R[VISTA POPOL4.HE DI POLITICA,. LETI'ERE E SCIENZE SOCIALI 397 Senond1è se ci riuscirà., è un'altra questione. l sodalisti sono saliti al R.eichstag guadagnandosi i voti perduti dagli agrari, dai Guelfi. e da parecchi cattolid del centro. Anche ·qualche liberale s'è veduto spazza,r via nella bufera; ma i socialisti non hanno combattuto i liberali. Ora, è poco probabi1e che questi si alleeranno alle frazioni reazionarie della Camera contro i socialisti; e ciò per due ragioni: 1° perchè la conquista del suffragio universale è, principalmente, ope1~a del partito liberale; e quèsto partito rinnegherebbe la sua ragione d'essere, il suo passato, la parte più bella del suo programma alleandosi :cii reazionari 'l'edeschi; 2o perchè le leggi restrittive che colpirebbero i socialisti, anderebbero, per riflesso, a colpire anche, in parte, ff partito liberale. Ora. liberali e socialisti uniti insieme formano al Reichstag una ta.le frazione che nè per numero, nè per valore dei suoi componenti può essere trascurata; ed è probabilmente quì che verranno ad urtarsi i progetti liberticidi dei reaz;ionari Tedeschi. È certo che e:Ssi faranno di tutto per riacquistare le posizioni perdute; non è altrettanto certo però che vi possano riuscire. -4Il fenomeno degli SCioJ}Cl'i. La forma politica in Russia e in Ispagna. - È degno di nota, e non può sfuggire all'occhio di chi studia le diverse· manifestazioni sociali odierne, il fatto che da un certo tempo a, questa parte gli scioperi, diminuiti in Inghilterra, tendono a diventare di più in più numerosi, e ad abbracciare una sempre più larga zona di paesi e di mer;tieri. · Anche l'idea dello " sciopero genera.le ,, che noi ere - dia,mo inattuabile, poichè il primo giorno di un vero sciopero generale sarebbe la vigilia immediata d'una rivoluzione, anche la idea di questa forma di sciopero, politico più che economico, fattasi strada lentamente in mezzo alle classi lavoratrici le suggestiona e le conduce ove, forse, non vorrebbero, o almeno apparentemente per ora - non vogliono andare. La fine infelicissima dello sciopero generale in Olanda, avrebbe d0vuto ammaestrare i-capi delle masse lavoratrici, delle difficoltà, e delle impossibilità. d.ella via, per la quale intendono sospingere i loro adepti, e ivvrebbe dovuto far risparmiare ai lavorato_ri spagnoli le pene, le perdite e l'amarezza d'una lotta seguita da una disastrosa sconfitta. Noi non siamo contrari agli scioperi, e del resto quand'anche lo fossim0, la nostra contraria opinione non caverebbe un ragno dal buco. Lo sciopero è un fenomeno economico, che si complica qualche volta d'un problema politico, e scaturisce dalla organizzazione stessa della società attuale e dalle fatalità di lotta e di concorrenza; dal conflitto degli interessi che costituiscono il moderno movimento industriale, e il sustrato di tutta la organizzazione eco• nomica della società. Si può dire che di. fronte allo sviluppo della questione operaia la Spagna e la .Russia percorrono due ~ linee parallele; con questa differenza grande, in favore della Spagna, che gli operai Spagnoli sono più chiaramente coscienti degli. operai Russi, dello scopo finale cui vogliono arrivare. :Ed il governo .Russo, come il governo Spagnolo, si trova di fronte ad una ag·itazione che diventa tutti i giorni più difficile e più minacciosa. E' un po' il fenomeno generale dell'Europa o dell'America, soltanto in questi due paesi,. per il fatto della compressione, diventato fiÙ acuto. Noi dunque constatiamo nello sciopero il fatto, e studiamo il fenomeno cercando trarne quelli insegnamenti, e dedurne quelle leggi sociali la cui conoscenza può, forse, giovare allo sviluppo dei popoli. Già, altra volta (1) avemmo occasione di ragionare a proposito di scioperi in questa stessa rubrica, e allora osservammo che, se non adoperato bene, a proposito e con dovuto tatto, l'arma dello sciopero ferisce quelli stessi che l'adoperano. Questa volta, gli ultimissimi avvenimenti ci porgono materia di altre e, crediamo, altrettanto giuste osservazioni. L'altra volta la nostra attenzione si esercitò tutta sul terreno economico; questa volta noi possiamo osservare qualche angolo del lato politi~o. Finchè l'Autocratismo in Russia, e la Monarchia in Spagna non ebbero da combattere che i costituzionalisti - nihilisti e no - o i Carlisti, il governo riuscì a trionfare con una certa quale facilità. Il pugno d'uomini facilmente si doma, e fi.nchè l' agitazione o la lotta rimane limitata al terreno politico, un potere politico più forte riesce sempre ad avere, almeno per un certo periodo di tempo, ragione dei proprii avversari. Ma qu11ndo dal terreno politico la lotta si sposta ed invade i.l campo economico; e quando la rivendicazione economica si complica col tentativo di rivoluzione politica, allora le difficoltà pei governi diventano innumerevoli, e le probabilità della vittoria dei poteri costit,uiti diventano tanto minori, quanto maggiore è la coesione dei combattenti, chiaro il loro scopo, e innovatore il loro ideale. E gli scioperi allora diventano facilmente violenti. .Diventano, anche, indipendentemente dalla volontà dei capi, violenti perchè la questione politica è di quelle che il popolo sente di potere risolvere con la violenza, dall'oggi all'indomani; mentre la questione di una diversa organizzamenfo econonomico è sottoposta ad una evoluzione di forme di stati sociali che dall'oggi all'indomani non cambiano, e che, dalla sola violenza, non p0ssono essere trasformati. Ora la Spagna e la Russia hanno bisogno tutt'e due cli vedere trasformato il loro organismo politico. La. questione economica, che negli altri paesi d'Europa relega la politica al secondo piano, è subordinata in questi due paesi alla trasformazione del sistema politico vigente. Ond'è che in Spagna e in Russia gli scioperi acquistano un ca-rattere politico che non hanno, se non che in via eccezionale, negli altri paesi. Ed il governo Russo, che in fatto di arti subdole non è secondo a nessuno, combattendo le tendenze degli scioperanti, in un manifesto, uscito da una tipograna che sa la prosa dAl Ministro De vVitte, cerca appunto d'instillare agli operai scioperanti il sospetto che essi saranno sfruttati nei loro sforzi da quei capi che guidandoli hanno di mira un cambiamento nello stato politico Russo . .Ma gli operai non mordono all'amo. A Baku, a .Michailow, a Nicolaieff, a r:J..'iflis,a Kiew e a Odessa non solo si mantengono saldi nello sciopero, ma si oppongono con la forza ai soldati dello Tsar e provocano conflitti sanguinosi, che si ripetono spesso :finchè non fini.ranno per determinare più gravi avvenimenti. Essi non chiedono soltanto un'aumento di paga, ma esigono anche che sia loro permesso invig,re petizioni allo Tsar. Le petizioni dimandano la Costituzione. Il lato grave degli scioperi Russi è questo. La propaganda costituzionalista è penetrata nelle grandi masse ope- (1) Vedi_N. 13. Anno IX. 15 luglio 1903. « 11 fatale andar•. » • •
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