Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 20 - 30 ottobre 1903

534 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI noscenza. Maggiore e più viva riconosèenza serbiamo per quelli della Lombardia, del Piemonte e della Liguria, che ci conservano il loro appoggio, nonostante la campagna in favore del Mezzogiorno, che da alcuni viene interpretata come partigianamente regionistica, ma che invece per noi rappresenta l'adempimento di un dovere, che ci procura quotidianamente amarezze e perdite materiali; dappoichè da) 1895 al aiorno d'oggi abbiamo dovuto cancellare dall'elenco degli abbonati circa NOVE MILAdisonesti - in grandissima maggioranza meridionali, sardi e siciliani - che presero Fabbonamento, trattennero la Rivista per uno o due anni ... e in premio della difesa assidua degli interessi delle loro regioni si rifiutarono di pagarla. Tra questi nove mila ne conosciamo moltissimi assai ricchi, che espressero più volte ammirazione per la Rivista, che si occupano di politica e che si dicono democratici ed anche repubblicani .... La· grande massa dei nostri abbonati, adunque, é composta di uomini di ogni partito politico - dal socialista al clericale - che nella Rivista amano oltre le qualità tecniche, l'indirizzo rigorosamente positivo, realistico, e sopratutto lo sconfinato amore della sinceri'tà, che in ogni numero fa capolino qualche volta in forma aspra, anche villana : mà sempre con intendimenti onesti, e senza riguardi a persone e a partiti politici, provocando spesso il risentimento e ]'ostilità dei settari e dei camorristi della politica. Ora noi ci rivolgiamo per lo appunto a questa élite intellettuale e mo'rale, a, questa massa di amiei di ogni colore che apprezzano l'opera nostra, per raccomandare loro calorosamente la diffusione della Rivista, la ricerca di nuovi abbonati che..PAGHINpOuntualmente, e non ci facciano perdere buona parte del prezzo di abbonamento in sollecitazioni infruttuose. Il nostro appello si volge con particolarità ai repubblicani di Genova, della Lombardia tutta, di Parma, della Toscana, di lesi, di Sassari, di Tempio, di Roma affinché rinvigoriscano le forze eeonomiche della Rivista perchè questa possa continuare la sua opera di sana educazione positiva, di propaganda politica e morale nelle regioni del Mezzogiorno, in Sicilia e in Sardegna dove essa è più necessaria. Gli amiei cui sta a cuore la diffusione e la prosperità della Rivista Popola,re facciano rilevare agli abbonabili : 1° che essa in nove anni di vita si è consolidata migliorando sempre ; 2° che si distingue non solo per la varietà delle rubriche e pGr la qualità degli scrittori, ma sopratutto per lo spirito essen'lialmente moderno e positivo, cui sono informati, per la inesorabile imparzia~ lità e per la sincerità insuperabile; 3° che essa ha una copiosa ed eletta Rivista delle riviste, nella quale riassume colla massima obbiettività, e senza una parola di commento. adulteratore, articoli importanti sulle più svariate quistioni dalle riviste anglo-sassoni meno note in Italia, dalle francesi e dalle tedesche ; 4° che essa è la rivista più a buon mercato che ci sia in Italia : costa una metà delle altre analoghe; 5° che essa, infine, dà dei premi semigratuiti in libri di attualità, a prezzi che hanno subito la riduzione dal· 50 al 75 010, in guisa che si può ridurre del tutto gratuita.· Coloro che procureranno lre abbonati, che paghino anticipatamente, riceveranno in premio assolutamente gratuito uno di questi libri a loro scelta : AttraQerso la Svizzera del Dep. Prof. Ciccotti, che costa L. 3. Gli « aneiens règimes » e la demoerazia diretta di G. Renzi, L. 3. Per la eeonomia nazionale e pel da~io sul grano del Dep. Prof. N. Colajanni, L. 3. La politiea eoloniale » L. 3. Il soeialismo (2a Ed. o Ediz. francese), L. 4. I nuovi abbonati riceveranno gratuitamente la Rivista dei mesi di novembre e dicembre 1903. LA DIREZIONE. GLI AYYENIYEHTI E GLI UOYIHI Pe,r i caduti a Villa Glori. - Uno straniero, non al corrente delle nostre cose, che avesse assistito allo sfilare dei tre ricreatori e dei tre o quat~rocento cittadini che si recarono ai Parioli; che, per curiosità li avesse seguiti ed avesse ascoltata la magra, eloquenza del Galletti avrebbe dovuto forzatamente concludere; « Il popolo italiano dimentica i propri martiri, neglige i proprii eroi ». Eppure non è così. Certamente la dimostrazione del 25 p. p. fo misera; non fu neppur dignitosa. Pei ragazzi dei ricreatori rappresentava una gaia passeggiata, musica e bandiera in testa; per un duecento curiosi una scarn pagnata breve ed allegra ; per il resto una occasione qnalunque di vedere e di farsi vedere, compreso l'on. Nicc.olini col suo « kodak ». Il popolo nou c'era, e non ci poteva ess~re. . Si è fatto troppo sciupìo di commemorazioni grandi e piccine, si sono appaiati ai veri martiri ai veri eroi, troppi eroi da poltrona, percbè il popolo senta la volontà di correre die-tro ad ogni bandiera che sventola .per le vie, anche se l'accompagna la musica sonante, qualche po' stonato, l'iono di Garibaldi. E ben altri oratori ci vogliono per parlare dei forti che l'amore d'una generosa idea spinse alia morte. Be.u altri oratori che quello che ci raccontò la poca, fiducia elle in lui aveva il Cairoli, che andando ad un convegno di morte, non glie ?e volle confidare H segreto. l\Ia che lo straniero vada nel popolo e parli dei Cai1·oli e dei martiri del nostro risorgimento, e sentirà e saprà clrn il popolo li ricorda riverente, e li ama, e elle l'anima loro è ancora con lui, nelle sue !)peranze non ancora realizzate; nei suoi suoi desideri non ancora attuati. Vada nel popolo e si -sentirà dire: Aht non li onorano più i nostri eroi! E la dimostrazione del 25 p. p. ci dolse il consta.tarlo, ci è amaro il dirlo, non onorò gli eroi caduti a Villa Glori. Ben più grande dovrebbe essere i] sentimento che inspira queste commemorazioni; e perchè riescano dignitose, solenni, fr<>,ondebisogna che l'anima degli organizzatori vibri all'unisono con l'anima popolare - e cosl non è. Bisogna che il popolo sappia che non va ad intendere un'auto-apologia, il discorso di un qualunque cittadino, ma sibbene che su quelle zolle bagnate dal sangue dei suoi martiri, parlerà un'uomo degno di loro e dirà parole degne del loro sacrificio. Bisogna che il popolo sappia che quelli che lo invitano a commemorare i 8uoi martiri, raramente lo invitano a simili ce1:imonie e soltanto per ricordare uomini che di codeste cerimonie furono sommamente -degni. . Ma così non è, non è stato fin'ora : ecco perchè la colllmemorazione dei cadut,i a Villa Glori fu disertata dal popolo e non riuscì degna di quei forti che morirono per l'Italia, col nome d'Italia su l~abbra. Cose rH Se1'bia e clell' altro 1nondo. - Il cardinale di lUchelieu usava dire, ne' suoi tempf galanti e feroci - << cherchez la fe,m1ne ». Oggi, nei nostri tempi di materialismo e d' industrialismo la frase potrebbe essei-e qualche po' rnodiqcata e bis.ognerebbe dire, « cherche::;l'ciryent )). Quando l' Europa fu tragicamente scossa dall' annun-. zio dell' assassinio di Alef)sandro Re e di Draga quei feroci esecntori parvero i rappresentanti del popolo che, stanco riconeva al mezzo supremo per sbarazzarsi del

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