RIVISTA PnPOLARK Dl POLlfléA. LBTTE.RJ • Sét~N2R s()C/Af.J . Il dissidio socialista. - Ha :1ssunto proporzioni veramente straordinarie in questi ultimi tempi, e la Rivista se ne occuperà con articoli di socialisti aatorevoli delle due tenden:::e. Due tendenze? A sentire molti che stanno in prima linea nella mischia, non esistono divergenze sostanziali tra i partigiani di Ferri e quelli di Turati. E per noi, che da tempo ne abbiamo affermata la esistenza, acuita da rivalità personali e da differenze di temperamento, questa premura Ìiel negare che due tendenre esistano ci sembra il lato più brutto del dissidio, perchè rivel~, una mancanza di sincerità o di coraggio, che non dovrebbe esistere in un partito giovane, vigoroso e che ha la pretesa di dovere produrre esso solo la rinnovazione morale dell'Italia. Perciò lodiamo molto quei socialisti torinesi, di diversa tenden:::e, Donato Bachi e Alfon_so di Mayo, che· risolutamente affermano la, esistenza delle due tenden~·e. Il dissidio è acuto in Milano, dove è avvenuto qualche episodio che ci ha addolorato profondamente. Si sa eh~ in prima linea contro il Turati, nel giornalismo e nei comizi, si leva sempre Arturo Labriola. Ora i suoi avversari nel combatterlo hanno trasceso in modo voL gare. Se gli aderenti alla tendenta moderata, r'iforrr.istica si fossero limitati a rimproverargli la poca ortodossia collettivistica - e da quali pulpiti viene la predica! J!.i chi ci sa dire dove siano più i collettivisti ortodossi e integrali? - la cos~ non avrebbe avuto alcun che di strano; ma il muovere accusa a Labriola d'introdurre a Milano costumi e usi napoletani . ... via! questa è . una calunnia e una indecenza. E coloro che in un momento d'ira si sono lasciati andare a queste esplosioni di sincerità, quando qualcuno vorrà muoverne loro rimprovero mendicheranno scuse e attenuanti ancora più brutte, perchè a base di menzogne e di falsi pudori unitari - quasichèJ non sapessero anche le pietre ciò che molti nordici · pensano dei . . . sudici ! Il conflitto tra le due tendenze, per quanto non avessimo mai nascoste le si~patiè nostre per la tendenza Tu· rati, - che assai di più stimeremmo se meno insistesse nell'ortodissismo teorico socialista, -_non è tale da farci prendere una scalmana; esso anzi ci permette tanta serenità da farci constatare, che nelle polemiche è proprio l'intransigente e il rivoluzionario Ferri coll'Avanti! che ha serbato una lodevole misura di linguaggio. .. Una rettifica. (Per la Banca popolare di Cajano). L'egregio direttore della Banca ;Mutua popolare di Ca- ,jazzo, sig. Pasquale Maturi, c'indirizza una lettera. per i.smentire che tale istituto si::i:,caduto miseramente come venne affermato nel n°. precedente della Rivista nell'articolo: Un'esperimento fallito nel Meizogiorno. Noi assai di buon grado pubblichiamo la rettifica, sia perchè ce lo impone la lnostra lealtà, sia perchè così abbiamo il piacere di registrare un disinganno di meno . ' sul Mezzogiorno. Come il Socialistoide sia caduto un errore è presto detto. Qualche tempo fa l'ex direttore della Banca sig. Smitti commise una truffa a danno della medesima, e per la quale fu condannato a 21 mesi di reclusione. La discussione di quella causa somministrò occasione a creare o a'.d esagerare notizie sul conto dell' Istituto; e qualche giornale ne annunziò addirittura il fallimento. . Del resto, che abbia attraversato il suo periodo critico si rileva da una corrispondenza al Giornale di N apoli (che ci si manda), in una al bilancio, per g"iustificare la rettifica, e in_ cui si dice che la Banca mercè le cure intelligenti ed assidue della nuova. a.mmiuistrazione ha riJYreso la sua vita rigogliosa. E noi auguriamo di gran cuore, che essa continui a vivere rigogliosamente e possa servire di modello alle altre Banche popolari della regione. ON. DoTT. NAPOLEONE COLAJANNI IL DIVORZIO Prezzo : Oent. 30 SECONDA EDIZIONE Nor. Dirigere c?mmissioni e impo1·to atta nostra Amministr. Avreomnoonavremlaoconciliazion ? Ciòche noi pensiamo della conciliazione tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica abbiamo manifestato sin dal primo anno di vita della Rivista; più esplicitamente lo abbiamo ripetuto nell'ultimo nu~ mero, quando non era ancora avvenuta l'elezione del nuovo pontefice. Ora che habemus ponti/ìcem non abbiamo da mutare una linea su ciò che abbiamo scritto Je altre volte: pensiamo che rion si avrà la conciliazione, e che non sarà tolto il non expedit; se ciò avvenisse siamo sicuri, che alla democrazia, dopo un periodo -di reazione, non mancherebbe il trionfo fin~le. Non ritorneremmo sull'argomento se non sentissimo il dovere di constatare certe contrad dizioni, imputabili all' on. Zanardelli - ci duole moltissimo il doverlo constatare - e ad altri uomini politici e giornalisti, che pretendono di essere liberali. Che l'on. Forruccio Macola, l'uccisore di Cavallotti, possa sperare nella conciliazi<rne per ripetere in Italia e sul campo politico m6rcè l'accorùo col Papato, l'esperimento reazionario riuscito a Venezia nel campo amministrativo, mercè l'accordo del cardinale Sarto coi mo.derati della città delle Lagune, si capisce benissimo: e lVlacolasi mostra ferreamente logico. Che. il Marchese ,Crispolti nel Corriere della Sera possa da buon cattolico, che non vuole distrutta l'Italia, augurarsi che venga tolto il non· expedil, è pure comprensibile; come non•apparrà strano a chicchessia che il moderatissimo .on. Panzacchi nell'organo dell'on. Sonnino, in f0rma assai corretta, esprima il medesimo desiderio. • Ma, francamente, ~iesce assolutamente incomprensibile che la 1ribuna abbia pubblicato con tanta compiacenza, e con c_onsentimento •mal dissimulato <l'intenti, l'articolo conciliazionista del Macola, mentre inneggi~~ alla fierissima campagna anticlericale del Combes in Francia, presentandola quasi come modello da imi.tare all'Italia. Questo è del funambolismo vero, come notò l' Avanti I )f.
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