Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 19 - 15 ottobre 1903

RIVIS I'A P0POLARE DI POLITICJ, LETTERE E t:;CJENZE SOCIALI 523 centri, e non fanno la vita rurale che per un certo periodo di tempo; altri che per motivi d'igiene o d'economia, si stabiliscono per sempre nell'aperta campagna; altri, infine, che continuano ad abitare in città,, ma si recano quotidianamente in campagna per lavorarvi. Noi passeremo in rivista queste di verse forme di migrazione. 1 ° Mi_qrazioniquotidiane. Di tutte le com binazioni che può generare la separazione del lavoro e del domicilio, non ve n'è una più irrazionale di quella dell'abitare nella cattiva aria delle città, mentre le occupazioni dei lavoratori li chiamano tutti i giorni in campagna. Così, simili condizioni d'esistenza non si riscontrano che eccezzionalmente, ·e, quasi sempre, come sopravvivenze di un regime sociale anteriore. Nella regione mediterranea, per esempio, in cui la preferenza per la vita urbana sembra essersi trasmessa di gener;:i,zione in generazione e,·fin dall'antichità, esistono ancora popolazioni numerose che, pur dandosi al lav·oro, agricolo, non abitano nelle campagne. A Montpellier, specialmente, una quantità di operai che abitano i quartieri poveri della città, se ne vanno quotidianamente a lavorare nelle vigne circostanti. In Corsica, i coltivatori, per difendersi, prima. contro i Sa,raceni, ora contro la malaria, 1,i concentrano generalm~nte nelle borgate, fabbricate su' scese dirupate a grandi distanze dai loro campi, situati nélle regioni basse. In Sicilia, ove vi sono poche industrie, la proporzione dei cittadini è pi.ù forte che nei nostri paesi più industrialmente sviluppati: il 68 per cento, secondo Schmoller (1), mentre nel 1875, la proporzione era del 67 OtO nel Belgio, del 62 in Sassonia, del 42 in Francia. " Quando si attraversano le campagne di Sicilia - dice Reclus - ci si stupisce della mancanza assoluta di case. Non vi sono villaggi, ma soltanto, a grandi distanze le une dalle altre, delle città popolose.• Tutti gli agricoltori son'o dei cittadini che rientrano ogni sera, all'uso antico, nella cinta della città; ve ne sono di quelli che sono obbligati di fare ogni giorno un doppio tragitto di 10 chilometri, e anche più, per and~re a visita1,e il loro campo e ritornare a casa; soltanto accade loro, talvolta, di risparmiarsi la gita di ritorno passando la notte in qualche caverna· o in qualche fosso coperto di assi; durante la mietitura e la vendemmia delle tettoie alzate alla svelta riparano i lavoratori. I vasti campi di cereali che riempiono le vallate e ricoprano i pendi.i, devono a questa assenza di abi- ·tazioni umane il carattere tutto speciale di tristezza e di solennità che hanno. Si direbbe una terra abbandonata e ci si domanda per chi maturano queste spi• ghe (2) ,,. Questa descrizione basta, da sola, per mostra,re che uno stato di cose così evidentemente anormale non può esistere e mantenersi che in condizioni essenzialmente differenti da quelle che prevalgono nella maggior parte del paese. Ma, sempre a titolo eccezionale, beninteso, accade che, in am?ienti molto più moderni, il perfezionamento dei mezzi di trasporto e lo spostamento delle industrie verso le campagne, abbiano degli effetti che presentano delle analogie con le migrazioni quotidiane di coltivatori cittadini della Sicilia e del Mezzogiorno della Francia. (i) Schmoller. Grundriss· dcr Allgemeine Volkswirtksohftlehre pag. 258. Leipz g. (2) Reclus. Geographie unil)erselle. Italié méridionale - pag. 548. Da qualche tempo, per 'esempio, alcuni industriali di Bruxelles, in cerca di bassi salari, hanno preso la decisione di trasferire i loro opifici nella parte rurale del circondario di Bruxelles. Uno di essi, specialmente, ha ~rasportato nel 1901, la grande fabbrica di cappelli che aveva al sobborgo di Cureghem, nel comune rurale di Ruysbroech, sulla linea da Bruxelles ad Hal. Cirt:a 1500 operai, tra cui un gran numero di donne, sono occupati in questa ufficina e la maggior parte di essi continua ad abitare i sobbor- . gb.i di Bruxelles e prende tutte le mattine il tram per recarsi al lavoro. Come alla stazione di BruxellesMidi si vedono arrivare quotidianamentè centinaia di operai dei sobborghi, e specialmente da Ruysbroech ; così alla stessa ora, altri operai - la sola .fabbrica di cappelli paga pel suo personale 650 scontrini settimanali - partono da Bruxelle·s per andare a Ruisbroeck. Però, è assai probabile che questo strano incrocio non sia che temporaneo. Già la dirèzione dell'ufficina in Ruysbroeck manifesta l'intenzione di non pagare più agli operai i loro scontrini settimanali ; essa cerca, d'altra parte, di prendere delle paesane che si contentano da 1 franco e 25 a 1 e 50 al giorno mentre ' ' che i cappellai della città sono pagati 2 franchi e anche 2 e 50 per dieci o·re di lavoro ; :finalmente, ce~ti, operai :finiranno per abbandonare Bruxelles e per stabilirsi in prossimità delle fabbriche. Fino ad ora, però, essi si mostrano quasi unanimemente refrattari a questo cambiamento di domicilio, a questo esodo verso la campagna: sia perchè essi desiderano che i loro :figli continuino a frequentare le scuole della città; sia perchè altri membri della loro famiglia, o, quando si tratta di operaie, il loro padre o il loro marito, lavorano nell'agglomerazione brusellese; sia anche, e forse soprattutto, perchè er:-si considerano come impossibile di adattarsi alle esigenze della vita rurale. Durante un giro che noi facemmo nei quartieri poveri di Bruxelles, avemmo l'occasione d'incontrare - in uno di quei tristi vicoli del centro della città, che dissimulano le loro scale tortuose e le loro stamberghe nausebonde dietro la rispettabilità delle facciate borghesi - la famiglia di un operaio cappellaio che lavorava a Ruysbroeck. Noi dimandammo alla moglie per quali ragioni, essa e i suoi non si stabilivano in campagna, ove con la stessa spesa potevano cambiare la loro brutta camera con una abitazione decente? E questa poveraccia, il cui alloggio rivelava tutta la miseria, rispondeva con fierezza aristocratica. " Grazie ; io non voglio andare a vivere in mezzo ai contadini l ,, · Bisogna aggiungere, di più, che secondo le nostre informazioni, v'ha penuria di abitazioni a Ruysbroeck,· e che, in queste condizioni il prezzo della vita dev'essere presso 3.: poco come nell'agglomerazione brusellese-. Quando gl'industriali che trasportano le loro officine in campagna obbediscono ad altre preoccupazioni che rimpiazzare tutto o parte del loro personale, con operai meno emigranti ; quando essi si sforzano al contrnrio - come fanno gli industriali inglesi, di cui parleremo in seguito - di ricondurre ai campi, non soltanto le fabbriche, ma i lavoratori che vi sono impiegati, la resistenza di questi ultimi non regge generalmente di fronte ai vantaggi che loro si offrono. J\ila dei tentativi di queste> genere sono restati, sinora, del tutto eccezionali, e, ordinariamente, è in altre classi - impiegati, uomini che vivono di rendita, piccoli funzionari - che si manifesta, con un'intensità_ crescente, la tendenza a stabilirsi fuori di città, pur conservando con la città molteplici contatti. ·

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