RIVISTA POPOLARE DI POLI_TICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 521 particolari ed "e atte notizie che potremo attingere dagli atti dei due congressi, non sarà,intanto, inutile qualche cenno sommario sulla questione scolastica e sul-la organiuazione degl' Insegnanti secondari in Italia, quall:l,.__èsirivelata nel Congresso di Cremona._ * * * Molte e tutte gravi sono le particolari questioni implicate in quella che genericamente dicesi la questione scolastica. C'è, anzitutto, la questione propriamente didattica,- circa l'ordinamento delle scuole e i programmi di studio e di esame - ; questione che si dirompe in molteplici problemi sui · quali da più che un ventennio si è discusso e si discute da tante parti senza potersi ancora dire che un qualche accordo sui punti fondamentali sia possibile. L' istruzione - si sa - non dev' essere privilegio di una classe, ma beneficio da diffondersi a tutte le classi sociali; e però và considerata come funzione essenziale dello Stato. Ma è altresì chiaro che l'istruzione che lo Stato ha l'obbligo di assicurare e diffondere alla gran maggioranza dei cittadini dev' essere cultura fonda~ mentale, esenzialmente formatrice ed educatrice delle intelligenzè le quali abbiano da essa quel 1-->rimoavviamento che le metterà in grado di seguire, poi, le molteplici direzioni, a cui secondo particolari circostanze e tendenze individuali e domestiche p·otrà l'alunno avviarsi. -Quali debbano essere i limiti e quale il carattere di questo primo programma di studi e quanti anni di corso debba comprendere la scuola elementare, è quesito tuttora insoluto. Un caso speciale di tale quesito è, poi, di eccezionale importanza. La scuola è oggi, come dicesi, non confessionale; è_s·cuola laica. che giustamente si disinteressa dell' insegnamento religioso. Ma può anche disinteressarsi dall' insegnamento della lVIorale ? E, se non può, su quali fondamenti deve instaurare un siffatto insegnamento senza ledere le inviolabili esigenze della famiglia e quelle della futura libertà di coscienza dei governi·? E un tal problema, come si vede, dalla scuola primaria si estende alla secondaria anzi vi s'accentua e complica i rapporti tra le scuole e lo Stato; poichè anche delle scuole medie - secondo la corrente che ormai prevale negli stati. moderni - è regolatore lo Stato. Ora, quì, è lecito chiedere ~e non si debba e non si possa dare conveniente libertà di svolgimento all'insegnamento privato secondario,che fu altre volte e può sempre essere fattore di benefica efficacia, quando non sia, com'è oggi, troppo rudemente contrastato, ma sia invece sottoposto ad una benevola e vigile tutela eia parte dello Stato .. , Abbiamo intanto due tipi di scuole secondarie _ che, a detta. cli molti, non rispondono adeguatamente ai bisogni della cultura moderna; e ci man-:- cano, o quasi, le scuole veramente professionali varie, molteplici, industria.li ed agricole rispondenti alle varie esigenze regionali - E infine abbiamo le scuole magistrali e le facoltà universitarie di lettere .e scienzeche clet,bono anch' ef;se, an1iitutto 1 esser messe in condizioni da assicurare alle scuole primarie e alle secondarie, la bontà del fattore prìmo di ogni• progresso didattico: la buona formazione dell'insegnante. * Jt Jt Ma queste ed altre questioni cedono, intanto, il posto a quella che, come ho detto, è veramente· preliminare a tutte le altre e dalla cui soluzione dipende, infine, lo svolgimento della crisi dalla quale la scuolat in I~alia, sta per uscire. Parlo della questione riferentesi al programma tattico e all'orientamento politico degli organismi sorti a difesa_ della scuola e degli insegnanti. Indubbiamente sou due le tendenze che si contrastano il campo tanto in seno all'Unione magistrale quanto nella Federazione degli insegnanti di_ scuole medie : la tendenza clemocr·atica, la cui azione, coincidente con quella dei partiti radicale, socialista, e repubblicano, dirigesi ad ottenere tutto un insieme di mutamenti nell'ordinamento scolastico, che siano partcl essenziale di un program - ma politico profondamente rinnovatore; e -la tendenza conservatrice liberale, che dal presente regime, qual'è, chiede e spera di ottenere, con mezzi che non apportino profonde innovazioni politiche, una miglior condizione della scuola e degli insegnanti. A queste, che son le due sole tendenze antagonistiche (poichè non v'è, ad onor del vero, neanche il più piccolo indizio di tendenze regressi ve) se ne contrappone una terza, che no:ri esclude l'azione politica della scuola, ma non la vuole infeudata a nessun particolare partito~ che vuole ,anzi, come ebbe a dire il Salvemini nel primo congresso della Federazione (Firenze 25 settembre 1902) « tutelare la scuola dalle prepotenze « dei partiti, e farne un organo di alta e disin - « teressata educazione nazionale, imponendo al « paese il concetto che la scuola coi:ne la giusti- « zia, pur non appartandosi dalle correnti rinno- « vatric\ della intelligenza e della moralità umana, « debbono essere sovrane nella cerchia delle loro « funzioni e autonome di fronte a tutti i partiti « e a tutte le classi della società >>. Questa tendenza, in cui è concorde la_ grande maggioranza dei rappresentanti della scuola, si limita ad affermare la necessità di « una associazione di co- « scienze e di forze, che pur essendo un'opera « esclusivamente professionale, è già per sè stessa « nelle condizioni pres_enti e transitorie della vita « nazionale un'opera grave di coatraccolpi politici.» - E il Salvemini appunto in quel discorso, di cui godo citare i luoghi uaratteristici, si chiedeva : « D8ve la Federazione nazionale degli insegnanti far della politica? • ' . E rispondeva: « CIle cosa vuol dire far della politica ? Se si- « gnificasse aderire ad un partito politico, inalbe- « rare la bandiera di questo partito, confondere le « nostre schiere con le sue, r1 uesto non può, non « dev'essere, non c;;arà mai. - Tanto varrebbescinc, d0re in l0tte fratricide la no~tra Federazione, fr~ I
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