Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 14 - 31 luglio 1903

,. .. RIVISTA POPOLARE DI POLrrtCA, LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI 371 essa finisce :i;i.eldignitoso e triste silenzio delle cose che lentamente nell'ombra si consumano. La malattia avvilente la decima, i cervelli stretti, le menti dure, sono il suo retaggio nel mondo ora; essa :finisce v~cchia, nella debilità senile. Un'altra parte assunse consumandosi un carattere più vergognoso. L'èredità del vizio è la sua. Il vizio e l'ozio la rodono e la consumano. Essa risuscita per le donne le cerimonie di Lesbo; ed i suoi uomini sono esperti delle arti e de' piaceri pe' quali era tanto debole Òrazio. E Orazio riporta il nostro pensiero all'antica società Romana che finiva; egli l'uomo del tempo, e dei vizi di quel tempo. E noi associamo gli scandali della Avenue Friedland e il barone Adelsward, e il conte Warren, e la contessa C. M, al pensiero di quella casta patrizia che :finiva in Roma, mentre in Roma stessa si preparava la società nuova che doveva. succederle; e ricordiamo il suggestivo gruppo del Bi0ndi - forse non artisticamente bello come concetto scultorio, •ma superbamente bello e' vero come concetto so hle -,·" Saturnalia ,, dove tutto il vizio e tutta la corruzione e l'abiettezza delle società che :finiscono è espresso. E pensiamo che mentre nei tuguri umili, nell'ombra, la società che sarà forte domani prepara nella sobrietà forzata, nella castità in volontaria il cervello ed i muscoli per i giorni di lotta e di vittoria, è logico, è naturale che nel vizio vergognoso o nel triste silenzio finiscano gli avanzi di quella società che fu la dominatrice d'ieri. Nor. \ 1 A I A 1 /1_1 A_._A_._A_,_/1_1_A_,_i\_1_l\_1_A_1_A_._A_._A_,_A_, A_i A , / v$J~~~~v$J'ZJ~~~~~~\~~~\ZJ~ IL PAPATO Dn uomo di grande spirito che viaggiava recentemente per Roma, m'ha detto uno di questi giorni: « Ci si inganna quando si parla dell'abilità della corte romana,. di vasti e sottili disegni della diplomazia pontificia. « Al contrario il Papato è inetto, ed è condannato ad essere inetto perchè decade. Non· vi sono che i poteri che ingrandiscano che siano veramente abili. Quelli di cui il tempo ha consumata la sostanza non hanno qnasi che la scelta tra gli errori. . •·In Italia i papi hanno creduto di essere accorti dando ai cattolici una parola d'ordine d'astensione elettorale. Essi credono perpetuare così la protesta contro il regime· che fa di Roma la capitale dell'Italia moderna, ma essi non hanno fatto che constatare la loro Jebolezza. La vita italiana s'è sviluppata malgrado l'astensione di un elemento che il Papato credeva vitale, e questo ha perduto il beneficio che avrebbe potuto raccogliere dalla viva azione di un partito cattolico sempre presente, sempre. agente, e che avrebbe forse costretto il nostro popolo ad una di quelle combinazioni o mezze capitolazioni in cui eccelle. Ma chi sa anche se questa tattica non sarebhe .stata piena di pericoli o d'inconvenienti ~ Il mare si ritira e la barca di San Pietro abbandonata dall'onda si trova sulla sabbia. Clrn può fare il pilota più abile o il più sicuro osservatore delle stelle ? >) t In Francia, il Papato è destinato, per quanto. faccia, a commetter~ sempre degli errori. Renan quasi hon ammirava Leone XIII, di cui i politici e i rliplomatici celebrano volentiéri il genio,e soleva dire: i È un invadente che scuote le vecchie tradizioni della Chiesa senzà esser capace di suscitare un ordine cristiano nuovo. Scandalizza le anime semplici" abituate ad identilicare le cose antich(~ e la monarchia di diritto divino con la causa della Chiesa, e non conquista e non può conquistare gli spiriti liberi •. I realisti e i conservatori hanno accusato Leone XIII d'avere, con la sua politica Ji (( ralliement », c,ompromesso la stessa religione, e denunciano quasi come un tradimento il silenr,io che ha mantenuto durante la legge sulle associazioni; ma se domani un papa più apertamente aggressivo succederà a Leone XIII e pronuncierà qualchP- lJarola di combattiOJento, una parte del clero non gli sarà grata d'affrettare la separazione della Chiesa dallo Stato che i fanfaroni del clericalismo militante fingono desiderare, ma che in fondo pa ven · tano. Parecchi di questi, nei partiti controri vol uzionari, che si lagnavano della tranc;igenza di Leone XIII, deploreranno l'intransigenza del suo successore. In qualunque senso si pronunci, il Papato è ':"Otato oggi a delle \nezze misure o ad una condotta incerta e contrad ittoria. In questo mondo in cui dominano sempre più la democrazia, la scienza e il libero esame, non può nè abbandonarsi nelle nuove direzioni, nè ingaggiare a fondo una politica di reazione violenta e continua. Se il Papato sottoscrive apertamente alle atf8rmazioni della scienza e delLt libera critica, se accoglie l'idea del vasto mondo sempre in trasformazione, se riconosce che l'umanità procede per via di evoluzione di forme anteriori della vita, se ratifica le conclusioni le più certe dell'esegesi biblica, se insegna che le leggende caldee formano una parte della Bibbia, ~ che il Pentateuco è corv-- posto di libri scritti in date differenti, scandalizza i· deboli e per le breccie ch'esso stesso ha aperte apre al libero pensiero gli spiriti smantellati. Se al contrario si ostina a man tenere le interpretazioni che la scienza ha decisamente schiacciate, se fa scoppiare tra il dogma e la scienza un antagoni smo così violento, una contraddizzione così. chiara, che il dogma non possa più vivere se non di compromessi segreti e di accomodamenti infiniti, il dogma sarà portato via da una specie di esplosione. · Così, da un secolo, il Papato ha esteso sul cristianesimo stesso la p.rotezione di una specie di diplomazia intellettuale timorata e quasi sorgnona. Là ove lo strappo tra la tradizione dommatica e la verità scientifica era troppo profondo e tropp_o *

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