Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 15 - 15 agosto 1903

404 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA. LBTTERE • SCIIINZB SOCIALI ' IL RITORNO AI CAMPI Lospostamento delleindustriev rsole campagne (Continuazione Vedi Num. prec.) Lo sviluppo della produzione capitalistica, concentrando le principali industrie nella città e nei bacini carboniferi, ha fatto sparire una quantità d'industrie contadinesche, che fornivano a legioni di artigiani e di piccoli coltivatori, una rendita principale o accessoria. Dappertutto ove queste industrie non sono state spostate, o trasformate in industrie capitalistiche e, specialmente, nelle regioni ove prima dominava la filatura o la tessitura a mano, la popolazione rurale S\ è trovata obbligata a cercare fuori il lavoro, sia· emigrando, sia assentandosi una parte dell'anno, sia andando a lavorare quotidianamente nei centri industriali. Ma, in altre regioni, industrie nuove si sono stabilite e, da alcuni anni, i capi dell'imprese hanno una innegabile tendenza a trasferire, tutte le volte che possano, i loro stabilimenti nella campagna. Il fine a cui si tende, è il ribasso del prezzo di produzione, con la riduzione dei salari e del prezzo di acquisto o di locazi;ne degli immobili, oppure, nei paesi di montagna, è quello di utilizzare la forza motrice delle grandi cascate, sostituendo il carbone bianco carbone nero. Affamata di carbone, la macchina a vapore si era allontanata dai corsi d'acqua, l'elettricità ve la riconduce. Questa rivoluzione tecnica comincia a delinearsi, specialmente, in Germania, in Austria, nel nord D'Italia, nelle alte vallate dei Pirenei e dell'Est della Francia, ove G. Hu.notaux, ne descrive gli effetti nel modo seguente: " Su tutto il massiccio del Delfinato e dappertutto nel massiccio alpino, si trovano .officine considerevoli, installate su tutti gli angoli di un paese che, alcuni anni or sono, viveva miseramente. Ora si trasforma a vista d'occhio. I villaggi s'arricchiscano; le capanne diventano case; i più piccoli villaggi sono illuminati a luce elettrica; dappertutto sono piantati i pali che reggono i fili che trasportano la forza; i tramways elettrici corrono lungo le vallate e raggiungono ora le montagne ,,. Se.condo una statistica ufficiale; che rimonta al gennaio 1899, si sono aggiunte dal 1890, agli 8961 molini e piccoli stabilimenti, che impiegavano in media 12 cavalli e mezzo di forza, 58 nuove officine che dispongono di una forza di 250000 cavalli, ossia più di 4000 ca- ·valli ciascuna. Durante questi tre ultimi anni, il numero delle officine ha dovuto aumentare considerevolmente. Così non è strano che ci si preoccupi delle condi- . zioni con le quali,· nell'avvenire, degli stabilimenti di questo genere potranno essere stabiliti. La questione è presentemente allo studio al ministero del Commercio. Già il 6 luglio 1900, i signori Loubet, Baudin e Dupuy presentarono una proposta di legge che attribuisce allo Stato il diritto esclusivo di concedere le forze idrauliche a tutte le officine che impiegano più di 100 cavalli di forza. Questa proposta solleva in certi amb_ienti, le critiche più vivaci. Certi giureconsulti le rimproverano di costi- , tuire pei rivieraschi una vera espropriazione senza indennità (1). Ma, nondimeno, e dappertutto· ove la regione delle acque si presti, noi assistiamo ad uno spostamento industriale, che la trasmissione dell'energia a granq.i distanze generalizzerà forse, un giorno, e di cui non si può che intravedere le multiple e profonde conseguenZ€ economiche e sociali. In ogni caso, ciò che è oggi certo, è che il trasporto o la creazione di vaste intraprese industriali nelle regioni alpestri, che costituiscono, in ragione della loro povertà, dei focolari di emigrazione, dispensa una parte dei loro abitanti dal cercare del lavoro fuori di casa e vi attira inoltre, degli operai scelti, il cui reclutamen~o sulla piazza non sarebbe possibile. Frattanto, per quanto importante sia e, soprattutto poss·a essere nell'avvenire, l'azione decentralizzatrice esercitata dall'impiego delle forze motrici naturali, non ha, pel momento, il carattere di generalità che presenta quest'altro fenomeno di crescenza del capitalismo: lo spostamento degli stabilimenti industriali verso le campagne, per pagare dei.fitti, e, soprattutto, per pagare dei salari meno alti. Agli Stati Uniti, come in Europa, si constata, infatti che l'industria emigra sempre più verso la campagna e, d'altra parte, malgrado la decadenza generale delle industrie rurali a domicilio, ve n'è una certa quantità di esse che conservano le loro posizioni o anche ne conquistano delle nuove. È il caso, per esempio, in Germania, ove il numero totale degli operai a domicilfo è disceso da 476.075 nel 1882, a 457.748 nel 1895; ma questa diminuzione è esclusivamente dovuta alla decadenza del lavoro manuale nell'industria tessile; gli altri rami, un centinaio, accusano un aumento nelle grandi città, da una parte, ma anche nelle regioni montagnose (2). Lo stesso, nel Belgio, ove, dal 1846 al 1896, il numero degli operai, uomini e donne, che lavorano a domicilio, è diminuito da 2QO.OOO a 120.000, meno a causa di una diminuzione generale che per la sparizione quasi completa di più di 100.000 filatori e :filatrici delle Fiandrie· ma mentre le industrie antiche come l'industria l del lino, dei chiodi, dei coltelli, del tessuto di paglia, vedevano crescere i loro effettivi e si trasformavano in industrie urbane, altre, al contrario, come le manifatture dei merletti, dei guanti, la fabbricazione dei sigari, si spostavano verso la campagna, alla ricerca della mano d'opera a buon mercato (3). È vero che queste industrie, miseramente pagate non impiegano quasi che delle donne e dei ragazzi, ma ve n'è, però, di quelle che occupano numerosi operai maschi e adulti, e contribuiscono seriamente ad irraggiare l'emigrazione nelle città., Tali sono, in Francia e in Svizzera, le industrie rurali della regione Lionese e della regione del Giura. Nelle vicinanze di ~aint-Etienne, la fabbricazione di nastri di seta e di velluti si estende su 17 comuni del dipartimento della Loira e su 10 comuni Q.ell'Alta Loira. Mentre che il numero dei mestieri diminuisce an- (i) Brun. Progetto della presa di possesso dello Stato sulle cadute d'acqua (Revue catholique des istitutions e du droit) Fevrier 1902. (2) Harris. Present condition oJ the hand working and domestic industries oJ Germany. Bulletin of the Department of labor. Washington, may. 1902. (3) Ved. Ministero dell'industria e del lavoro. Censiment?. ge: nerale della industria e dei mestieri (31 ottobre l8Q6). Analisi dE>~ volumi I e U pag, 42. Bruxellefì, flayez, 1900. I

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