RIVISTA POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIALI 509 migliaia di franchi, con delle occupazioni modeste, come quella di venditori di' aranci. Ora non c'è ragione per la quale questi st.essi italiani non possano essere trasformati in coltivatori come lo sono nell'America del Sud,,. Il Fredericksen è più severo contro gl'Irlandesi, e ritiene che se in America sono meglio considerati, ciò si deve alla considerevole forza politica che essi rappresentano. Un magistrat,o contro il servilismo e lo spirito reazionario della nostra 1uagistratura. - Ci siamo occupati spesse volte della magistratura italiana per metterla alla gogna -' specialmente_ all'epoca delle vergognose sentenze della Cassazione sui processi svoltisi innanzi ai Tribunali militari contro i delinquenti politici e sulle relative sentenze che nulla avevano da invidiare alle più inique dei Borboni, del Papa, é degli Austriaci nel Lombardo-Veneto. Ma la magistratura italiana non rende servizi al governo - come disse il ministro Eula - soltanto in occasioni eccezionali, come nel 1894 e nel 1898 all'epoca dello Stato d'assedio e degli accennati Tribunali-giberna; ma li rende anche in tempi normali ; e i suoi servizi riescono sempre a dimostrare che, specialmente l'alta - magistratura, la Corte suprema di .Roma, è animata dal più abietto servilismo e spirito reazionario. Se ne è avuto una prova recentissima in una decisione, che cassava una onesta sentenza di un pretore - · quello di Cremona. La Corte Suprema, conformemente alla richiesta del Procuratore generale, ha stabilito che : " l'art. 4.34 del Cod. penale riconosce nell'autorità la facoltà di emanare, nell'interesse dell'ordine pubblico, provvedimenti che non derivano da espresse disposizioni di legg~ ;- che basta che la pubblica sicurezza abbia imposto limitazioni al regime di un pubblico esercizio, perchè si debbano osservare,,.· La sentenza della Cassazione è stata severamente giudicata dal Lucchini nella Rivista penale in questi termini: " Essa senza neppur più curarsi_ di articoli di legge, consacra senz'altro nell'autorità politica il più ampio e sconfinato diritto di emettere provvedimenti, siccome " incontestabilmeate manifesto ,, per l'indole della cosa e dell'ufficio, e aggiunge dover riconoscersi pienamente legale l'esercizio di tal diritto .finchè, come nella specie, non sia leso alcun diritto ,,. " Già, se vi è un diritto, il suo esercizio dovrebbe esser sempre legale. Ma poi, come si può dire che una limitazione della libertà non leda alcun diritto ? O che diritto non è se non il bere, il mangiare e il vestir panni? Così era ai tempi austriaci e borbonici, ma non in un civile reggimento; e l'affermare che i precetti polizieschi non ledano alcun diritto vuol dire aver poca famigliarità con le istituzioni e guarentigie costituzionali .... ,, " Tristi,· tristi assai sono le riflessioni che corrono alla mente di fronte a tali requisitorie e a tali sentenze, ispirate. evidentemente non dal culto rigido e austero della legge, di cui la Corte Suprema dovrebb'essere vigile custode, ma dal falso concetto di favorire la potestà e il prestigio della pubblica autorità, ottene~do poi, come ormai insegna una ben lunga esperienza, un risultato diametralmente opposto a quello prefi.ssosi ,,. " Confidiamo che i magistrati di merito sappiano e vogliano resistere a sì aperte e manifeste violazioni della legge ,,. Per apprezzare al giusto questo severo giudizio, a color.o che lo iguorasser.o, faremo sapere che il Lucchini è precisamente un ·consigliere della Corte di Cassazione di .Roma, ed uno dei più illustri penalisti italiani non ostante la voluta sua microcefalia, denunziata colla sua ordinaria balordaggine dalla scuola di antropologia criminale. Gli amici nostri del Giornale del Popolo hanno fatto bene a mettere in evidenza le benemerenze civili del Lucchini ; ma ne hanno dimenticata una non p~ccola: il contegno liberale e giuridicamente corretto tenuto in occasione delle decisioni vili della Cassazione di Roma in tema di Tribunali militari. E ci piace ricordare che in una. di queste occasioni il Lombroso, con uno scatto· di sincerità lodevole, diresse al Lucchini una magnifica lettera in cui esprimeva per lui calda ammirazione. L'Ungl~eria e l'eser<'ito Austro-Ungarico. - Che la situazione politica interna dell'Ungheria non è delle più rosee tutti sanno, ma che ad aggiungere esca al fuoco ci si metta proprio l'Imperatore questo nessuno lo poteva immaginare, e nessuno lo pensava. Eppure è stato proprio così. La questione che era già, grande e che il Khuen e il Szell non riuscivano a risolvere in nessun modo, è stata acuita proprio da quegli che dovrebbe essere la mente riflessiva, e la personalità moderatrice di quella politica fatta, più che altro, di prepotenze Austriache a danno della nazionalità Ungherese. Altra volta abbiamo avuto· occasione di occuparci dell'Ungheria e dell'Austria, ed abbiamo rilevato quanto noccia alla coesione dell'Impero la diversità di popolazioni e di razze di cui è composto. Il problema di tenere uniti tanti di versi popoli pareva risoluto sem - pre dalla personalità di Francesco Giuseppe cui le sventure della sua casa conciliavano la simpatia ed il ri- _spetto di tutti, e la cui tarda età induceva a pazientare anche i più insofferenti di giogo. Del resto egli era anche riuscito con la sua grande prudenza e la sua abilità non comune, a mantenere in vita ed in vigore quel moclus vivencli che più che ogni altro trattato, legge o costituzione contribuiva a tenere unita all'Austria l'Ungheria. Ma ora egli stesso, irritato probabilmente dalla avversione dell'Ungheria ad accettare i.. ...... benefici del governo del conte Khuen Hedervary, egli stesso ha dimenticate le sue virtù, e col proclama di Clopy che farebbe ridere se non fosse una sfida al sentimento nazionale di un popolo, e non fosse la scintilla che ha dato fuoco alle polveri, ha dichiarato che l'esercito Ung·herese deve ricordarsi che egli è al servizio dell' Austria, che ~gli ha, quindi, l'obbligo di, reprimere ogni moto popolare Ungherese; e che deve parlare tedesco. Bisogna ricordarsi che l'Ungheria non è stata conquistata dall'Austria; non è un paese sottomesso: liberi trattati l'uniscono all'Austria sul piede di eguaglianza, e il proclama dell'Imperatore d'Austria - Re · d'Ungheria - all'esercito Ungherese è apparso, com'è difatti, una esosa provocazione. Ora date le difficoltà che alla politica interna Austria~a sono create dalle ao-itazioni Croate, Slavofile e Italianizzanti; dato l'ag- o . gravarsi della questione Balcanica, che si fa tutti i giorni più minacciosa, non pare una mossa molto conveniente, nè molto opportuna questa dichiarazione dell'Imperatore eh.e provoca lr1 levata di scudi in Ungheria.
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