Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 19 - 15 ottobre 1903

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 515 tessile. Era facile rispondergli, e gli rispose Sella, che in Inghilterra non erano nate le industrie tessili quando in Italia erano prospere. Ma chi ha antipatia per gli esempi tolti dal passato, se il grande apostolo del liberismo rivivesse,"potrebbe presentargli lo spettacolo che oggi le industrie tessili offrono in PiemonteJ in Liguria e nella Lombardia. È tutta quistione di educazione; e di educazione che si fa in pochi anni, e per la qual8 non occorrono secoli o ventenni. II. Citai 'in princ1p10 l'esempio di nazioni essenzialmente agricole - la Repubblica Argentina, la Russia e l'Ungheria - che fanrio sforzi per industrializzarsi. · ' ' Lascio da parte l'Argentina ch'è un piccolo stato, non bene organizzato ancora e demograficamente con costituzione morbo~-,a,e che non può servire di confronto all'Italia, anche per la scarsezza del materiale che si possiede; nè mi occuperò della trasformazione, eh~ si va operando in Russia - specialmente nella Polonia, attorno a Mosca ecc. - studiata dal Kowalewsky, daf Milioukow e da parecchi altri, perchè quel mostruoso impero ha minori analogie col nostro paese. Opportunissimo invece si presenta lo studio dell'Ungheria sia perchè è alle porte di casa nostra; sia perchè la sua evoluzione politica è quasi contemporanea alla nòstra; sia, infine, perchè fa parte di un organismo politico in cui essa rappresenta ciò che il Mezzogiorno, la Sicilia e la Sardegna, cui si potrebbe benissimo aggiungere il Lazio, rappresentano nell'organismo politico italiano. L'Ungheria coi suoi 16 milioni di abitanti, rappresenta nell'Impero degli Absburgo la parte prevalentemente agricola come la rappresentan<? nel Regno .d'Italia le summenzionate regioni con circa 14 milioni di abitanti. Che cosa si è fatto in questi paesi agricoli per favorire la industrializzazione ? Il paragone dovrebbe essere posto tra l' Ungheria e il Mezzogiorno d'Italia; ma la mancanza dei dati e dei provvedimenti speciali al Mezzogiorno -- mancanza che deriva dalla di versa posizione politica dell' Ungheria e del Mezzogiorno nell'Impero austriaco e nel Regno d' Itàlia - mi costringe a porlo tra la corona di Santo Stefano e tutto lo Stato italiano. G l' insegnamenti che ne scaturir~nno saranno più eloquenti. L'opera dello Stato nella industrializzazione della Ungheria dal giorno in cui essa acquistò la propria autonomia, si può seguirla scorrend-0 una utile · pubblicazione ufficiale, che manca all'Italia (1). Chi seri ve in nome del Ministro ungherese del commercio comincia saviamente r,oll'a vvertire: « L'_indipendenza dello Stato ha pisogno di ga- (I) La grande industrie du Royaume de Hongrie pubblié par le ministre Royal hongrois clu Commerce. Budapest, 1901. Con prefazione del Consigliere Giuseppe ~zterenyi. A proposito di questa pubblicazione, aggiungo che manca all'Italia una pubblicazione chial'a, ordinata e breve come è quella germanica : Die Deutsche Vollcswirthschaft am schlusse des 19. Jahzhunderts. Berlino, 1900. Costa appena un mark (L. 1,25). ranzie diverse che non siano le leggi scritte. Essa ha bisogno di risorse materiali, per porre '1e leggi sopra una solida base. » Che cosa ha fatto lo Stato per raggiungere l'intento? Nel 1868 il governo ungherese consacrò per l'incoraggiamento all'industria la somma di 2,128 co- · rone; di cui 2000 per l'insegnamento professionale (1). L'assegno cresce continuamente; ma specialmente dal 1880 in poi: fu di. cor. 25,320 nel 1879; di co- .rone 114,559 nel 1880; arriva a cor. 1,250,000 nel 1900. Sviluppo più rapido prendono gli assegni per l'insegnamento speciale: da corone 2000 nel 1868 si arri va a cor: 131,397 nel 1880; a cor. 431,871 nel 1890; a cor. 2,171,871 nel 1900. L'ispezione del la varo alla s1:1avolta comincia con 15000 cor. nel 1883; perviene a 152 950 nel 1900. Si deplora nell'accennata pubblicazione ufficiale che in Ungheria la spesa consacrata allo sviluppo dell'industria sia piccola; tanto più che in Austria, dov'è minore il bisogno - oltre le spese delle provincie - si comincia con 3_58,794 cor. nel 1868 e si arriva a 8,708,435 cor. neJ 1900. Per l' insegnamento professionale- lo s.tesso governo austriaco ha speso, nel 1901, corone 7,236,522. E qui s' impone un primo paragone. Quanto spende per incoraggiare e sviluppare la industria J> Italia che ha il doppio della popolazione dell' Ungheria e poco meno di un quarto· di più dell'Austria1 La proposta di bilancio del Ministero di agricoltura e commercio d'Italia per l'esercizio del 1902-903 prevedeva una spesa ordinaria e straordinaria di circa 13 milioni. Tutti i capi~oli consacrati all'industria e al commercio importano una spesa di L. 1,547,847, di cui soltanto L. 749,647 si possono assegnare all'industria. Ma il confronto riuscirà enormemente più vergognoso per noi guardando ai singoli capitoli. Il capitolo 89 del bilancio italiano prevede lire 19,835 per stipendi ed indennità agli ispettori dell'industria e dell'ù1,segnamento industriale. Alla sola ispezione del lav9ro in Ungheria si destinavano, nel 1900, corone 152,950. C'è un capitolo meschino, umiliante nèl bilancio italiano, il 98, che porta la spesa di L. 9,500 - dico lire novemila cinquecento - per concorsi a Società d' incoraggiamento ed altrè istituzioni aventi per fl,ne di promuovere lo svolgimento delle industrie - Premi e meclaglie al merito industriale - Borse di pratica comnierciale. A quel capitolo l'Ungheria destinò, n~l 1900, 1,250,000. corone, e l'Austria, nel 1901, 8,708,435 corone. Per Fendere proporzionale la spes·a alla popolazione, secondo la spesa ungherese le lire 9500 dell'Italia dovrebbero diventare due milioni cinquecentotrentasettemila e cinquecento lire; secondo la spesa austriaca poi doveva assurgere a circa undici milioni di lire l Non poss0i fare le proporzioni dell'insegnamento (i) La corona vale L. l,15 italiane.

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