398 RIVISTA POPOLARE DI POLnTCA, LETTERE B SCIENZE SOCI.A.Li raie, ormai i combattenti per la societ~t nuova non sono più soli; essi hanno dietro di sè il forte elemento che è indispensabile a conseguire le vittorie sul terreno politico: i lavoratori. In Spagna il fenomeno apparirebbe diverso. Anzi • chi non çonosce il movimento operaio Spagnolo, potrebbe giudicare, così all'ingrosso, che il tentativo di sciopero generale, testè fallito, era tutto in favore di di un miglioramento economico. Ma c'è un fatto che getta un raggio di luce su la situazione, ed ò la liberazione degli operai cai·cerati in questi Ltltimi tempi, voluta e ottenuta dagli scioperanti. Gli arrestati erano .in prigione in seguito alle ,dimostrazioni republicane di un mese fa. Naturalmente, lo sciopero generale è fallito perchè non è ancora suonata la ultima ora della monarchia 8pagnola. Gli anarchici - che in Spagna sono un pttrtito fortissimo - vedono troppo lontano; una frazione, non indifferente, del partito socialista vede troppo vicino, e i capi dello sciopero, quelli che lo hanno consigliato, voluto e proclamato, avrebbero dov.ito tener conto di questo fatto. ::Mafra questi due estremi dei partiti popolari, stà un'altro fortissimo partito la cui coscienza politica proprio ora si forma: i sindacati operai indipendenti. Sono essi che cumulando nella loro azione le idee pratiche degli uni e degli altri, risolveranno al momento. opportuno la questione. E i sindacati operai indipendenti sono repubblicani. Ora questa tendenza nuova degli scioperi, è indice di una nuova coscienza che va formandosi llelle classi lavoratrici. Esse sentono c)te l'organismo politico deve essere trasformato perchè l'evoluzione della forma economica possa aver luogo e possa svilupparsi poi completamente. E' una. forma nuova della lotta fra il vecchio mondo e il nuovo; è un pa~so cli più verso quella trasformazione che dovrà interessare tutte le forme sociali; e che dovrà incominciare per obbligare· gli organismi politici a rendersi tali da permettere, e forse anche fa. cilitare, la più completa evoluzione; la trasformazione assoluta degli organismi che fino ad oggi hanno formato e formano tutt'ora la base della nostra società. E questi scioperi a carattere politico, mentre sono un indizio, sono anche un resultato ed un fattore - contemporaneamente - della tras~ormazione che procede. Resultato di una nuova più chiara coscienza dei propri interessi e della lotta in loro favore; fattore di quella evoluzione che incominciata col trionfo del monopolio conduce all'abolizione del monopolio stesso in politica ed in economia. .. I ,a condanna di Su1u1uontc, Casale e C.i - Apprezzamenti inqu~lilicahili. - Il processo svoltosi innanzi ad un Tribunale di Napoli per molti mesi di seguito è terminato colla condanna dei protagonisti Alberto Agnello Casale ex· deputato, Celestino "ummonte ex Sindaco di Napoli ecc. Tale condanna, giustamente viene considerata come un trionfo deg-li amici della Propaga.nda. Nella condanna gli uni vedono il trionfo della giustizia; gli altri scorgono l'epilogo dell'op~ra di Giuseppe Saredo, che chiamano opera nefasta di diffamazione contro la metropoli del Mezzogiorno. La massa de i cit taclini non se n'è sorpresa e non se n'è indignata, perc)1è g-li accusati riLenevtL meritevoli cli contlanna, ;tn- (ì()fcriè' non posseile~:-;e lampanti le prove ~iuridichu della loro reità, cll'erano nell'a,l'ia. e per cosi dire si respira vano, l'ornrn,ndo fl,ttorno a loro un ,tmbienLe specifl,le, che non avrà. poco coutri buiLo a farli mandare in galera. :Non ci occuperemmo del fatto perchò non siamo usi ad incrudelire sui caduti· ma d costringono a dirne brevemente alcuni commenti alla sentenza che ci sembrano esorbitn,nti e pericolosi. Non siamo di coloro che ipocritamente s'inchiuano dinanzi al giudicato dei magistrati, ,tnche quando esso urta contro la pubblica coscienza, e cliifìdiamo troppo della imparzialità della mag-istl'atura, italiana per accettare come norma indiscutibile il rispetto ai suoi responsi. Epperò se coloro, cui non piacque la sentenza contro Casale e C.i la sottoponessero a critica dimostrandola ingiustn. ed esorbitante, per va1·i motivi 11011 ce ne sorprenderemmo, ma discuteremmo serenamente, se ci sembrasse doveroso il farlo, gli argomenti che verte bbero adoperati. Nel caso presente, però, noi sentiamo invece cli dover protestare e11ergicamente contro i metodi, cui si a,ffid.ano i nuovi difensori che Casale e C.i hanno trovato 11ella stampa. Essi tentano infamare la. memoria il.i Giuseppe Saredo, che potè anche errare in qnalche giudizio della famosa Inchiesta su Japoli, ma, che elette prova di indipendenza, di energia e cli civismo vero intrapJ.·enùendola e çonducendola a fine senza speranztt a.i premi e cola sicurezza di raccoglierne calunnie ed ,Lmarezze indici bili. Si schizza veleno sulla. memoria del :::ìaredo, della cui Inchiesta la conc1auna di Casale e (;-.i sarebbe la giusti:fictLzione piena; ma non si riesce a dimostrnre qua.li avrebbero potuto essere i pravi moventi della sua azione coraggiosa, che doveva. amareggiare e forse accorciare gli ultimi giorni della sua vita. Risultato che egli prevedeva ed esponeva. nella intimità a pochi amici e che non lo fece deviare un istante dalla linea ' di condotta che si era tracciata nello interesse delln. cosa pubblica e del risanamento morale di Napoli. Ed è stolto davvero il tentativo di quei giornalisti che vogliono confondere la causa dei conùaunati con quelli della città 'che ne conosce le gesta e che ne fu per tanti anni la vittima. Essi cercano di eccitare lo spirito pubblico affermando che la condanna di Casale e C.i disonora Napoli, e fanno entrar e il regionalismo dove non dovrebbe a nessun costo penetrare. Questo tentativo rassomiglia a quello del Pro Sicilia all'indomani della condanna del Palizzolo (1). Si dà prova di amare davvero la. propria reMonc, non accomuuauclo le sne sorti con quelle di pochi m,dfattori che ne fecero scempio per tanti a.nni, m:t levandosi :fieramente contro i disonesti a qualunque p:1rtito essi appartengano e da qualunque regione essi vengano. A chi fosse aifetto dalla passione regionale, e volesse alla sua volta indurre la moralità di Napoli da quella dei colpiti dalla sentenza che discutiamo, si rispond,L serenamente che disonesti ce ne sono stati e ce ne sono dapertutto, al nord e al sud, e che se i grandi delinquenti del Nord talora ricevono onori e non galera, ciò si deve al fatto che essi appartengono alla categoria dei cle!inquenti scalt?-i e fortunati, che sono il prod0tto speciale cli una clata fase di civilti.L. (I) A <1uesto propusito crediamo opporluno a~verlire che !n un? slelloncino del uumerJ precedente (lo, magislrcitur(I_ 1rVJL~1l'r>nfr>) fu f\rlopei·alo un lin~uag-~io rhc fr,_ceva apparire il Palt:r,. zolo 111 una pùsi;,,ionc•µ,-iuridi<"ad1ver. ;1 ria <Jll'!lla rci"llc. ft'u111n1 O 1111 poco invoh.1ti 1 contro il fioltlo; e lr1 <:ordess,;iruo,
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