Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 16 - 31 agosto 1903

RIVISTA POPOLARE DI POLJTICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALJ 423 infinita mitezza di animo con un coraggio leonino, che non era fatto ·di scatti e di . auto-esaitazione, ma era calmo, sereno, sorridente sempre, anche dove più :fitte attorno a lui piombavano le palle. Morì egli repubblicano? Io lo credo, nonostante qualche apparenza contraria, che trova la sua spiegazione e nel su9 profondo sentimento unitario ed anche nelle dolorose vicende economiche che contristarono gli ultimi anni della sua vita. E se repubblicano non fosse morto il mio affetto per lui non verrebbe diminuito da una infinitesima quantità. Sulla sua tomba con soverchia teatralità parlò Gabriele D'Annunzio; ma le sue parole costituiscono uno di quelli squarci di rettorica magnifica ed a:ffascinan1·.: ' ' , . . ·~-.:- ~ -. ' ~ . :<.; ·'.~~ 'i. :~·~ te; ed io nella impotenza in cui mi sento di potere dirc-1 o scrivere qualche cosa, che lontanamente si avcini, pien~ di ammirazione e come omaggio all'estinto le riproduco. Qualcuno osservò che la prosa dannunziana è sproporzionata all'uomo cui fu dedicata. Non è il mio avviso. Quando un uomo ha posseduto ,la bontà di Menotti; quando dj eroismo si sono date le prove che egli dette a Calata:fimi, a Palermo, ad Aspromonte, nel Tirolo, a Men.tana, a Digione; quando si porta ·il gran nome di Garibaldi e di un Garibaldi si parla in un ambiente tetramente grandioso e pieno di grandiosi ricordi quali son quelli della campagna romana, la commemorazione di Gabriele D'Annunzio è al suo posto; è la sola adatta ! N. O. ~ D'Annunzio per Menotti Garibaldi. - Ecco il discorso pronunziato da Gabriele d'Annunzio sul feretro di Menotti Garibaldi; " Non convengono molte parole a questo eroe che tra le sue virtù ebbe il culto del silenzio vigile e della brevità possente. Anche nell'assemblea dinanzi alla facondia dei mestatori egli stette sempre come una mole di volontà, raccolta, troppo in discordia colla viltà dei tempi.- " Ora più che un discorso verboso deve essere cara ai snoi Mani una fronda di quercia robusta. " Noi l'abbiamo portata con animo religioso, venendo p"er la grande campagna che e~·li volle fecondare col sudore dell'opera, per renderla ancora la parente alma delle biade, dopo che tanto sangue garibaldino] 'aveva fecondata per la messe ideale. " Qui gli piacque essere sepolto, uso a coricarsi sul campo di battaglia da buon guerriero. " Qui rimanga il primogenito e non lontano dal padre, poìchè se le ossa venerande sono custodite dal granito insulare, l'eterno spirito è sempre vivo nef vento che soffia dal Tirreno su 1uesto Lazio divino eterribile di febbri e di fatti. " un· giorno quando la patria s·eutirà più virilmente la div!nità e la- bellezza delle memorie, un giorno da Roma a Oarano sarà aperta una delle vie sacre su cui il popolo rin.novellato celebrerà i trionfi delle volontà esemplari. " Dinanzi alla tomba del primogenito di Garibaldi, ogni cuore italiano nella presente mise:.-ia nostra fa voti che quel giorno non sia troppo lontano,, . • La liquidazione di Tere!i.a. - " Oomedia ,, è stato battezzato il processo degli Humbert, con una di quelle tre o quattro locuzioni convenzionali in cui s'arena, per le grandi occasioni, la non limata retorica gazzettiera. (La penultima è stata la diafaneità, trita e ritrita, d'un certo .Augusto Vegliardo). Nulla di più adorabilmente spontaneo d'un luogo comune: e su la comedia noi diremo, naturalmente, che è calato il telone. La ridda di personaggi e fatti reali e favolosi tur binante da una quindicina di giorui, nell'alta temperatura del Palazzo di Giustizia, intorno all'eroina della truffa, alla Bradamante dello scrocco, a codesta Teresa 11011 giovine nè seducente, dal tagliente sguardo suggestivo; Federico Humbert, il sedicente pittore-poe ta; Romano Daurignac, l'esilarante epicureo; Emilio, l'imbecille ; e poi la sinistra figura strozzina di Cattani ; una sfilata di finanzieri in carne ed ossa, su 'l cui naso prolungato per· l'occasione si crepò la bolla di sa pone dei milioni leggendarii in una vil moneta di rame (italiana, per giunta), unico contennto della cassa forte dell' avenue de la Grande Arrnée; una coppia di Crawfords fantomatici; un castello di nebbia: tutto ciò è :finito nella decapitazione marionettistica della donna-prodigio, complici il cinismo sottile del presidente Bonn.et e i grossolani fati della procedura. Le spettatrici parigine - elegap.te prodotto della fermentazione di nostra latinità in fase di putrefazione - son rimaste mediocremente sodisfàtte nel loro appetito di scandalo. La curiosità publica, in attesa della bomba promessa dalla fondatrice della rente viagère, ha ondeggiato tra la politica e la pornogra~a, nel quesito alquanto plautino dei dati patronimici dell'imperterrita Teresa, indissolubile dall'altro interrogativo su l'esistenza dei milioni. Paternità incestuosa d'un fabbricante di zuccheri? o, ~on meno equivoca, d'un maresciallo reo d'alto tradimento? ricchezze pro venienti da un Mestan morto in Olanda su la fine dal secolo XVII, o datanti solo dalla débacle dell'ultimo impero? Finalmente, dopo i passi magnetici tentati dall'oratoria di Labori su i dodici galantuomini del giurì, la bomba è scoppiata; Teresa ha_ rivelato. un nome - Régnier, traditore di Metz nel 1870 -: era il nome d'un defunto e d'un dimenticato, e l'impressione è riùscita *

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