Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 16 - 31 agosto 1903

432 RIVISTA. POPOLARE DI POLITICA, LETTERE • SCIENZE SOCIALJ situazione. prodotta dalla disoccupazione ; essi interessandosi esclusivamente dei consumatori dimenticano, come ricordò BiRmark a suo tempo, che bisogna tener conto pure della situazione che si crea ai produttori, che non sono meno numerosi. E i produttori, pur di ottenere lavoro discretamente pagato, poco si curano di pagare dieci una merce che i liberisti vorrebbero che fosse venduta per otto. E lo sanno i lavoratori del leccese, che per ottenere venticinque ,centesimi al giorno lavorando, non hanno eRitato ad affrontare le baionette dei nostri soldati ! I benefici che accorda la protezione l' hanno ratta trionfare in molti paesi; e ve l'hanno fatta durare sino a tanto che non vennero create _nuove condizioni che la resero inutile. E' il (',aso dell'Inghilterra; sarà forse il caso tra non molto degli Stati Uniti, della Germania e forse delle industrie ·della nostra Italia. Ma per queste sino a tanto che esse non si siano affermate vigorosamente l'aboandonarle all'alea della concorrenza libera sarebbè come uc-ciderle o deprimerle. Ciò non sarà possibile, fortunat.amente, perchè la prevalenza degli interessi settentrionali nel nostro par] amento non lo consentirà ; ma se ci_ò avvenisse, il Sud non potrebbe e non dovrebbe rallegrarsene. Le sofferenze del Nord }ndustriale non darebbero la maligna soddisfazione racchiusa nel proverbio: mal comune rnezzo gaudio, pérchè si ripercuoterebbero nel Mezzogiorno che col peggioramento del mercato settentrionale vedrebbe diminuire i consumi dei propri prodotti agrari. Se il Mezzogiorno vuole migliorare le proprie sorti non deve desiderare il peggioramento delle condizioni del Settentrione - a ciò si perverrebbe danneggiando le sue industrie senza un benefizio compensatore per l'agricoltura - ; ma deve invocare riduzione d'imposte e proporzionarriento alla sua rict:liezza, e provvedimenti opportuni per la sua industrializzazione Dalla semplice agricoltura non può sperare alcun incremento di benessere. Prof. NAPOLEONECOLAJANNI. Deputato al Parlamento ·Pecrolorcoheprocurdaeninouovaibbonati alla. RIV ..ISTA POPOLARE 1.0 Chi procura un abhonat?. avrà diritto ad uno dei seguenLi premi, del luLLo gratuiti: ,. . . . a I Signora SI/le. di Paolo Rerner; L tmpcrtaltsmo znolese './di F. S. Nilti . . u b) L'istruzione elementare d1_ C. Vaccaro; La Jisiologia del Genio del prof. Galleram. . . . ' e) I conj7,itti nazionali di Savell1; La malaria m Italia di 'Berteaux. d) Tre e spropo.c;iti di C'esare Lombroso di N. Col11j.anni. . . N C I . . · ~) Mouoemcnts sociaux cn ltalw, ~1 •. o aJann 1. f) Gli uJfici del lm,or~ d1 N. Co.la.1a1:m. , . . g) La grande battaglia del. lavoro d1_ N.. ColaJRlllll, h) Ne? regno cf,cltq 1Yfajia,, eh N.. ColaJannt. LeoXneIIeIlapoliticclaerì_cale Bisoo-na convenire che il papa, testè defunto :;ia nato s;tto la più benigna stella; égli deve dirsi un uomo veramente fortunato. Mentre j suoi predecessori - come i capi di ogni gerarchia più o· meno, mai sono sfuggiti alla censura ed al bi'~- simo e molti anche all'odio e al disprezzo pub- ' . blico, Leone XIII, in vece, oltre alla veneraz10ne sempre cieca dei credenti, ha conciliato anche la ammirazione degli acattolici; per lui la sumpa tutta si è diluita in una pioggia di apprezzamenti esageratamente lusinghieri e di lodi stranamente smaccate. Sotto l'ascendente morale di Ùna senilità equilibrata e· per avere lungamente occupata la cosidetta cattedra di S. Pietro, egli, che per ogni v~rso fu un papa comùne e di valore mediocre - perchè non tolse nessuno dei grandi abusi che inquinano la chiesa romana, e non tentò ness~na riforma di cui la chiesa romana ha urgente bisogno - pur'e è stato crerluto una delle menti. p~~ grandi del papato, è stato proclamato uno dei ~rn grandi politici dei tempi nostri, un vero gemo;, ma. si può dimostrare che tale Yero feticismo non è affatto giu~tificabile. L'opera di Leone XIII - che domani sarà dimenticato nella serie uniforme degli altri papi - non differisce gran che da quella de' suoi predecessori, se ne togli le nuove condizioni apportate al papato dalla politica e dalla civiltà; se ne togli i nuovi obblighi che al papato hanno imposto i nuovi tempi. Leone XIII certo non può dirsi reo di sentenze di morte, non può accusarsi di avere chiamato le armi straniere in Italia, non può biasimarsi Ji avere trescato colle ambasciatrici e coi briganti, come H suo predecessore; rna se si fosse trovato nelle condizioni di quello, anche se1ua macchiarsi di fatti di sangue e di libidine, dubitiamo forte ch'egli fosse riuscito a mantenersi in bilico ed a cattivarsi la simpatia quasi generale: i- fasti di Perugia e di Benevento in t'armino! Anche Pio IX era un buon uomo, persona,lrnente forse più di Leone XII1; gli avvenimenti burra~cosi clel suo tempo lo sciuparono. Bisogna convernre dopo ciò che i tempi nostri, dalla chiesa cattolica tanto cleplorati, non permettendo più certi eccessi, impongono una certa correttezza, che giova alla fama dei capi di ogni gera1•chia, cosi religiosa che civile. Il papato è tale ingranaggio politico, d.omin~t_o dalla reazionaria tradizione ecclesiastica, che 11 mini mo lavoro è tatto proprio dall'ultima ruota, eh' è la persona del pontefice. In Vaticano -- si . sa - ha domiuato sempre, ed ora più che mai, il o-esuitisrno di esacrata rinomanza. Il papa rosso o . serve di paravento al papa nero. Il papa, se non è un gesuifa educato in quell'ordine, deve diventarlo, Ora Leone XIII fu ge~uita pel· temperamento e per educazione, oltrech.è per necessità; le sue.

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