Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 14 - 31 luglio 1903

itmSTA POPOLABN DI POLl11CA. U'lTEJUl. SCil!Nn S()CIALJ 3'73 Il cattolicismo non libererà milioni di spiriti legandoli ad un ideale nuovo. Non saprà nemmeno :r:iconoscere nel vasto fervore dello spirito nuovo e della libera democrazia, la continuazione di ciò che lo spirito cristiano ebbe di più ardente e di più nobile. Nietsche si ride di noi - e adula il Papato - quando mostra l'ultimo papa che saluta Zarathustra e gli dice: « O te, il più pio degli atei, io non posso vivere che vicino a te. » Il Papato non finirà punto con una parola di speranza, ma morrà balbettando un vago ~natema misto di restrizione diplomatica e di una scomunica ambigua piena di malintesi. I. J AURJÌ,S. li li IIII1111111111111111 TTI 111111111111111 ! 1111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 La giustizia dello Czar. Lo Cza•· (ctlle delegazione degli Ebrei): Di che vi lagnate 1 Non sa'pete dunque che la nostra ingiustizia è uguale per tutti. (Floh di Vienna). LEONE XIII Uno dei papi che la storia chiamerà fra i p1u grandi che abbiano governata la Chiesa, si è spento. Non ancora gli è stato nominato il successore; appena, appena su lui s'è chiusa la bara e già il giudizio concorde degli uomini spassionati, conviene nella affermazione che l'opera compiuta da questo esile vecchio, che sotto i paramenti sacri pareva vanire come una visione incorporea, è un opera grande e forte. In altri tempi; in tempi di fede più sincera e più salda, di lotta più violenta e di più forti passioni egli sarebbe stato un dominatore ; uno di quegli uomini che aprono al mondo le vie nuove; che impongono agli uomini la loro forza, il loro potere e, nell'errore o nel bene, trionfano. Ed anche in questi nostri tempi piccini,. in cui ognuno si consola della propria ignavia misurandola ed accomunandola alla ignavi~ di tutti; anche in questi nostri tempi egli riuscì ad essere l'uomo singolare; l'uomo che imprime la propria orma nei fatti e nei tempi. Una interpretazione troppo ristretta dei fatti storici tende ad escludere dallo svolgimento delle vicende umane l'influenza dell' uno per sostituirvi l'azione delle masse, la pressione di leggi e di fatti economici. E, in verità, questo lato degli avvenimenti umani era stato trascurato dagli storici del passato, e se ne togli il Ireen nella «:storia del popolo Inglese », il Michelet nella e Storia di Francia », Augustin Thierry nelle « Lettere su la Storia di Francia » e. la Zaller nel « Ria§- sunto della Storia di Germania :. nessuno storico prima dei nostri modernissimi tempi, aveva cercato di far rilevare che anche le masse popolari, le folle grigie avevano avuto una parte non indifferente nella formazione· del pensiero e del fatto storico. Ma la teoria, troppo esclusivamente inte• sa, è diventata a sua volta inesatta; come inesatta Le trasformazioni di Guglielmo II. Quale testa si farà 1 (ora dopo la vitto-ria clei socialisti) (Fischietto di Torino). è la teoria che al solo fattore individuale: quale il Buck.le accenna nella sua « Introduzione alla. storia della civiltà, ,. assegna la influenza e la causa del divenire dei popoli. Nè ancora si è trovato lo storico geniale che formuli la vera legge degli avvenimenti storici, poichè nella conciliazione fra le due teorie stà il vero segreto della storia scientifica e perciò vera. I fattori etnici, economici, politici, intellettuali, morali, sentimentali e individuali concorrono tutti in diffe·renti proporzioni, or l'uno su l'altro dominanti, ma pure tutti insieme alla formazione ed allo svolgimento di ·un dato, fatto sociale, d'un tale qualunque avvenimento storico. E. sovente sono ognuno di essi causa ed effetto ad un tempo, sempre lo sono l'uno dell'altro. Senza Cesare al Rubicone, senza il suo alea }acta est non si avrebbe avuto l'Impero: senza le folle barbare d'Italia e di Germania, senza le Municipia non si avrebbe avuto il Cristianesimo trionfante in Europa. Senza Pietro l'Eremita, e

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