Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 19 - 15 ottobre 1903

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 527 e quasi sempre, false d'ambiente e convenzionali d' inspirazione. lascia freddo ed insodùis1atto l'osservatore, anche quando, come pel Bezzi, non possa negare, anzi debba cordialmente ammirare, la valentia dell'artista. Fa tu \tavia eccezione il quadro NEL Bosco, del Sarto re Ili, nel quale, sotto 1'in trico verde degli alberi, 1ungo uno stagno livido, passano curvi a capo chino due iJOVeri vecchi, mentre una pallida 1uGe dorata, crepuscolare, diffonde per quel silenzioso recesso una vaga innegabile idealità. ' * Il BALLO IN CAMPAGNAd,i Mario Volpi, ricorda del pari la famosa .. Festa di San Giovanni a Mora >> dello Zorn, a cui certamente s'insr-1ira, quantunque mi sembri un appunto ùal vero, e traduca, per quanto sommariame11te. con molta giustezza e suggestione il vorticoso a~itarsi delle coppie danzanti all'aperto. · * Decisamente antiratiche. poi, le due tele di Cesare Laurenti, peccatore ostinato di neo-confusionis mo, e in modo particolare quel suo PRELUDIO, motivo stantìo, oramai, coi solitL due innamorati plebei veneziani, coi soliti panni cenciosi a fila<:ce, con le solite smorfie stucchevoli; il giovinastro, poi, ha cendose e cascanti persino le gambe, che piegano come in certi fantocci di cera esposti al calore ... : cosa da scartare, se n n si t'osse trattato d'un invitato, e, oramai, d'un semidio dell'arte che sta diventando, alrneno a Venezia, ufficiale. * Affidata alle cure di Giacomo Crosso, anche la SALA PIEMONTÉSEne ha ri<'evuta sincera e completa l'austera impronta della regioae: la tappezzeria di velluto grigio olivastro, oscuro, fregiata dei nomi dei più insigni pittori subalpini entro cerchi e corone d'alloro, s'inquadra fra un alto zoccolo, un largo cornicione, e frequenti lesene che li congiungono, in semplice legno comune tinto di scuro a vernice diafana, e scolpito in cima a pigne ed a ricci, prodotti tiµici delle foreste alpine; brutte assai le figure che dovrebbero ornare le porte, e che, costn1tte nell'angustia dello spazio, ne sono martirizzate, procnstizzate, rese scontorte e deformi; niente notevoli, intine, le cartelle, i vasi, i piatti, i vari gingilli decorativi collocati nel grande stipo scolpito addossato alla parete centeale, e sormontato dal colossale pannello del Grosso medesimo, rappresentante PALAZZOMADAiJA,di fronte, freddamente, piattamente, geometricamente. * Notevolissima, però, questa sala, per le opere di arte pura: oltre ai ritratti, dei quali già dissi, vi spicca un quadro magnifico di Lorenzo Dalleani, uno dei migliori, senza dubbio alcuno, di tutta l'esposizione: è un altro capitolo ancora, di quella psicologia collettiva dei montanari piemontesi, che il forte artista va da molti anni cosi profondamente studiando e traducendo in forme evidenti di luce, di colore, di rilievo, di spazio. In questa FIDES egli ri poi·ta ancora su un alto pascolo, 'nella solitudine sacra, nel silern>:io solenne della regione eccelsa, così suggestivo di misticismo spontaneo, e ci fa assistere ad una di quelle facili allucina-. zioni degli animi semplici e ingenui, onde nascono le leggende degl'incantesimi e dei miracoli: per una casuale combinazione di forme di nubi e di raggi di sole, apparisce nel ciel0 vario del ·mattin9 come un ·abbozzo incerto <li figura umana., o meglio sovrumana. mobile: luminosa, dissolvente; e ciò basta alla· fede cli quei poveri pecorari sperduti nell'immensità; per farli cadere in ginocchio e tender le palme all'apparizione divina; mentre 1o spettatore scettico e indifferente. non vede, and1e nel quadro, che la realtù naturale, e nemmeno, se l'adorazione degli umili non l'avvertisse di. qualche cos~ d'insolito 1 egli discernerebbe in quel cielo così ....... vero, così aereo, così comune, altro che qualche nuvola delle solite, altro che qualèlie raggio di sole, reso visibile dai vapori diffusi dell'atmosfera. E quì aµpunto è la trovata genialissima dell'artista, del qu<lle è inutile ricordare i pregi abituali di rilievo, di forza, d'evidenza, di realismo poetico E:· filosofico, chE: ne fanno uno dei ·più solenni pittori vi venti non solo d'Italia. ma d'ogni paese. * Dei tre quadri di Marco Calderlnl, delicati, ac- ' curati, minuziosi come sempre, uno IL Po ATORINO, non ha che il valore di una grande fotografia colorata; ma gli altri sono, quantunque essi pure freddini ne,la loro signorilità compassata, due pitture di prim'ordine: in modo pat·ticolare l'ESTATE DI S. MARTINO,malgrado l'abituale eccessiva levigatezza, r,tggiunge un effetto straordinario di rilievo e di prospettiva, e rivela il pittore di vocazione. * Una tecnica diametrc1.lmente opposta, ostenta, secondo il suo solito, Andrea Tavernler, dipingendo a rilievo, schizzando direttamen té sulle sue tele i tubetti, usurpando gli effetti della pittura con mezzi scultorii. e quindi quasi direi fraudolenti, e arrivando così a una maniera violenta, grosso· lana, decisamente O(liosa, a grane li i, a rigonfi, a punte, a scheg ~e, che neutralizza tutta la simµatia che il suo bell'ingegno concilierebbe: il trittico degli EFFIMERI, ch'è la .migliore, ancora, delle tre tele, è poi nient'altro che un rebus, che niuno dei visitator'i non prevenuti arriva a comprendere: perchè tutte uguali, a un di presso, e tutte roman- ' ticamente vestite ad un modo da paggi e da da-. migelle, le giovani COPL)ieelle cogliendo fiori, s'avviano al cimitero? · * Divisionista lui pure, ma più gentilmente, il. Pellizza parafra-;a col suo 1DILLI<)PRIMAVERILE il celebre tondo clell' Albani., modernizzandolo e stilizzandolo. vestendo di lieti colori i suoi' dodici bimbi che ballano a tondo intorno ad un albero ·ul prato verde, e far.endoli profilar vivamente, e quasi cingere d'un aureola d'innocenza e di poesia, dalla luce che scende viva, abbondante, festosa dal l'alto. * La SALA E-'HLIANA, ideata e creata da Augusto Sezanne in collaborazione con altri valenti, ha una ricca decorazione in grigio, in rosso ed in oro, stucchi ed intagli, stoffe e ricami, a moti vi floreali stilizzati, lauri, orchidee, melograni; in basso, uno zoccolo tutto fiorito, come il divano, come i supporti dei vasi e delle statuine; da un lato, un'ampia specchiera, dai singolari giochi di immagini ripetute in atteggiamenti diversi, e dalle cornici troppo lavorate e dorate; in alto, un gran fregio giovanile e primaverile, tutto leggiadre figure muliebri tra gli arboscelli fiorenti e fruttificanti; e sulle pareti, oli, pastelli, tempere, acquerelli, smalti, acqueforti, del Serra, del De Marìa, del Miti-Zanetti, del Mnzzioli. del Sezanne. Del povero Muzzloli, mirab_ile colorista e chiaroscuri.sta, rivediamo quel BACCANALEe ·quei FUNERALI DI BRlTANNICO,così classici di materia e di stile, così grandiosi, così potenti. da eclis11,ar nove decimi di tutto il-resto dell'esposizione; di Luigi Serra, disegnatore solenne, sembrano essere stati riuì .collocati il quadro dei CORO rARr e i potenti cartoni degli affreschi monumentali, ver ammoni re i nostri incompresi avveniristi, e le sentenzio11,e « barbettine I)' che prima di presumere supet·bamente di figurar simboli e idee, bisogna umilmente imparare a <lelineare con esattezza e con sicu rPzza esseri e cose. * Ma.se facciamo astrazione dai morti cari e rimpianti, chi in questa sala s'impone e trionfa sopra

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