Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 16 - 31 agosto 1903

RIVISTA POPOLARE DI POLITlCA, LETTERE E SClENZE SOCIALI , 433 predilezioni e le sue concessioni all'ordine· gesuitico ne sono la prova più indiscutibile. Infine, l'opera di Leone XIII è stata quella cli qualunque altro papa passato e quale sarà quella di ogni papa futuro: l'opera del gesuitismo. L'inclividuo più geniale - peggio poi se mediocre - viene inesorabilmente assimilato dallo spirito di quella setta, che più corrisponde all'intima esc::;enza del cattolicismo romano. L'elegante latinità de'suoi versi e delle sue encicliche certo non hanno giovato gran che alla causa della chiesa; per essere troppo chiacchierino spesso ha-dovuto rimangiare il già detto; per essere troppo corrivo spesso ha dovuto distrurre il già fatto: l'abatfl Tosti eù il cardinale Gibbons ne sanno qualche cosa. Migliore prudenza, dunque, sarebbe stata scrivere di I meno e tacere di più, quando si ha fra le mani il patrocinio di una causa. per lo meno discutibile, se ha per aptagonista la cansa del progresso e della civiltà, che è tutta una eresia. * * * Le grandi cariche sono eminentemente suggestive sulla mentalità ,iel volgo così basso che alto; questa suggestione fa sì che ogni atto, per quanto minimo, cli chi le riveste, acquista sempre agli occhi di quel volgo una importanza che non ha. Non si comprende dai più che la grandezza certe volte è nelle cose ste~se e non nell'individuo che le gestisce, la cui prete~;a genialità, infatti, non esiste quasi mai p1ima di occupare gli alti posti e svanisce colla sua scomparsa. I capi delle gerarchie per caso emergono dal bujo e scompajono più o meno presto nell'oblio. Basta gettare uno sguardo sui fatti più salienti del pontificato di Leone XIII per constatare la verità di 'l uesta nosr,ra òsservazione. Egli, non meno del sno predecess()re, ha strillato snl potrwe temporale, empi.endo di recriminazioni puerili le corti dell'Europa. Evidentemente non ha saputo apprezzare il grande vantaggio che al papato è venuto dall'assenza di quello; nel b1atterare vane minacce e più vani castighi contro i pretesi usurpatori, spesso col frasario più turpe contro i patrioti più purì, egli non ha visto la figura barbina che ,gli tcccava di fare, massime quando l'intransigenza verso lo Stato italiano abbinava colla transigenza metodica e servile verso gli altri Stati anche scismatici e musulmani. Conseguenza di ciò il famoso non expedit. Invece di scendere a lottare legalmente nel campo aperto dei comizi elettorali, papa Leone, cho da questo lato sapeva di avere contraria la grandissima maggioranza degli Italiani, per ~olo dispetto ha persisti.to nell'astensionismo, onde impedire ai cattolici di partecipare alla vita politica del proprio paese. Quale la conseguenza 1 Mentre da un canto si è mascherata l'esistenza di un partito sinceramente clericale, <:lall'altro si è stimolata la disobbedienza dei fedeli, o, peggio, si è chi usi gli occhi sul fatto vergogno o dei cattolici alleati ai tanto bistrattati usu1~pator-i, massonici e misere• <lenti. Nè degna di lode può dirsi la condotta di Leone XIII durante la insurrezione armena ed il conflitto fra Greci e Turchi, fra Spagnuoli ed Americani, fr~ Boeri e(l Inglesi. Mentre i cristiani oppressi dal governo del la mezzaluna insorgevano disperatamente per scuotere un giogo insorportabile di periodica carneficina, commuovendo tutte le nazioni civili, solo le visceri di papa Leone non si commossero, malgrado i rimproveri della stampa ed il risentimento di qualche aìto prelato. Già, que to grande politico aveve stabilito relaziçni diplomatiche col governo turco - poveri crociati! - e raceva scambio di doni e di onoreficenze col grande assassino di co~tantinopoli ! Nella questione di Cuba, Leone XIII parteggiò per la monarchica ed inquisitoriale· Spagna, urtanrlo il buon sentimento del mondo civile, sempre favorevole ai deboli e agli oppressi; urtando· il sentimento dei poveri Cubani e dei cattolici degli Stati Uniti, dove si va maturando un cattolicismo nazi,,nale, cioè un'altro scisma. Fra Turchi e Macedoni, fra Inglesi e Boeri, papa Leone non ha creduto uscire dal suo gesuitico riserbo, neanco levando una platonica parola di pa-. ce. Ma nell'affare Dreyfus, per solo spirito antisemitico, parteggiò vilmente pei nazionalisti contro un innocente! Nè va dimenticato il fiasco :riportato per conto del Vaticano dalla missione del padre Macario in Abissinia, onde liberare i prigionieri italiani, almeno (luelli dell'ex stato pontificio. Quell'imperatore al'ricano, accogliendo la missione con buone parole, senza concedere nulla, s.i mostrò più civile e più politico del papa. Menélik aveva tutto il diritto di far mozzare le orecchi<-! e le mani all'emissario di chi, pnr vantandosi padre di tutti i cristiani, aveva da' suoi preti fatto benedire le bandiere italiane ed aveva Catto augurare la vittoria all'esercito italiano, che andava ad invadere e conquistare la patria dei liberi e cristiani abissini. Nè minore può dirsi il fiasco di Leone XIII pel Congresso. internazionale dell' Aja. La diplomazia papale si agitò ed agitò tutti i. governi per interven'ire; ma, con disdoro proporzionato all'impegno, non riuscì nell'intento. Ed in questi ultimi tempi, mentre le Francia caccia con la scopa le congregazioni, ed in alcune provincie dell'Austria avvengono conversioni in massa al protestantesimo, che ha fatto papa Leone per arrestare lo sviamento di queste due PI'.edilette figlie della Chiesa~ Silenzio-! La prete(;:a granùe politica papale, dunque, è nient'altro che l'opportunismo più volgare e più miope, che scende giù giù fino alla ·più infantile piccineria. Che altro sono gli ostacoli frapposti alle vi site dei sovrani esteri alla capitale d'Italia, ostacoli sempre rinnovatisi; malgrado i continuati insuccessi? E se è vero che la lliplomazia papale ha ostacolat0 il matrimonio di un princi-

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