Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 16 - 31 agosto 1903

RIVISTA POPOLARE DI POLlT'JCA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI · 4.31 la chiama, promossa dall'on. Luzzatti ulle colonne del Sole, per sapere se al vino estero si dobba appìicare il dazio di L. 12 o di L. 20 all'Ettolitro, al lume di que.-ta massima sarebbe un.L e ·ercitazione infantile e ridicola; si capisce che ebbero torto i produttori di vino della Sicilia quando si allarmarono della iniziata importazione in Italia dei vini alèoolizzati della Francia; e torto maggiore avrebbero i _piemontesi, i veneti e i toscani, che si sono ribellati contro il pericolo della inva. :,;;ionedei vini del Mezzogiorno. Che diavolo ! e in un paese in cui il vino abbonda viene importato altro vino a più buon mercato c'è da fare r~ndere atti di gra.:de alla Divina Provvidenza, elle accorda tanti favori ai conswnato'J''i ! Le merci . i scambiano colle merci; perciò si troverà il modo di accomodare le partite e di ~aldare i conti. · Noll'applira.:done di (]_uesta massima, che. solo ,in parte è vera, i libeJ'isti non si preoccupano menoma.mente ,li tutte le vroroncle pertnrbazioni che la concorrenza sfrenata arreca, costringendo a tra- , rormazioni cli <.;alture - e quindi a perdita dei capitali inYestiti nelle antiche e ad impiego cli nuovi e occorre - a temporanea e n~m bn~ve cli:--occnpazione òi lavoratori ec; non ~i prcoccnpano ad esempio - se i viticultori del L0cco·e do man i dall'invasione elci vin i Il i Eì::uno~ ~aranno cu~trctti a ritornare ai pascoli ... La dottrina non polrehhe Calli.re: i prndurranno altre merci colle q mdi ::;i paQ'lrnrà la nwrGP·\·ino ! Che 1wgli' scambi internazionali i mdalli preziosi rn.rpresontino la minor parte 11l l sal,1aro lo di ffcrenzo tra le importazioni e le esportazioni, e che ci ...ia un c.;ornpenso colle differenze in ~onst) inverso cogli altri paesi è fuori. cli ogni dubbio; ma che i metalli prP-ziosi e· la moneta non abbiano al.cuna funzione è falso. E lo sentono istinti va mente tutti, mo ·trando una costante prnoccuzione per avere favorevole la cosidetta bilancia commerciale - anC'lie quando la si deride come nn Yieto pregiudizio. La dimostrazione tentata clal De Viti esaminando le importazioni e le esportazioni di moneta e cli metalli J..}rezìosi fa torto alla sua dottrina ecl al suo senso critico. e la os ervazione da 1ui fatta, cbe nel periodo del liberismo furono maggiori le importazioni di metalli preziosi e prevalsero le esportazioni. sotto il regime protez·ioni. ta, non aves~e delle spie'gazioni nei fatti noti, in c1uella inversione dovremmo vedere. un enigma monetario. Ma nel fatto non c'è niente cli misterioso. Le importazioni di monete e metalli preziosi preval- . ero prima del 1887 col regime. liberista nono- ·tante che avessimo contraria la bilancia commerciale, perchè avevamo aperto il gran libr·o rlel rlebilo ·vubblico. Seicento milioni in oro importammo nel solo 1 81 per abolire H corso forzo o. Con dò si spiega un altro fatto cl1e rimarrebbe assolutamente in piegabile colla constatazione pura o 0mplice ,l0l De Vi~ l'aggio :,ulla carta moneta e il premio sui cambi nonostante la maggiore importazione di mctalJi prezio i! Se dopo il 18 7, sotto il regime protezionl ta, abbiamo avuto una esportazione di metalli prezio ·i superiore alla importazione, dò è avvenuto per la :::;emJ_Jliceragione elle il forte miglioramento nella economia nazionale ha consentito all'Italia di non fare nuovi debiti all'estero e di ricomprare molte centinaia di milioni della nostra rendita collocata in Francia e in Germania. Con ciò si ::;piegano gli altri fatti correlativi a~ precedente: nono.stante la prevalente esportazione di metalli preziosi sotto il regime protezionista, la rendita ha ·superato la pari e si parla come di cosa prossima della sua conversione ; l'aggio sulla carta è scompa1·so; i cambi sono divenuti favorevoli all'Italia .... Questo tiro l'impertinente tariffa del 1887 non aYrebbe dovuto permetterselo: esso dist\1rba parecchio le elucubrazioni utopistiche e dottrinarie dei liberisti I Ma questi lietissimi fenomeni che ci fanno tanto bene sperare per lo avvenire della nostra economia nazionale sono tutti dovuti al regime protezionista 1 Non sono un Canatico per affermarlo e so bene che molto per rleterminarli vi hanno contribuito i tiOO mi I ioni all'anno che da qualche tempo penetrano in Italia, producendovi una invisibile iniezione di oro, per mezzo delle rimesse dei nostri emigrati e per l'affluenza dei tour-istes stranieri. Ma se prevalentemente le me,•ci si scmnbiano colte >nerci, come può avvenfre cho il protezionismo facendo contrarre il movimento commerciale di un paese può riuscire profìcuo alla sua economia e sopr.atutto alla grande massa dei lavoratori 1 Egli è che quando la bilancia commerciale si mantiene a lungo sfavorevole, se non vi sono tutti quei compensi costituenti la co idetta espo?'ta- ;:;ione invisiùile, elle rapJ..)resenta un poderoso elemento in Inghilterra e nei paesi industriali più ricchi, avviene lentamente l'esodo dei metalli preziosi e si hanno tutte le tri ti conseguenze di una economia ch'è costretta a ricorrere al corso forzoso della carta moneta. Da questo primo effetto delle importazioni superanti per lungo tempo le esportazioni deriva la depressione ne'i sa.lari, la mancanza di la varo e il rinvilio dei prodotti. Q ua.ndo l'e odo della moneta metallica e dei metalli preziosi ha raggiunto l'estremo suo limite, continuano le importazioni e le esportazioni e le merci si scambiano colle merci; ma_ la merce depreziata del paese depresso elle rappresenta una giornata di la varo, ad esempio, viene scambiata con una merce che non ne ha incorporato che una mezza giornata. Da questo squilibrio nel valore òelle co e che i scambiano scaturisce una sofferenza generale, contro la quale spesso è un effi-· cace rimedio la protezione, che permette la produzione della merce prima importata; protezione c.;he assicura una maggior quantità di lavoro e la ces~azione o la ò.iminuizione del fenomeno doloro o della disoccupazione- ' I liberisti non vedono la realtà della 11inistra

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