' 422 HIV/STA POPOLARE DI POLITlCA, LJITTERB E SCIENZE SOCIALl brano, che potrebbe anche essere considerato come riboccante di verità. Lo prendiamo colle molle e lo presentiamo ai nostri lettori: " I socialisti, dice Rerum " scriptor, ·sono molto affacendati nelle tendenze. Quei " piccoli borghesi disoccupati e famelici che si credono "· socialisti perchè non sono riusciti a $Cavarsi una " nicchia nell'odiata società borghese e che formano la " parte più attiva e più numerosa dei nostri Circoli, ·" si trovano tra loro in concorrenza per i segretariati " stipendiati dalle Camere del lavoro e delle altre ori' ganizzazioni operaie; per gl'impieghi municipali nei " Comuni dominati in tutto o in parte dai. socialisti, per " .la gloria di essere i1 più bel parlatore e }a persona " più autorevole del paese, pel desiderio di andare a " scaldare le panche del Consiglio Comunale e magari " del Parlaménto ; e sono perciò divisi in due.... ten- "' denze: quella di chi è arrivato e vuol rimanere (ri- " forrnisti), e quella di chi vuole arrivare ma trova il " posto preso e teuta di cacciar di nido il compagno "' (rivoluzionari). ::Yia i riformisti pensano alle riforme " come i cardinali pensano allo Spirito Santo nella e- " lezione del papa e i rivoluzionari in primis et ante " ominia dichiarano che non si sentono nessun desi- " derio di fare la rivoluzione; il che permette ai rivolu- " donari di àiventar riformisti appenb, qualche esecrabile · " affine faccia intravedere un piccolo posticino da 45 lire al " mese, e ai riformisti di svegliarsi 'rivoluzionari se durante " la notte dovessero veder svanire certe piccole speran:::elle da " lungo tenipo accare::::::ate ... ' . • Si poteva, dire più bellamente che le due tendente sono la cosa più spore~ di questo' mondo?,. Dopo questo pò pò di roba che riguarda i socialisti e c.he viene da un socialista dei più accreditati, anche senza fermarci sul mirabolante segreto di Rerum scriptor, che deve obbligare automaticamente il 1v.larcheseDi Riidini a chiedere l'elemosina sui Quattro Canti di Palermo, si potnbbe concludere come egli concludeva sui repubblicani: i socialisti sono tiitto quel che volete e non sono niente; ma noi preferiamo la conclusione positiva e ·riconosciamo che P-Ssi sono qualche cosa: essi sono stati sinora, nella grandissima maggioran,::a, i rnigliori alleati cli Casa Savoja. .J.,a relazioue c.ldla Conunissione Reale pe1.• lo . avvenfrc <li ,apitli. - L'abbiamo letta col massimo compiacimento. E:5s:-t segna il trionfo più indiscutibile di F. S. Nitti, che delle proposte concrete più importanti di detta Commissione si è fatto instancabile propugnatore, e che alla sua nomina ha tanto contribuito. Infatti, co.me lo stesso Nitti ha detto a chi lo intervistò per conto dell'Avanti! - che primo tra tutti i giornali di Roma pubblicò la Relazione - la Commissione ha affermato due cose che costituisco.no i capisaldi della su a propaganda: 1 ° la esistenza di un · problema speciale della città di Napoli; 28 ,1a necessità di promovere la rinnovazione della grande ed infelice città per mezzo·. della sua trasformazione industriale. L'insieme di queste proposty è tale che si rimane semplicemente sbalorditi, leggendo qualche giornale locale, che lo considera come ridic?lè. Tanto può l'ignoranza o la mal::i.fede ! Ma quelle dell'Avanti sono davvero le proposte della Commissione ? · Un telegramma del senatore Miraglia, sindaco di N apoli, ch'è mugna pars della Commissione, ne farebbe dubitare se non altro per la forma; ma nel fatto che un giornale. ufficioso e bene informato come la -Tribuna si è affrettato a copiarle dalJ.'organo socialista fa comprendere che, nella sostanza almeno, devono essere esatte. ' . Un problema pm iD?-portante si pone: il governo farà sue tali proposte? Se non le facesse sue dovremmo credere che esso preterisce il suicidio o che conta per lo meno sulla viltà della deputazione meridionale e sulle divisioni che può suscitare il campanilismo più gretto e più riprovevole. Diciamo che la causa di Napoli dovrebbe essere assunta come propria dalla deputazione meridiona1e perchè la trasformazione industriale sua ed il suo risorgimento economico se non hanno l'importanza decisiva esagerata che loro assegna il Nitti il le sorti di tutto, Mezzogiorno, certamente segnerebbero un primo passo e gigantesco sulla via che l'Ital~a dovrà battere, se davvero vorrà es sere una nazione una moralmente e realmente _e non una soltanto burocraticamente sotto la compressione delle bajonette. I settentrionali domanderanno favoii compensatori. che distrnggebbero il tentativo di un livellamento economico tra le varie regioni e che non sarà mai ·completo per infinite cause naturali e storiche? Forse! In quedo caso sarà dovere precipuo ,della deputazione meridionale ricordare e dimostrare che i compensi il Settentrione li ebbe e con anticipazione, e furono pagati dal Mezzogiorno. In attesa degli avvenimenti noi mandiamo un saluto affettuoso a F. ·S. Nitti modello di sana energia servita. da una mente poderosa e da una vasta coltura; a F. S. Nitti che vorremmo vedere in Parlamento rappresentante di quella Napoli al cui risorgimento si è consacrato senza ambizione e senza la. più lontana speranza. di vedersene ricompensato. .. L'inceodio bulgaro. - Divampa! Dove uom1n1 si battono per la libertà e per. la loro fede ogni discussione deve cessare e chiunque l'una e l'altra tiene nel massimo conto deve far voti che ai combattenti, levatisi contro il dominio più esoso e più scellerato - quello del Grande Assassino di Costantinopoli - sorrida la vittoria. E noi l'auguriamo di cuore ai bulgari, nella speranza anche che la diplomazia europea per soverchio amore di pace e per la paura di vedere scatenare un, terribile conflitto determinato dagli appetiti disonesti della Hussia e dell'Austria· Ungheria, che certuni vorrebbero destare anche nel nostro paese, esca dalla sua mussulmana inerzia. Ed auguriamo pure ai bulgari che essi possano, liberarsi di quel Ferdinando di Coburgo, che rappresenta tra i regattoli la figura più losca, più antipatica e più codarda dei nostri tempi. E qualc.he cosa contro di lui si ·va maturando. -¼ Menotti Garibaldi. - Lo conobbi personalmente nel 1862 quando ebbi l'onore di far parte del suo battaglione: Roma o morte, che sugli spalti di Aspromonte poco mancò non assistesse alla morte di Giuseppe . Garibaldi, dalla monarchia Sabadua ripagato col piombo delle fulgide gemme attaccate alla sua corona. Lo rividi nel Tirolo nel 1866 combattente contro gli austriaci; e più tardi nella Òamera italiana·: e quanto più lo conoscevo e lo avvicinavo tanto più lo amavo. Menotti Garibaldi, infatti, se del padre non •ebbe la fortuna e il genio militare, ebbe il fascino della vita intima ch'era grande e soltanto uguale al suo coraggio materiale. In lui si accoppiavano mirabilmente una
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==