Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 19 - 15 ottobre 1903

526 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERÈ E SCIENZÈ SOC!All d'alghe, di resti di vita marina; molto carine anche le mensole in rovere di Slavonia, e molti dei piccoli oggetti decorati vi che portano, coppe, piatti, candelieri, vasi, statuette, vetri soffiati. * Segue la SALADILAVOROq,uella che più d'ogni altra dovrebbe, nell'intenzione della Presidenza, e riuscire consona allo scopo cui è destinata » e • rendere più agevole ai signori giornalisti l'esercizio del loro mandato>. Ma, ahimè! anche qui molto lusso, molta ricchezza, ma niuna comodità, ed anche assai poca armonia nell'insieme. Il salone, invero, è grandioso: la parte aute-riore, illuminata da grandi vetrate a colori (inadatte, anche queste, al lavoro), è·circondata da un alto zoccolo-mensola in mogano intagliato, con sopra doppieri elettrici a penna di pavone, e ta'ppezzata in damasco cremisino a -leoni alati; dal soffitto a cassettoni, pende un lampadario assai tozzo, in rame, sulla grande tavola in .verde antico, dai piedi di bronzo, che dovrebbe far da scrittoio, con calamai di rame sbalzato, assai belli, un elegantissimo leggio, varie cartelliere di cuoio la varato, ecc. ecc. Ma chi mai osa sedercisi, a quella tavola così pesante ed inco~oda, a rischio d'urtare con le ginocchia nelle mille sporgenzy minacciose degli ornamenti? E come si può lavorare, così, senza cassetti, senza classeurs per le carte, senza piano inclinato, senza lì, sotto mano, sullo scrittoio stesso, o in una librerietta girevole, i poco necessarii libri di consultazione 1 Chi è del mestiere mi capisce a volo, ed è pronto a dare, con me, tutta questa massiccia ricchezza,. pel più mod·esto dei veri scrittoì da lavoratore professionale. •· * All'altra metà della sala, la BIBLIOTECA~,'accede, se la guardia lo permette, per un doppio scalone a due rampe, guarnito d'una ringhiera in ferro battuto ed in rame sbalzato, ed appesantito da due muscolose mezze figure rappresentanti (lo dir,e il catalogo, ma nitJ.no al mondo l'indovinerebbe) la Giustizia e la Libertà; e, giuntivi, cosa faticosa ed incomoda per chi lavora. di fretta, non vi si trova quasi nulla di ciò che può •occorrere al gior nalista pel còmpito suo relativo all" esposizione, nè un ta voi ino a cui appoggiare il vol urne, nè una seggiola su cui sedere, nè l'occorrente, se mai, per pigliare un appunto: sicchè non rimane altro da fare che· alzare gli occhi ad ammirare (e lo merita) il magnifico velario a riporti e ricami, pel quale piove qui dentro dall'alto una così bella e candida e mite luoe di raccoglimento e di pensiero. * La quarta è la SALADAFUMAREp':esante,in. marmo cipollino verde, con volta in musaico d'oro a spire azzurre, enorme tavola di verde antico sotto il finestrone ad aranci stilizzati, greve divano col fondo di breccia, colonna d'alabastro, vasi di terracotta e di metallo, stupendo lampadario a globi leggiadramente pendenti da grandi anelli sovrapposti, a guisa di r.orone: tutta roba bellissima, ma niente adatta al bisogno, e che non ,ha nulla a che fare nè col fumare nè con la critica d'arte, nè col giornalismo d'alcuna specie, nè, infine, col gusto decorativo veramente italiano e moderno. * Da ultimo, la saletta-ufficio di PoSTAE TELEGRAFOl,a più modesta, la più tranquilla, la più adatta al suo fine, la più modernamente e razional~ente decorata, a semplici e graziosi fregi ricamati su panno azzurro électrique, allusivi al servizio di trasmissione di pensieri e d'affetti, cui è destinata: qui solo, se proprio da essa i pubblicisti non fossero esclusi, a me sarebbe piaciu•o rifugfarmi 'a raccogliere, .ordinare e trascrivere le mie .note I *** Ed eccoci alle sale regionali, cominciando dalle due SALEVENETE,la N, rimasta com'era, e la Q decorata modernamente sotto la direzione di Pietro Fragiacoino: modernamente, e. diciamolo subito, felicissimamente, in legno, velluto e seta, in varii toni di -verde, di porpora e d'oro, forse nel loro· insieme un po troppo viv.i per ospitar dei dipinti, ma certo inspirati e intonati a questa regione ed a questa città, dove il colore in genere, e questi colori in ispecie,' son note caratteristiche e animatrici ed evocatrici del p.aese e del popolo; in alto, al disopra d'uno splendido cornicione ad arbusti stilizzati dai frutti d'oro, corre un fregio magnifico. a vette di vele, d'~ntenne, d'orifiamme d'antiche galee, rossastre e dorate, attraversanti un cielo fantastico e burrascoso, verdognolo, ver decupo, sparso di candide ;nubi. E in questo ambiente superbo, i quadri del F_ra• giacomo stesso, del Tito, del Milesi, del Nono i più veneziani fra i veneziani: sq_uisito, tra i dodici del Fragiacomo, SILENZIO,una piccola marina nell'ora mesta e poetica crepuscolare, o,e s'accendono, pallidi ancora, i primi la:npioni della città che si appiatta nel fondo, e la luna si leva giallognola, enorme, all'orizzonte. · Del Milesl ho già detto altrove, a proposito dei ritratti; del Nono, che ha un solo quadro, ABBANDONATI,basterà dire che vi conserva le sue note eminenti q_ualità di disegnatore e di colorista, ma facendo un quadro abbastanza comune, e non così commo·vente come l'autore si proponeva. * Mirabile, come sempre, è il Tito: uno dei più personali, dei viù vivaci, dei più schiettamente e naturalmente stilisti tra i pittori italiani: ogni sua cosa è improntata a una tale sincerità e rapidità ed immediatezza d'impressione e d'esecuzione, che la natura animata ed inanimata serba ancora nelle sue tele il moto e l'azione. della realtà; pregio, però, che trae seco fatalmente il difetto correlativo d'una disinvoltura eccessiva di tecnica. d'una trascuranza deplorevole negli acce~sorii, e, tal volta, d'esagerazioni, d'incompiutezze, d'oscurità, che sce · mano assai il valore dell'opera. • . Qui, nel quadro maggiore, LA NASCITA DI VENERE, dispia·ce a molti la posa contratta della dea, spasimante• ignuda sotto il pl'imo bacio d'amore che le succhia dalla bocca un genietto alato, mentre altri quattro, per aria, sono disposti essi pure, due a due, in pose troppo violente, formando, per una strana combinazione, le due iniziali maiuscole H ed X: a me, tuttavia, l'insieme piace assai, e, se non proprio,divino, trovo profondamente e voluttuosamente umano, e quindi niente inestetico, l'atteggiamento spasmodico della bellissima creatura emergente dal mare. Alcuni gruppetti di bimbi e di ragazzine, che in una giornata ventosa sj avanzano sulle FONDAMENTAi,n un altro quadretto minore, sono addirittura meravigliosi d'evidenza e di vita; mosse magnificamente, venezianissime nella fisonornia, nella figura, negli atti, sono pure le giovani e belle RAPPKZZATRice1i;nsomma tutti gli otto quadri di Ettore Tito fanno onore al suo nome, che, a differenza di tanti camaleonti dell'arte, rappresenta semp-re la stessa franca, sicura, caratteristica individualità. Nell'altra sala veneta, invece, le cinque tele, paesaggi e marine, di Bartolomeo Bezzi, buone. del resto, e le sei di Giusep,pe e di Guglidmo Clardl, e le due d1 Francesco Sartorelll, derivano direttamente dai soliti scialbi e nebulosi scozzesi, tanto adulati e plagiati dalla seconda. biennale in qua; _.j

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==