508 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI vamente di .classe, e pur prendendo attiva parte alla difesa degli interessi dei lavoratori delle leghe di resistenza, anche se alle medesime non appartengano, non debbono trascura,re mai la considerazione degli interessi comuni ai vari gruppi di concorrenti e di contendenti, dirigendo pertc1nto l'azione comune, anche nel campo economico, contro il sistema politico vigente da cui promanano i danni comuni delle spese improduttive, della sperequazione dei tributi, del parassitismo protezionista, e della burocrnzia impacciante il libero svolgersi di tutte le energie sociali produttrici ,,. Come sarà pnssibile partecipare alla lotta di classe e , propu,qnare gl'interessi comuni ai vari gruppi di concorrenti e di contendenti ? È vaga la seconda che mira a far sì : "Che l'azione economica di tutto il Partito debba dirigersi, per intanto, a togliere dalla legislazione vigente civile e penale ogni disposizione la quale contrasti o restringa il libero gioco delle forze e dei gruppi economici in conflitto, e ad ottenere che alle organizzazioni di qualsiasi genere sia fornito il mezzo per affermarsi praticamente nel campo giuridico indipendentemente dall'azione isolata dei singoli contendenti.,, Accettiamo la terza che invoca la istituzione di un Tribunale del lavoro. Pare che il Gorini abbia sconsigliato la iscrizione nei sodalizi e nelle istituzioni in cui prevalgono i socialisti • per non subirvi sopraffazioni di ogni sorta. E chi può dargli torto ? La sua obbiezione ,trova la piena giustificazione nei fatti. Il nichilismo e lo scetticismo dell'on. Pellegrini, invece, non ci sembra giusto. Egli crede che nulla di buono e di utile si potrà ottenere sino a tanto che dureranno le istituzioni monarchiche. Egli non ammette, per ora, che la critica e la demolizione. L'idealismo, che astrae della realtà, ebbe il suo rappresentante nel direttore dell'Italia del popolo, Innocenzio Cappa, che come pubblicista repubblicano respinse ogni disegno di rappresaglie ingenerose verso i socialisti. Chi non legge il valoroso giornale repubblicano di Milano dalle accennate parole potrebbe supporre che il Cappa sia un ottimo cristiano che porga l'altra guancia a chi gli assesta uno schiaffo sulla prima. Meno male, però, che le opere sono assai diverse dalle parole ... Prevalsero le idee di Viazzi, riassunte in un ordine del• giorno di Ghisleri, che non conosciamo. In qualche giornale abbiamo letto che Arcangelo Ghisleri s'intrattenne eloquentemente e lungamente del problema meridionale; ma mentre scriviamo non ne abbiamo potuto avere nemmeno un magro sunto. Viva ed elevata fu la discussione sull'azione del gruppo parlamentare repubb_licano. Molti degli accusati erano presenti e si difesero vigorosamente. L'intransigenza che aveva trionfato a Rimini, e ch'era stata combattuta nelle nostre colonne nel numero precedente, fu battuta nel Congresso nazionale di Forlì. L'ordine del giorno Serpieri che la incarnava non· ottenne che 84 voti; invece ne raccolse 140 Fordine del giorno Masini che suona così: " Il Congresso nazionale sulla questione dell'indirizzo del Partito nell'azione parlamentare, conferma integralmente le deliberazioni prese al riguardo nei Congressi di Firenze e di Ancona, lasciando i deputati repubblicani liberi e però responsabili dell'opera loro rispetto all'azione del Partito, la quale azione deve avere la sua base precipua in mezzo alle organizzazioni operaie e popolari. ,, Ohi ricorda il tenore degli ordini del giorno di Ancona e di Rifredi non p_otrà che trovarli in perfetta contraddizione C()lla pàrte sostanziale dell'ordine del giorno Masini, che noi abbiamo sottolineato e che noi accettiamo completamente. Così dev'essere: i deputati repubblicani siano completamente liberi da ogni pastoia e 1da ogni umiliante sorveglianza di comitati; ma siano del pari responsabili di fronte al partito, di fronte agli elettori, di fronte alla loro coscienza delle loro azioni. L'assurdità dell'ordine del giorno di Ancona fece uscire dal gruppo parlamentare gli on. Colajanni, Pantano, Garavetti, Mazza e Dell'Acqua; quelli che l'accettarono in teoria non ne tennero alcun conto nei fatti. E per noi fecero male ad accettarlo; malissimo a violarlo. Si è osservato che l'ordine del giorno Masini è equivoco per la contraddizione da· noi rilevata; ma l'intonazion_e vera al medesimo viene dalla circostanza che esso trionfò in opposi:.done all'ordine del giorno iritran- . sigente di Serpieri e di l:Umini. La logica vi avrebbe guadagnato qualche cosa - pur facendogli perdere qualche voto - se si fosse taciuto, non volendoli esplicitamente sconfessare, degli ordini del giorno di Ancona e di Rifredi. In ultimo dobbiamo accennare al voto platonico di Schinetti sulla fondazione di un giornale repub blicap.o · nell'Italia centrale redatto con criteri moderni. Bravissimo ! Trovi, però, le centinaia e centinaia di migliaia di lire, che occorrono per fare il giornale moderno ; e sino a tanto che non li abbia trovati deve riconoscere che ha fatto miracoli l'Italietta di Milano e il Giornale del popolo di Genova. Si può dissentire da entrambi. in certi momenti ; ma si deve loro riconoscenza sincera per l'opera quotidiana che compiono in tanta misel'ia economica del partito. · Infine si votò che Roma debba essere la sede del Comitato centrale repubblicano. Male, male assai! Roma è un ambient~ fiacco e scettico, dove il Comitato centrale vivacchj_erà come in un deserto, non ostante i due collegi che mandano due repubblicani alla Camera. Milano continua ad essere la capitale morale d'Italia; ed a Milano il Comitato centrale repubblicano aveva un ambiente ottimo per l'attività, per la intellettualità e per le forze economiche. Un giudizio autorevole in favore dell'emigra• zione italiana. - Tra gli stranieri ben di rado riscontriamo persone che giudicano benevolmente l'emigrazione italiana ; perciò siamo ben lieti di riprodurre ciò che ne scrive il Fredericksen (La libertà. d'emigra- :tione) nell'ottimo Européen (26 8ettembre 1903). Lo scrittore danese, dopo avere detto in quale conto siano tenuti nel Nord-America· gli scandinavi, gli scozzesi, i tedeschi e gli austro-ungarici - e sono meno ben visti gli ultimi e i penultimi - soggiunge: "Avendo preso parte personalmente, durante qualche tempo, alla colonizzazione dell'Occidente america-no, devo saperne qualche cosa. Così so bene che non c'è nazionalità contro la quale si facciano maggiori obbiezioni, quanto eontro gl'italiani, specialmente quelli del Mezzogiorno. Non parlerò di ciò che essi hanno compiuto per la costruzione delle ferrovie. Si assicura che vi sono delle linee nel Sud lastricate dai corpi dei disgraziati lavoratori italiani. ~a le linee sono là! Si parla con ragione delle popolazioni avvilite di certe grandi città. Ma conosco del pari in queste grandi città, a Chicago per esempio, delle lunghe strade nelle quali tutte le case solide sono la proprietà d'italiani che hanno guadagnato il loro denaro, talvolta centinaia di
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