Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 16 - 31 agosto 1903

RIVISTA POPOLA.NE DI POLITICA, LETT1tRE É SCIÈN2B SOCIALI 421 quella del Nord troppo Orientale. E' log·ico che il popolo Russo cerchi espandersi altrove. Da quando Murawieff cominciò a colonizzare le rive deJl'Amùr mandandovi i galeotti che Hberava dagli. stabilimenti penali e gli sposava a donne dei penitenzierii ùi 1.'omosh, d'Erkutsk, il movimento russo non s'è più anestato. E si capisce. I popoli si volgono ancora verso le terre fertili. 11 periodo delle grandi migrazioni non è ancora chiuso. Il fenomeno prende un carattere diverso da quello che aveva antica.mente, ma la sostanza ed i resultati ne sono_ assolutamente gli stessi. Un popolo abbandona il territorio diventato troppo esiguo e troppo povero per lui e si dirige altrove, dove 1 a vita è più ,facile, 1 a terra più fertile, il clima più dolce. E poichè tutte queste qualità sono le peculiari qualità della Manchuria, poichè il 'popolo .Russo comincia a trovarsi a disagio nella sua terra, emigra altrove. Ora alcune potenze Europee v:edono di mal' occhio questo estendersi enorme dell'Impern Russo: vorrebbero che la Russia si. contenesse entro i suoi limiti e non chiedesse alle nuove terre gli elementi che le sono indispensabili per la nuova vita. Eppure bisognerà cl1e Je potenze Europee si rassegnino ::i,lfatto inevitabile. E come loro bisognerà che ci si rasseg·ni il Giappone. Un solo concorrente veramente temibile ha la Russia; ed. è la Cina. I Cinesi non sono conquistatori. Popolo morale per èccellenza - che ne dica l'ignoranza dei giornalisti - aborrono la guerra e le loro conquiste si compiono per la forza della colonizzazione agricola e lavoratrice. J?inchè essi non furono a contatto con gli Enropei, essi poco sentirono il disagio del loro paese troppo piccolo per la enorme popolazione. Gi:ì l'esodo cinese verso la Manchuria aveva incominciato quauclo la civiltrì, cosacca, affogando nell'Amur migliaia di coloni cinesi, la paralizzò. Dinanzi alle armi. russe, gli inermi o quasi inermi cinesi, abbandonarono il territorio. L'Europa sta ora commettendo l'errore che dovrà. pagare più tardi con lagrime amare: di agguerrire quel popolo; e di fargli conoscere i nostri mezzi di lotta. Più tardi il Cinese, diventato per necessità di vita guerriero, s'incontrerà. col Russo sul terreno clic n.d entrambi è atto a dare il pane. Questo è veramente, per la Russia, l'antagonista pericoloso; e quello che sarà. davvero interessato a volere che in Manchuria la Russia non ci sin.; e non già le potenze europee. L'Inghilterrn,, la Germania, la Fr:i.ncia, l'Italia sono situate· troppo sfavorev◊lmente per potere esercitare una qualunque influenza permanentemente conquistatrice nell'estremo Oriente. La Russia non nega che le potenze europee possano avere porti ed anche territori aperti in Manciuria.. Essa sa che poco danno le possono fare i concorrenti lontu.ni. I,l Giappone, che non è lontano, potrà. anzi diventare l'alleato naturale della Cina, e con lui, allora, la Russia dovrà <'Ontarsi. Ora, alla Conferenza di Port-Arthur la Russia ha dichiarato che s,qornòrerà dei propri armati la Manchuria, però fra sei anni; questo in termini chiari vuol di1 re che le armi della Russia abbandoneranno il territorio quando i suoi coloni ne avranno preso possesso; e le potenze europee, vogliano o non vogliano, dovranno riconoscere che la necessità non ha legge. Per il popolo Russo è necessaria. la .Manchuria. Le proteste, le querimonie sono inutili: Jà dove è questione di vita - e per il popolo .Rnsso lo ò - ogni. altrn. ragione si tace: e le potenze Europee, con le bo011e o le cattive, la dovrn.nuo capire. Noi. Dopo due mesi di lotta .contro le più atroci ~offcrenze, sopportate cori. vero coraggio, il giorno 1° :-;ettembre è morto in ::3.om~t,nell'età di anni G6 l'eoTeo·io , b b FEDERICO SETTH proprietario ùella '' Tipografia Tiberina ,, in cui ormai da otto anni si stampa la nostra Rivista. Ci associamo con tutto il cuore al dolore dei figli per la perdita di un uomo che, non comuue f esempio tra i pr9prietari, lavorò instancabilmente in mezzo ai suoi operai finchè potè reggersi in piP✓ di, e fu buono_ con tutti. f.:r-1f.:r-1 ~ /sr-\ ('2.\ fsr-\ {Sr-:1{Sr-:1 ~ {Sr-:1 fsr-\ ~ {Sr-:1{Sr-:1 fsr-\ {Sr-:1 ~ W-\ , , v , v , v ' v ' v ,-v-,-\1-,-,,-i-v-,-v-,-v-•-v , -,-,,-,-v-·-v ,-, . . l~lOJTOPII lEBIBESTI (Far male al Nord, senza arrecare del bene al Sud I) (Continuazione - vedi num. precedente) IV. L'aborrimento che i liberisti s~ntono per la protezi_one ha sospinto il De Viti ad una affermazione davvero nuova: a negare l'azione benefica della tariffa del 1887 sulle industrie del Settentrione. I critici - me compreso - di vario colore - socialisti, conservatori e progressisti - non negarono mai che la protezione accordata da quel la tariffa non avesse giovato considerevolmente alle inùustrie del nord; alla negazione non si può pervenire che co1l'accecarnento passionale di un dotteinario. Il giovamento venne riconosciuto, dal• l'on. Colombo a tutta una catena d'industriali, di economisti e di politici, dagli interessati che avevano la minore convenienza ad ammetterlo dopo che si era delineata sull'orizzonte la qutstlona del Mezzogiorno, nella quale entrava come ingrediente principale la politica doganale, elle aveva cagionato o aggravato la situazione economica del Sud. Del resto, tutti gl'indici economici del Settentrione stanno ad attestare deìla evidenza ùel fatto, e mi sembra quasi umiliante insistere per provarlo. Veramente il De Viti non nega del tutto l'azione benefica della tariffa del 1887 in favore delle industrie e del Settentrione; ma assicura che le in• dustrie erano in condizioni prospere, e che la protezione valse soltanto ad assicurare la realizzazione improvi 1isa di estraguadagni di congiuntura agli industriali. Io non conosco la situazione dei singoli industriali prima della tariffa del 1887 ; sono' disposto ad ammettere che essa fosse buona; che i loro lamenti fossero _tJoggiati sul falso; e che la protezione ottenuta abbia. accresciuto i loro guadagni. Ma da questo a fare della taeiffa de11'87, un atto dì alta speculazione fl,nanziaria e di borsa, a me scm bra, che ci corra molto. )

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