole e sempre ridicole, che rasentano la aiffamazione, ce n'è tutto un grosso grappolo nella. òiatriba devitiana. Comincio dalla più miserevole ... Il prof. De Viti mi vuole presentare come un corvo che si veste delle penne del pavone.- anche se false come egli le crede. Ahi ! questa è soverchia crudeltà. Ma se mi si rimprovera tanto la,~crupolosità morbosa nell'attribuire, cui ' spetta, la proprietà di un'idea, di un pensiero, di una frase!... Certo non sono un'arca di scienza come il De Viti; ma alcune cose le so - per accidente veh l - e l'ho provato riç-.ordandole in altri articoli ed anche in qualche libro. Sicché si può considerare come una minuscola malvagità o una sciocchezzuola, a cui nessuno presterà fede. quella che divul~a affermando che io mi creda autore della teoria della intensijieazione degli scambi interni, sulla quale ho citato anche il parere di .un certo Adolfo Wagner, che il De Viti -dc Marco, nelle ore di ozio spero vorrà ammaestrare e convertire alle proprie teorie. . Scrive il nume della politica doganale ... allegra: è fatto costante che le le espo,·tazioni crescono automatic•amente,semprechè crescano le importazioni. Non oso dubitare del dogma; ma non venga a contarlo a me. Vada a contarlo ad una falange di economisti, di statistici e· di uomini di Stato dell'Inghilterra, che si allarmano - ed a torto, per le ragioni speciali a quel paese, che ho esposto altrove, ed a cui accennai anche ora - dello incremento delle importazioni sproporzionato a quello delle esportazioni; vada a r contarlo agli Svizzeri, che avendo veduto aumentare fortemente le importazioni italiane, senza vedere aumentare le esportazioni loro verso l' Italia e non tenenclo conto dello insieme del loro commercio con tutto il mondo, come richiedono i sacri canoni libero-scambisti, hanno denunziato, destando un grande allarme nelle Puglie, il trettato di commercio coll'Italia. Quegli Svizzeri là sono degli asini, perchè non si accorgono dell'aumento automatico delle loro esportazioni I Da questo automatico incremento <;}elleesportazioni conseguente ali' incremento delle importazioni, l' ineffabilè Dc Viti trac « il corollario - da lui illu- « strato e vivificato con le statistiche italiane - che )) basta ridurre gradualmente, in via autonoma, la « nostra tariffa industriale, per assicurare ai nostri « agri col tori, non solo il vantaggio diretto di compec< rare più a buon mercato i manufatti, ma anche « quello di ctsportarc e vendere all'estero a più alto « prezzo le proprie derrate, )) Dulcamara da questa ricetta viene enjoneé ! Non ricordo come, dove e quando egli abbia illustrato e vivificato colle statistiche italiane il suaccennato corollario. Poco importa pel momento. Ma gli ignoranti, ~ome me, che sono sterminata legione ~n tutti i gradi di coltura, solleveranno qualche dubb10 sulla vendita all'estero a più alto pre~zo delle proprie+ derrate agricole come conseguenza dell~ politica li - berista autonr1ma. Gl'ianoranti, che sogliono essere anche impertinenti, doma~deranno: gli agricoltori venderanno all'estero a più alto prezzo le proprie derrate anche quando l'estero chiude loro le porte di casa o le lascia entrare previo pagamento .di un forte dazio? Certamente sara così, perché lo afferma il padreterno. della politica doganale. La massima - o la panzana? - intanto non la conti a me; vada a contarla agli agrumari, c~e hann? visto r_ibas~ar_e~al~- dettCJ,menteil prezzo dei propri prod,Alt e d1mmmre 11
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