Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 15 - 15 agosto 1903

]:llVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 409 E sino a tutto il 1892 fu perdita sicura di circa 25 milioni all'anno pel solo vino, che colpì una regione ecunomicamente debole~ e che' aveva fatto debiti per compire la propria trasformazione agricola, e che non aveva. menomamente ammortizzato le spese d'impianto. Il depreziamento arrecato dalla improvvisa diminuzione annua di circa un milione di ettolitri fu enorme. Ad un economista come il De Johannis non c'è bisogno di rammentare che j prezzi dipendono in una misùra molto maggiore della quantità del prodotto invenduto, che preme sul mercato. Perciò fu spaventevole la crisi attraversata allora dalle Puglie e da una parte d,ella Sicilia. Se ne occupò a suo tempo un liberista che risponde al nome di Vilfredo Pareto, ed a cui il . direttore dell' Econornista di Firenze non negherà fede. La pei;-dita da 953,590 ettolitri si ridusse a ettoHtri 230,104 nel terzo periodo, in cui si ebbe l'azione parzialmente riparatrice dei trattati del 1891-92. Non mi pare quindi nè logico, nè onesto negare gli enormi danni che l'agricoltura meridionale subì in un primo tempo a causa della tariffa del 1887. Ma. i danni furono permanenti? Furono in parte riparati dopo? Si potevano in gran parte evitare? Comincio dal rispondere all'ultima domanda. I danni in gran parte o in tutto si potevano evitare: la tariffa. generale del 1887 non rendeva fatale la guerra di tariff~ colla· Francia. Crispi che non commise il grave errore della denunzia del trattato del 1881, come alcuni a tort~. gli rimproverano, imputabile a Depretis; Crispi che non è il vero autore e padre della tariffa del 1887, ha sulla sua coscienza la grande responsabilità di aver negata la proroga chiesta dalla Francia e di averne provocato lo sdegno e il risentimento col viaggio di Friederichsruhe e colla parte as.sunta di agente provocatore per conto della Triplice. Ma questa fu tutta colpa di Crispi? Questi era di una ignoranza fenomenale in fatto di economia, ed era guidato e ipnotizzato da chi rappresentava gl'interessi delle industrie settentrionali: dall' onorevole Ellena. Lo dichiarò esplicitamente il Luzzatti, da me provocato, alla Camerà, 1'11 dicembre 1901. La tariffa _del 1887 non avrebbe impedita la conclusione di un nuovo trattato colla Francia, come più tardi si conchiuse colla Germania, coll'AustriaUnglleria e colla Svizzera, e nel 1898 colla stessa Francia. Il nuovo trattato sarebbe stato sempre benefico all'agricoltura. del Mezzogiorno; e per ammetterlo con fondamento basta a .provarlo il fatto che anche dopo il trionfo del Melinismo nel 1892, la Francia, prima che fosse com-• piuta la ricostituzione dei suoi vigneti, seguitò -ed.importare sino ad otto milionC di ettolitri di vino dalla Spagna. Ecco la verità. R non $ tutta la verità. t danni della tariffa del 1887 all'agricoltura del Mezzogiorno furono· riparati in parte daì nuovi trattati; ma in una parte maggiore -lo furono ·dallo sviluppo del mercato interno. Il caso ùello sviluppo del Commercio della Provincia di Bari, di cui mi occupai nel libro: Per ia Economia Nazionale e pel dazio sul grano (p. 265), è tipico. L'esportazione e· l'importazione di tale provincia nel 1887, anno di massima floridezza fu di Lire 198.086,651 e ·salì a Lire 270,40),560 nel 1897.L'incremento venne dato per intero dalla maggiore esportazione che da · Lire 43,061,79 nel 1887 salì a Lire ·114,248,525nel 1897; e questa maggiore esportazione in massima parte avvenne verso il Settentrione d'Italia. Posteriormente, secondo i dati _pubblicati dalla Camera di Commercio presieduta dal solerte DeTullio, le cifre si presentano meno favorev_oli; ma rimangono sempre tali che assicurano che la produzione agraria della Puglia - regione rappresentativa dell'agricoltura meridionale - ha ripreso il suo posto; e ciò, principalmente pei consumi aumentati del Settentrione d'Italia. Secop,do il Comm. Miraglia, il competentissimo direttore generale del Banco di Napoli, la Sicilia col Mezzogiorno attualmente esportano da 6 ad 8 milioni di ettolitri di vino nel Settentrione d'Italia (1). Le conclusioni evidenti ed imparziali di questa prima parte della mia risposta al De Viti sono , le seguenti : 1 ° la tariffa del 1887 arrecò un danno colossale immediato all'economia ed all' agrfooltura '1el Mezzogiorno, della Sicilia e della Sardegna; 2° non era assolutamente necessario, fatale, che tali danni si subissero - in tutto o in parte potevano essere evitati concludendo un nuovo trattato di commercio colla Francia; 3° i danni vennero in parte riparati coi successivi trattati colle potenze centrali e collo sviluppo considerevole del mercato interno. (continua) PRO[•'. NAPOLEONE COLAJANNI Deputato al Parlamènto. (l) Relazione su i futuri trattati di Commercio al R. Istituto d'Incoraggiamento di Napoli: Napoli 1902. p. 5. LavitasociailneCalabria LA CRIMINALITÀ Uno degli indici più importanti, per determinare il grado, più o meno elevato, di civiltà di un paese, è il contributo che questo paese dà all~ statistiche criminali,' perchè, è fuor di dubbio, quanto più un. indiYiduo o una convivenza qualsiasi violano le norme giuridiche, tanto più evidente appare il segno d'inferiorità civile. È tendenza costante, nelle società, la trasformazione del delitto, procedente parallela al cammino delle società stesse verso forme di vita più elevate. Come l'uomo istruito e raffinato rifugge, per lo più, di sparger del s~ngue, mentre il rozzo

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