424 RIVISTA POPOLAB:K DI POLITICA. LBTTERB • SCIENZE SOCIA.Li tutt'altro che superl~tiva. E il fallimento di Teresa è stato, fatalmente, dichiarato dalla giuria e dalla corte: non quello della scaltra :finanziera, passato in giudicato malgrado l'ingenuità, di. qualche testimone illuso; bensì quello della grande artista, dell'abile attrice: con una prosaica condanna per falso e truffa, sibi suisque. Ma ... che la soluzione sia, soltanto provvisoria? A distanza di giorni, il germe che Teresa ha lanciato nel terreno della curiosità pubblica - g·erme degno alla dramatica bituminosa d' un qualunque Sardou - pare voler produrre i suoi frutti: il romanzo di Régnier e dei milioni prussiani trova credito, controllo e appassiona~i, quantunque troppe anime scettiche si ridano ormai dei r::>manzi e delle teste calde. B scetticismo a cui non dànno se non ra~ione la rinunzia dei due Daurignac al ricorso in Cassazione, e le stesse esitanze della protagonista prima di sottoscriverlo. E da.ll'altra parte resta il famoso clossier segreto del quale il deputato Berry reclama l'apertura, con relativa compromissione d'alti personaggi politici che si vogliono partecipi nelle gesta :finanziarie dell'avventuriera, e relativo balzare in cruda luce di fatti intravisti in iscorcio, o strozzati, nel corso del dibattimento. Il fatto di cronaca s'estenderebbe ad episodio storico, e le sorti d'una truffa continuata s'impernierebbero su quelle d'una repubblica. Calunnia o verità, auguriamo seria l'inchiesta e pronta la luce: le dubbie incriminazioni, anche quando non esagerate, son J?.enose nel bel momento operoso che la Francia attraversa. • Il marchese di Salisbu1•y. - Il vecchio statista che la malattia grave aveva obbligato, fin dal giugno del 1902, ad abbandonare· la scena politica, è morto nel giorno anniversario del suo cinquantesimo auno di vita politica. I giorn~li conservatori ne piangono la perdita, i giornali liberali ne tessono la .biografia, tutti concordi a dichiarare eh~ in lui l'Inghilterra ha perduto una delle sue grandi :fìg·ure. E così è difatti. Al disopra delle differenti opinioni politiche, delle lotte di partito 1 e delle fortune o dei rovesci del potere sta l' uomo. E l' uomo, in lui, fu tale che alla Slla morte ha meritato l'elogio di tutti. Non fu uomo moderno, nè poteva esserlo. La sua educazione essenzialmente aristocratica, le nobiliari tradizioni della su.a famiglia lo separavano troppo profondamente dalla democrazia cui, oggi, è riservato il trionfo. Mentre Gladstone riusciva a capire lo spirito dei tempi e lasciava di sè la memoria come d'uno dei più grandi statisti inglesi, il marchese di Salisbury non riusciva ad essere che il membro più influente del partito conservatore. Egli non era il leacler del suo partito: il suo temperamento freddo, e l'assoluta mancanza d'entusiasmo ch'erano in lui, gli impedirono sempre di avere su gli uomini quell'ascendente che è dote e necessità prima di ogni capo partito. Egli, quindi, 1ha dovuto adattarsi a comandare e dirigere senza apparire e, in questi ultimi tempi, alcuni elementi invadenti del , suQ gabinetto hanno portato il nucleo del partito conservatore, sopra una via che - a quanto indicano due recenti elezioni e l'atteggiamento di una parte della stampa conservatrice - non è la più. atta a mantenere al potere quel partito, nè a dargli la vittoria alle prossime elezioni generali. La sua politica ester.a si risente del suo temperamento calcolatore, e come s'egli fosse sta'to un discepolo fedele di Bentham, all'interesse materiale egli pospose ogni altra, constderazione. Di g ui una politica ingenerosa,· fr0dda, egoista, crudele quasj, all'interno come all'estero. All'interno a lui doYette l'Irlanda lfl leggi coercitive, e la questione della dh;occupa'.id.one fu da lui respinta come inesistente malgrado che nel 1888 gli parlassero in commissione - a nome dei disoccupati - il cardinale Manning, lord Herschell, il vescovo How e Arna.ldo White. · All'estero l'indifferenza per i massacri armeni, nella questione macedone, nell'affare di Creta, e ultimamente la debole condotta dell'Inghilterra nell'estremo oriente, gli possono essere ascritti ad errori; come errore gravissimo fu quello di aver voluto essere blando verso il D.r J ameson, e di essersi lasciata prendere la mano da Ohamberlain a proposito di tutte le colonie inglesi. Amministratore accorto e sagace diede ottima prova di sè le due volte ch'egli fu nominato Governatore del1' India e dimostrò che l'India potrebbe essere Lm paese felice della dominazione inglese se i rappresentanti dell'Impero mandati a governarla non fossero - come disgraziatamente sono - gli' uomini meno intelligenti, e meno energici del reame. 'A prò della classe lavoratrice poco fece, ed anche quel poco, perchè l'opinione pubblica .fu più forte della sua voluta inerzia. Grazie a quella agitazione egli dovette occuparsi degli alloggi per gli opera,i, e lo fece con quella solerzia che era sua qualità speciale e che egli sapeva spiegare quando prendeva a cuore uno 9 ualunque degli affari pubblici. Non era ambizioso, e del resto non avrebbe avuto nessuna ragione cli esserlo perchè la sua casa è una delle principali d'Inghilterra ed egl,i sentiva altamente del suo titolo e del suo rango. E di questo sentimento della sua alta personalità e della sua alta posizione era impregnata tutta la sua politica. Gli errori ch'egli commise, e furono frequenti e molti, sono imputahili a questa sua educazione e a questo suo caxattere. In questi ultimi tempi, e poco prima ch'egli si ritirasse completamente dalla vita politica, egli si la.sciò piegare ad accettare alcune delle nuove idee e ne resnltò la " Legge sul governo locale in Irlanda ,, eppoi la " La legge irlandese sulla terra ,, che egli caldeggiò molto. Religiosissimo, egli fu grande fautore della nuova legge su l'educazione e si adoperò a tutt' uom9 perchè fosse approvata tale quale era stata proposta, e riuscì nel suo intento. Quanto e come egli simpatizzasse con la nuova teoria protezionista di Ohamberlain non è facile dire poichè dacchè egli si ritirò dal governo si diede tutto a certi suoi prediletti studi di :fisica, evitando accuratameute di dare giudizi politici e di esprjmere opinìoni a proposito del movimento e della azione politica dei suoi ex-colleghi al gabinetto. 'l'uttavia è' probabile che quelle idee non gli sieno state antipatiche, tanto più che, in fondo, il protezionismo si risolve in una serie di tasse più o meno gravose sui generi elementari. Tasse che pesano, più che altro, su la classe povera che godette sempre pochissimo le simpatie del nobile Lord. Ma nessuno può affermare .questo con certezza. In famiglia, con gli uomini, fra i famigliari fu molto amato; fu largo d'aiuti ai giovani che egli credette valere qualche cosa per sapere, per intelligenza, o per gusto. Dell'opera sua politica non rimarrà nulla; già molto poco rimane. Il partito conservatore non è più, oggi, quello di un tempo; altre idee lo informano, ed altre
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