140 R!VLSTA POJ'rJLARE DI POL111CA. LETTERE E SCIENZE SOCIAL1 Egli si sedette un istante sul muri~ciolo accanto alla porta e pensò. Fra un istante egli avrebbe percorso 4. uella strada grigia per, forse, non ricalcarla mai più. Avrebbe lasciato dietro di se quel villaggio da.l quale non era mai uscito, avrebbe abbandonato 'quell'angolo di mondo dove e 6li aveva tra5corso tutti gli anni della sua vita, dal giorno della sua nascita a qu-~l giorno, per andar lontano alla Città Santa dove riposa il Principe ùegli Apostoli, dove il Servo di Dio, il più santo dei mortali, perdona, consola e benedice. Dentro la casetta tutti dormi vano Egli a ,·eva fatto tutto quello che dovev<1. fare; tutto disposto la sera innanzi perchè da quella mattina sua fosse tutta la sua vita, suo tutto l'avvenire, e sua tutta la terra. Al figlio maggiore aveva confidato la casa, la stalla, ed il terreno che egli coltivava; alla nuorn l'incarico di portare ogni anno al cimitero il giorno di Sant' }\nna l'ampolla d'olio sulla fossa dove da tanti anni dormiva la moglie, la compagna fedele delle fatiche, delle pene, e delle speranze Aveva pagato gli ultimi piccoli debiti. aveva abbracciato gli amici, e dopo es ere stato benedetto dal parroco, era andato a dimandare perdono ed a baciare la mano a color0 che lo avevano offeso. S'era addormentato senza un rimorso, senza un livore, senza una pena in core.Aveva abl'.>raccia.toe benedetto i suoi, e, per la prima volta nella sua vita, egli s'era sentito felice, libero da tutte le cure materiali, senza posseder più nulla, nè valore cli cose, nè affetto o nemicizia di uomini, paùrone soltanto del su0 piccolo sacco, del suo bastone cti J_Jellegrino,e della gioia grande che gli veni va dal pensiero che egli poteva, ora, incamminarsi per adempiere il suo voto. Ed aveva dormito felice le ore di quell'ultima nntte sotto il tetto di casa sua. Desto prima dell' alba, scalzo, senza far rumore, era andato a sedèrsi un istante sul muricciolo. Gli passò in t1uell'istante pr,r la mente tutta la sua vita trascorsa; ricordò gli anni della infanzia, poi la gioventù. Si rivide corteggiando la sua Anna, si ricorùò lo sposalizio, e i lunghi anni di lavoro e di pena passati insieme, le nascite dei figli, e la guerra che era venuta a devastare i campi. Poi il lungo silenzio della pace, le stagioni or liete oe tristi, poi la lunga malattia della moglie, e il voto fatto di andare, appena avrebbe potuto, scalzo, a piedi, a pregare nella Città Santa, sulla tomba di S. Pietro, se Dio glie la facesse guarire. Ed Anna era guarita quella volta, e tanti anni erano trascorsi ancora, or tristi or lieti.. Poi era morta. I figli ·erano grandi. Il maggiore aveva mogli.e e figli, egli dunque poteva e doveva adempire il suo voto. Un falr,o, spaziando in larghi cerchi concentrici lanciò due o tre volte uno strillo acuto, un gallo improvvisamente cantò. Le cime degli alberi lontani, apparvero come orlate da una trina sottile di luce azzurognola che scendeva dal cielo, diven· tato di un verde pallido striato di rosa. La. stra.da sembra.va liberarsi del la uni f'onnità grigia di poc'anzi, e sprazzi di lucè <lei ca.ta la inondava.no e lunghe ombre come di grandi esseri viventi, ci si allungavano sopra e pa.re'rnno traversarla. Dal :-;oleodi un campo una allodola spiccò il volo rapida, diritta come freccia scoccata dall'arco, ed il suo canto argentino s' affievolì poco a poco, mentre diventava un. punto quasi impercettibile nel pallido cielo. Egli seguì cm lo sguarJo l'allodola, poi lentamente s'alzò, si buttò dietro le spalle il sacco, si fece il segno della croce, e s'avviò. Incomincia va a sciogliere il suo voto. Lasciò dietro di sè la pi·rnura verde fertilizzata dalle chiare onde della Vistola, traversò prati, e campi, e boschi, fermandosi a mormorare brevi preghiere dinanzi ai tabernacoli dei Santi all'ingresso dei villaggi;' camminò giorno e notte, instancabile, animato dal desiderio ardente di giungerci presto alla tomba del Santo venerato e pregare. I suoi piedi erano diventati duri come due pezzi di pietra, e le sue gambe gli parevano due barre d'acciaio obbedienti alla sua forte volontà, infaticabili. E camminò un lungo mese nutrendosi di pane solo, bevendo acqua ai ruscelli ed alle fonti della via, dormendo sotto gli alberi qu1ndo il tempo era bello, nelle c;:i,panne, nei fieni! i, nei pagliai, quanùo scrosciav<1.la pioggia. Le intemverie gli avevano fatto nera e grinzosa la faccia, i suoi capelli erano diventati lunghi e la barba arruffata gli copriva le guancie e gli nascondeva il collo come una folta sfilacciatura di stoppa giallognola. Una sera arrivò ad una grande città. I e aveva traversate parer.chie di notte e di giorno, e s' Pra dovunque veduto fatto s~gno ad una curiosità malsana, che lo inquietava. Egli provava in cuore una grande paura delle agglomerazioni umane. Sapeva che il peccato regna nelle città, il peccato dell' oro, del cibo, e della carne, e quando poteva evitarle anche allungando di qualche miglio la via; lo faceva. Ma quella sera nqn potette. Il Danubio, largo, turbinoso, violento, gli sbarrava ogni via; soltanto nella città e' erano i ponti, bisognava traversarla. Le gole profonde e nere dei Carpazi, le buie foreste della Moravia non gli avevano fatto paura. Aveva udito parecchie volte la notte, l'urlo dei lupi affamati, e più d'una volta arrivato su qualche cima brulla aveva veduto, da uno spacco dAlla roccia, l'aquila slanciarsi r,on uno strido rauco verso il cielo; egli s'era fatto il segno della croce ed aveva continuato· la sua via, imperterrito. Più d'una volta fermatos~ a qualche. capanna per chiedere un sorso d'acqua, un pez.zo di pane, s'era visto chiudere la porta in faccia, e l'abbaiare dei cani lo aveva costretto ad allontanarsi, ma non aveva avuto paura. Egli sapeva, egli aveva pi;-ovato, che per una porta chiusa ce n'erano cento che si apri vano; un tozzo di pane non gli era mancato mai, sbvente la sera seduto insieme ad
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