438 RIVISTA POPOLA.RE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI industriale clelle cainpagne che ha delle condizioni di vita e di lavoro tutte speciali, e la cui importanza nello Stato a,umenta ogni giorno. ,, Tutto fa prevedere, infatti, che l' esodo industriale di cui si scorgono ora gli albori, è destinato a prendere un ampiezza, che eguaglierà, forse, quella dell'esodo rurale del XIX secolo. E' anzitutto, per la maggior parte delle industrie, una questione di trasporti. Certo, tra le imprese che si concentrano nelle città, ve ne son molte la cui stessa natura impedisce, o rende molto difficile, il trasferimento in campagna; quelle, per esempio, che producono per il consumo locale le cose che si trasportano o si conservano malamente, oppure quelle che hanno bi::;ogno d'una mano d'opera speciale la cui capacità professione è il resulta,to di tradizioni acquistate e trasmesse di generazione in generazione. Ma, per molte altre, l'allontanamento dalle agglomerazioni urbane non pre8enterebbe che dei vantaggi economici, se i trasporti fossero gratuiti, o per metterci in una ipotesi più immediata.mente verosimile, se l'uniformità delle tariffe esistesse per le strade ferrate, com~ esiste già per le comunica:doni po8tali e telegrafiche. Formulata in questi termini generali l'idea urta, na,- turalmente, in obiezioni d'ordine pratico, del tutto }1naloghe, del resto, a, quelle che si formula,rono un tempo contro la riform~L postale. Però, vi ::;0110 numerosi esempi di tariffe per zone, che costituiscono un avviè:tinento verso il sistem.a delle tari:tl'e uniformi. ':L'utti conoscono l' esperienz::L fatta in Ungheria. In Inghilterra le Compagnie delle strade ferrate trovano interesse a trasportare il pesce clai porti della Scozia a Londrn, allo stesso prezzo 1.;hedai porti inglesi situati a metà strada. A New-York, le tariffe di trasporto ùel latte son o identkhe per tutte le località runtli, ch'erano sitmtl·e prim.cLin un raggio di 100 miglia,, e oggi in uno di ,100 miglia, domani, forse - se si ascolteranno gl'.incitamenti di molti uomini competenti - in un ra,ggio di 1000 miglia. E, necessariamente, a misura che le iniziative cli _questo genere si moltiplicheranno e si genera.lizzeranno, i motivi che trattengono le imprese industrinJi nei grandi centri, o nelle vicinanze immediate dei grandi centri, verranno in.debolendosi. " L'effetto di una tariffa uniforme per le st:i:ade ferrate - dice vVeber - se clovesse mai esser rea.lizzata (e noi ab biamo visto che è già, in mi"a certa misura, una realtà per gl'industriali della Nuova Inghilterra) sarebbe quello di eliminare il fattore " facilità dei trasporti ,, ,' i vantaggi o svantaggi che presentano diverse località, dal punto di vista della produzione. La grande città non djstribuirebbe più i suoi prodotti in condizione di miglior mercato che la piccola località. posta e il terreno gratuito, come .fu il caso in numerose piccole città del Michigan, delle New-Y ersey e d'altri Stati. (1) Insomma, vi sono dei seri motivi per pensare che noi torniamo a un punto di ritorno clell'evoluzione industriale, al punto di vista della distribuzione geografi.ca delle imprese. Mentre che lo sviluppo delle industrie elettriche rend.e possibile la messa in valore delle regioni che sembravano dover restare perpetuamente abbandonate, il rialzo della vendita nella città, il prezzo esorbitante dei terreni, l'aggravarsi delle tasse, la concentrazione delle forze operaie, le cui esigenze crescono, necessariamente, col costo della vita urbana, determinano un gran numero d'industriali ad allontanarsi dai grandi centrj, e ad emigrare nei sobborghi o ~ell'aperta campagna. E soprattutto nel paese in cui i mezzi di trasporto appartengono allo Stato, questo esodo è loro facilitato, o, almeno, potrebbe esserlo facilmente, da una politica ferroviaria che favorisse la d.ecentntlizzazione industriale. Che questa politica si affermi, si sostenga. si sviluppi in tutte le sue conseguenze logiche: le popola,- zioni rurali non sa,ranno più costrette, per necessità economiche ad affluire verso le agglomerazioni urbane; e le popolazioni agglomerate attua.lmenle nelle città, }_)Otran:n,oconservare le loro occupazioni indus~ri,di vivendo in un è:LmbienLepiù salubre e rin1ettenclosi a cont,Ltto con hL vita dei campi. E. VA'.'l.DERVELDE (1) Wtiber, Tlw g1·01cih of citie:,,, pag. 205. ON. DoTT. NAPOLEONE COLAJANNI IL DIVORZIO Prezzo : Ccnt. 30 -SI.<;CON.D.A. EDIZIONE Diri9cl'e commissioni e importo atta nostra ,·lmrninistr · l' ASSEECCLESIASTICO E LA QUESTIONE NIERlDIONALE (*) ,.;..; • Sub lege libertas ! Anche l'ultimo numero della simpatica ·« Rivista Popolare ,, mi giunge tutto pieno della grave questione meridionale. Ed io elle a quelle JJOpolazioni sono legato da vincoli di sangue, di gratitudine, di amicizie carissime e di interessi, sono lieto di Quanto alle altre facilità della produzione, non v'ha superiorità da parte dei grandi centri commerciali. Le . funzioni importanti della vendita e dell' acquisto, la . facilità del capitale o del credito che prima detenninavano lo stabilirsi di molte imprese nei centri commerciali, può essere compita, oggi, con l'intermezzo d'un semplice banco situato nella città; non v'è la minima ragione per stabilirvi la fab~\:ica. D'altra parte la piccola località ha il grande vantaggio dei fitti e delle im p0ste molto minori, soprattutto quando offre a.gli industriali, per attirarli, l'esenzione da ogni imquesto opportuno risveglio. ' Mi sembrerebbe nerò che, nulla tralasciando per ottenere nuove leggi di vera P.erequazione, si do- (*) UrnL col'l'ispondenza da Roma alla Gci;zetta del Popolo di Torino (N. del ::28lug-lio) sull'uso iinprop,,io - è la parola più benevola, che possiamo adoperare - dei redditi del fondo per il culto, rende di vera attualità questo articolo - dovuto a pel'soua di granùè competenza - che per le solite esigenze dello spazio non potè andare nel passato numero. (N. cl. R.)
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