368 RIVISTA POPOLARE flf POLl17CA. Lh:rf'EHE li: :~CJt..'NZt· SOCJA.Lf Malgrado le pressioni di enti indu~triali, di s·odalizi e di Camere, di Commercio tutti in favore di una par- · tecipazione ufficiale, il governo non voleva recedere dalla· presa de.liberazione, e pareva che ogni speranza 'fosse perduta,, Quindi si costituì un comitato indipendente che cercò ed ottenne l' adesione di sodalizi industriali, di Ditte fabbricatrici e commerciali, e di moltissime Camere di Commercio. Intanto nel N° del 5 novembre 1902 il Bollettino Ufficiale d'agri~oltura, industria e commercio pubblicava una • statistica dalla quale risultava che il movimento della esportazione Italiana in America del Nord da l 7 milioni di· lire nel 1897 era salito nel 1902 ~ 30 milioni. Nè il movimento asce·ndente accennava a diventare stazion-ario, o a ,diminuire. Tirato così, da cifre e da fatti per· i capelli, il governo si commosse_ e pensò che era bene intervenire. E determinossi ad intervenire. I nostri lettori giudicheranno quanto a proposito, con quanta larghezza, e· c0n quale intelligenza. 11 Governo cominciò per presentare un progett·o di legge che stabiliva il concorso ufficiale dell'Italia all'Esposizione, e stanziava a questo scopo una somma, anzi la lauta somma di L. 600000. È opportuno far rilevare che 600000 lire per il c·oncorso alla Esposizione sono state votate da piccoli Stati come il Siam, la Corea il Marocco, Cuba ecc., e può essere anche utile il sapere che la barbara Cina. ha destinato e questo scopo la somma di 2 milioni di lire. • Il governo si mostrò eccessivamente ta~cagno ; ma questo sarebbé stato il minor male se la legge fosse stata approvata. lnvece il Governo non seppe trovare il modo di farla votare d'urgenza; il Parlamento è chiuso, ora, e non si riaprirà che a Novemhre. Il Governo aveva nominato anche una commissione parlamentare incaricata di studiare le modalità della partecipazione, e di fare la pratiche indispensabili perchè il concorso dell'Italia fosse efficace. Questa commissione parlamentare non trovò mai il mezzo di riunirsi in numero l~gale, e quindi non prese ..:...e.. non ·poteva prendere - nessun a decisione in proposito. Ma l'intervento del governo aveva paralizzata ed annullata l'azione del comitato indipendente, così che alla chiusura del Parlamento le cose si sono trovq.te, praticamente, allo stato in cui stavano nel 1901 quando la proposta di partecipazione fu fatta al governo. Bisogna non dimenticare che nel mese di Marzo 1904 si apre l'accennata l'esposizione mondiale, ed il nostr0 Parlamento ripiglia i suoi lavori a novembre. 8e il Governo non avesse dimostrato, con la sua condotta di quest'ultimi tempi, che la sua virtù principale è l'inerzia, noi diremmo che il governo sia rimasto fermo nella sua prima determinazione, e che il progetto di legge, lo stanziamento del denaro, la nomina della commissione, furono semplicemente delle mosse opportune per levarsi di torno le seccature senza concludere, nè volere, niente di pratico e di positivo. Infatti noi ci troviamo a questo, che l'on. Zanardelli promise, giorni fa, ad una commissione d'industriali e di rappresentanti di camere di commercio che una delle prime leggi delle quali dovrà occuparsi, a novembre, il Parlamento, sarà questa della partecipazione dell'Italia alla esposizione di San Louis. Or questo è uno scherzo di cattivo genere. Si era parlato di Decreto Reale a questo proposito, ma l'idea è stata messa da parte; bisogna dunque aspettare novembre. Il Governo non ha fatto e non ha lasciato fa:r-e. Dopo votata la legge, ·dovrà essere dimandato lo spazio per la es posizione Itali.ann, dovrà essere costruito il pa<l.iglione, dovranno essere collocate a posto le cose esposte : tutt:o questo da 'novembre 1903 (supponendo che la legge sia veramente approvata subito) a marzo 1904, cioè in 5 mesi di tempo! Pare, quindi, che questa volta si ripeteranno, aggravati, gli errori commessi per la esposizione universale· di Chicago nel 1893. In uno dei precedenti numeri della Rivista noi abbiamoparlato - in -Rivista delle Riviste - della importanza di questa esposizione. Perciò non possiamo fare a meno di stigmatizzare la condotta inconsciente del Governo che porta l'Italia a fare una ridicola figura, di fronte a tutte le Nazioni del mondo, in una Esposizione dove ogni popolo civile porta il meglio della sua arte, e dei suoi prodotti, della sua industria cercando di dimostrare al mondo la propria _su l'altrui superiorità. l~a tpiestion~ Ualf,,-.se - La resistenza dei Maltesi alla violenza di Chamberlain che li vuo_le Inglesizzare a tutti i costi, si fa vivissim'.1 ora: che, dopo quello che si e chiamato "il colpo di Stato di Chamberlain ,,, la· questione diventa acuta. Infatti la questione della lingua coinvolge tutta la questione Maltese, e l'abolizione .della costituzione del..- 1878 e la sua sostituzione con il Governator'ato Militare è una prova di più che·il ministro Inglese delle colonie, manomettendo il diritto sacrosanto del popolo alla sua indipendenza, dimenticando il passato storico di Malta, tenendo in nessun conto le proteste delle personalità più spiccate dell'isola, e di tutta la popolazione, intende ti-attare l'isola di Malta, come un territorio di conquista, e da doversi soggiogare con la violenza e la forza. Qui. è appunto dove l' azione del Chamberlain mancando di· una base giusta, diventa una violenta manomissione di indiscutibili diritti; perchè Malta non fu per niente conquistata dagli Inglesi o a loro, da un potentato qualsiasi, ceduta. Malta si diede liberamente agli Inglesi, invocò la loro protezione e la ottenne. Se volessimo scherzare in materia tanto grave, potremmo dire che quando nel 1801 la popolazione Maltese - o una parte della popolazione Maltese - chiese la protezione deg·li Inglesi, aveva dim~nticato, .o negletta, o ignorava la interessantissima favola· del cervo, del cavallo e dell'uomo, ma, in verità la cosa è troppa seria per poterci ricamar su deHe favole. Il fatto è che nel 1814, al trattato di Parigi, l'Inghilterra accettando la petizione dei cittadini Maltesi dichiarava che essa prendeva possesso dell'Isola di Malta, e vi stabiliva la sua giurisdizione. E a Malta nessuno fece opposizione a quello stato di cose, ed al fatto perchè, in sostanza, il fatto era voluto dai più, se non da tutti i cittadini Maltesi. Ma: " qui comincian le dolenti note ,,. Appena entrata in possesso indiscusso dell'Isola, l'Inghilterra incominciò a manomettere le libertà cittadine. Costretta, dalla volontà popolare, l'Inghilterra concedette all'isola nel 184-8una Costituzione, ma tanto irrisoria e inefficace che l'agitazione per riformarla o abolirla si fece sempre più viva col passare degli anni, mentre dal canto suo l'Inghilterra rinnovava e ripeteva i tentativi di togliere ai Maltesi l'uso della lingua Italiana, considerandola una lingua straniera. Agli sforzi sia palesi che subdoli dell'Inghilterra, i Maltesi oppoi i
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