... / /lJVÌS1"APO.POLARÉ bi POLITICA., LETTERE- É SCIENZE SOCIA Ì,J 411 hu7.ionr. cl1e raggiunse il doppio della media del Regno nel la proY. di Cosenza. Per la seconda dassifica~ione f1ei delitti r,ontro le per.-;one, vale a dire le lPsioni) è da notare che, mentre nel Regno vi 1u un aumento dal 1800 in poi, in Calabria, pure mantenendosi ~ernJJre altissimo il numero delle lesioni personali, vi fu una diminuzione non disprezzabi:e. · A <lueste dimi.1~uzioni, sempre crescenti, dei delitti contro le persone si aggiunga la scomJJarsa. completa di quella triste piaga r,he faceYa Ùella Calabria la regione tipica della del in 1uenz.:1. collettiva, il brigantaggio, e si \reù rà come un gran passo si è ratto nell ,tttenua7-ione del fenorn1:rno criminoso. Però se gli omiciJii vanno viepiù <liminuendo, i reati contro la proprietà sono in au · mento e se il brigantaggio non è che un semplice ricordo di un passato piuttosto remoto, un'altra associ;-1.zione a mal fare ad esso si sostituisce: la picciotteria, con questa differ.en~a che, mentre il primo fiorì semp-re nelle montagne della Sila·, ht seconda esercita, specialmente, le sua azione nella 1n·ovincia di Reggio. Cile cosa è la picciotterta? Il Monelli. e il De Sandis, nel loro ultimo bellissimo libro: Biogr-a/ìa rli un bandito ( G. Musolino), dicono che essa è nna derivazione della mafia, importata· dai lavoratori siciliani, che si impiegaronq nella costruz"ione della ferrovia Reggio-Eboli. Clte sia un portato di altre regioni è verissimo, pokhè è proprio da una quindicina di anni elle questa associazione fa parlare delle sue gesta nella provincia di Reggio; ma che picciotteria e mafia siano la medesima cosa non lo crediamo Gli autori della « Biografia di un bandito >> nello s~ri.vere il loro libro, hanno avuto un preconcetto, comune, del resto, alla maggior parte degli scrittori che si occupano della delinquenza meri- <lionale, <ruello di voler ad ogni .costo trovarvi l'a2.ione della razza. Per loro, infatti, non bisogna credere che_ la picciotteria abbia sempre di mira il guadagno: l'animo Calabrese è nobile, e non agogna. a possedere per mezzo del furto .... Sembra p·iuttosto c1re essa sia legata_ al sentimento individualistico di reazione alla legge, che non a quello bassamente egoistico del guadagno )) - Ora quest'affermàzione viene smentita ·dai fatti. · Si vuole che non vi siano dei regolamenti scritti, perchè queste associazioni vivono per mutui e taciti accordi di parola o di azione; ebbene i regolamenti esistono, e noi abbiamo potuto leggerne tre, di cui uno sopra un giornale di Reggio, alcuni anni addietro, un altro nel Folf:l-loinecalalJro-reugino del Megali Del Giudice, e un terzo nella Cronaca dei dibattimenti di Catanzaro. . Si dice che la pi.cciotteria non ha sempre di mira il guadagno percl1è l'animo calabrese è nobi le e non agogna a possedere per mezzo del furto. Ciò è vel'O in pari.e, 1rnrchè se non è il gua.- <lagno l'esclusi,ra mira di 4.uest'associazion~, è certo però clte il furto è i 1 principale dei reati da essa r..;omrnessi, e questo si desume, oltre che dagli statuti su detti, dai numerosi processi .svoltisi in questi ultimi tempi. Un'altra proYa si ha nel fatto che la picciotteria non conta che persone appartenenti alle classi più disagiate e ché essa si è accentuata maggiormente nel circondario <li Palmi, in special modo dopo due gravi Gause di perturbamento economico: i terremoti del 1894 che recarono la miseria in quei paesi é la rnòsca olearia elle distrusse gli splendidi uliveti elle, per quelle contrade, raµpresentavano l'unica f'onte di ricchezza. Questo prova che, a torto, 'il Morselli e il De Sanctis, vogliono la~ciar da banda il pauperismo, che pure dallo stesso Morselli è tenuto' in non !JOCa importanza nella sua Antropolouia oenenrlr', e prova ancora elle non sono n.el vero quando a~- seriscono che come la mafia e la caniorra la pi<"- ciotteria non è già diffusa e potente in quelle campagne dove è pe.ggiore lo stato economico delle plebi ... e ~he q ueHe forme di associa7.ion i criminose parrebbero fJiuttosto collegarsi. ad uno stato ec.:onomico meno infelice, ::id una vita social• mente più int(!nsa. Stando a ciò, non sappiamo . spiegarci come in Cittanova e Cinquefrondi. paesi tutt'altro che agiati e di vita socialmente intensa si siano potuti, due o tre anni fa, processare per associazione a del inq u0re 248 !Jersone su' 12.000 ab. nel primo e 128 su 5.000 ab. nel secondo. Se quel che viene asserito dai due chiat'i scienziati Cosse vero, i paesi, posti sullo stretto, dovrebbero essere infestati di picciotti; in primo luogo perc11è l'elemento forestiero vi ha, in quei luoghi, dimorato più a lungo, in occasione della costruzione della ferrovia e delle numerose fortezze, secondariamente perchè esiste un certo movimento industriale e commerciale e infine percllè la popolazione è quotidianamente in contatto con le città di Reggio e Messina. Eppu-re riuesti paesi sono in una perenne tranquillità, molto 5.li raro turbata da qualche delitto, tanto che la forza JJUbblica è limitatissima e non in tutti i comuni è dato trovare ~empre un carabiniere. Il fatto vero è che la picciotteria, importata cla gente forestiera,· deve principalmente al disagio economico il suo sviluppo e fino a che questo importantissimo fattore, che allontana il bambino dalla scuola e spinge l'adulto alla prigione, non sarà miti.gato, è inutile sperare miglioramento civile da quelle popolazioni infelici. * * * . Il numero dei reati contro il buon costume e l'ordine delle fa1nigbie è abbastanza grande in Calabria, circa il doppio della media Jel Regno e da. tre a cinque volte maggiore della. medi.a del le provincie del Nord e in parte anche del G~ntrn. · Dinanzi a tale considerevole sproporzione sernbra che l'immoralità predomini in Ga1:xbria e l'ordina.monto della fa1n-iglia sia tul'bato 1Jiù elle in
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