R!Vf$'tA. f'UPULA.R.b" bi POLITICA., LETTERE E SCIE!"{ZE SOCIALl rassegna dei libri e spoglio delle riviste di ogn.i paese, fatta, per l'Italia, molto bene ed imparzialmente, da Antonio Agresti. * Pure a Parigi, diretto dal Seignobos, L' Européen è giunto al terzo anno di Yita, propugnando la solidarietà e la fratellanza di tutti i popoli ci vili nell'evoluzione verso la libertà poi itica e morale: io vi leggo con particolare interesse le throniques di Marcai Collière che sono sempre dei piccoli capolavori di pensiern e di stile sugli avvenimenti del giorno, anche sui piccoli, anche su quelli che sfuggono ai più, ma che appariscono invece, all'occhio dell'artista e del pensatore, come i più sintomatici e i meglio rivelatori dei tempi, dei luoghi e delle persone. . * Terza Rivista, di tutt'altro genere, ma vivamente raccomandabile a quanti amano l'elevazione intellettuale, 111orale e politica delle masse, è L'Università Popolare, che l'avv. Moli.nari pubblica a Mantova, presso la ti 1,ografia Baraldi: la qua·· le raccoglie e con-;erva, illustrandole dove occorra, le migliori e più chiare e incisive lezioni è conrerenze che sui più svariati argomenti si vanno facendo pel popolo in Italia e fuori; tiene a giorno il lettore di quanto si fa dappertutto per l'« e~tensione universitaria », organizzata o no; e riassume, spigola, e volgarizza anche i I ,bri più gra'vi e difficili, il cui soggetto tocchi da presso~ in qualunque modo, le più vive e ferventi questioni del mondo e della società, della morale e del di ritto, della vita e della salute, dei comuni biso~·ni fisici e psichici umani, e dei mezzi per soddisfarli secondo ragione e secondo giustizia. *** « Non appena· un francese ha passato il confine, egli entra in territorio straniero ,>: questa µrof'onda sentenia, che in Francia si direbbe lapalissiana,e da noi boselliana, è dell'Havin, e lo Scarlatti la riporta nella « Minerva » come esempio delle scappate cretine, che, nella fretta dello scrivere col proto alle spalle, vengono fuori, alle ,·olte, anche da penne tutt'altro che sciocche. E anch'io, come di altre congeneri spigolate da quel paziente E- sapiente ricercatore di curiosità, lì per lì ne ho riso di cuore. Ma, ripensandoci e riflettendoci, mi sono persuaso che poteva .anche non essere un « lapsus calami »: poteva anche significare che il francese il più delle volte è niolto « chauvin », ed anche molto ignorante di tutto ciò che non sia del suo « chez nous ,., sicchè, appena fuori di casa si sente smarrito, spaesato, straniero; mentre chi -viaggia lontano dal proprio paese, munito di larghe informazioni, conoscendo più lingue, e munito di spirito cosmopolita e di sentimenti fraterni. si trova bene dovunque, su tutti i cieli riconosce il medesimo sole della sua patria, in tutti gl'idiomi altrettanti dialetti dell'unica umana favella, e altrattanti parenti, quali più prossimi e quali meno in tutti gli uomini.. .. e in tutte le donne. Con tale animo, o amici della « Rivista >>, io parto per Venezia; e passando dalle sale italiane dell'Esposizione a quelle internazionali, io non mi sentirò minim,tmente più stranierolfralpittori e scula tori russi o spagnuoli. ungheresi od inglesi, americ1.ni o giapponesi, che non passando dall'una all'altra regione italiana. dal Veneto alla Sicilia, dalla Toscana al Piemonte. , Arri vederci, dunque, a Venezia ! Chieti. MARIO PILO. RlVIST A l)ELLf: l{IVISl'E. • Nésuoy: La cittadella della re ,zione europeH. ·- La Russia per la. sua potenza, popolaz:ione, ricchezza, ancora in gran parte potenziale e latente, ha un peso enorme sui destini dell'Umanità, in generale e su quelli dell'Europa in particolare. Pel suo commercio (del grano) - da molto tempo -, per la sua industria - da poco, - per la sua letteratura recente (Tolstoy, Dostoiewsky, Gorky, etc.), la Russia porta già il suo largo e generoso contributo alla, civiltà e al progresso generali; e lo porta soprattutto per l'esempio della sua gioventù. studiosa ed eroica, che, da due o tre gener:1zioni, lotta disperatamente per un avvenire migliore. Ma tutto ciò è neutralizzato se non distrutto dallo czarismo. Considerando la parte di Caterina II (divisione della Polonia), quella di Nicola I (Santa Alleanza), quella di Alessandro I (grazie al quale Guglielmo I e Bismarck potettero, non dimentichiamolo, schiacciare ln, Francia nel 1870), e :finalmente· quella di Alessandro III, che Kicola li continua, noi vediamo lo czarismo esser sempre il fulcro della reazione europea. E' grazie allo czarismo che l'Austria fu salvata nel suo duello con l'Ungheria, che soccombette sotto il peso degli eserciti di Nicola IL Fu grazie alla convivenza e all'appoggio morale dello czarismo che la Prussia, centro e focolare del militarismo moderno, potette mantenere l'egemonia per più di un quarto di secolo. E' grazie allo czarismo che il regime semi-feudale di Guglielmo II si mantiene e si manterrà. Se lo czarismo durerà molto, la democrazia sociale - sola od alleata ai liberali e,radicali tedeschi - potrà diventare anche maggioranza nel., Reichstag, ma Gt1gliemo II abro gherà. lo stesso la costituzione, sopprimendo il suffragio universa.le etc. · Lo czarismo russo è il centro di coltura di tutti i microbi reazionari ed antisociali; è la cittadella e la riserva della controrivoluzione. In Russia non si fa che arrestare, perquisire, deportare; eppure il movimento ·ingrandisce, e i fogli e i proclami si distribuiscono a migliaia. Tra gli studenti non passa solennità universitaria senza manifestazioni anticzariste e antigovernative. Così al principio di giugno, per la celebrazione, con inviti ,speciali, del centenario dell'Istituto Forestier, nei saloni della nobiltà, il ministro Ermoloff avendo proposto di mand_are un houri·ah allo czar, i ±ischi coprirono gli applausi del pubblico selezionato e degli studenzi poliziotti ch'erano nella sala. Il ministro potè appena, con voce rotta e tremante, :finire il suo discorso. Uno dei professori si mise a leggere rapid;:i,mente le lettere e i telegrammi di felicitazione, rn.a quando' arrivò al telegramma del prefetto di polizia, il famoso Kleigels, i fischi e le ri-• sate ricominciarono, e il ministro dovette levare precipitosamente la seduta senza che la masica - invitata specialmente per questo - avesse il tempo di suonare l'inno imperiale, ciò che non impedì ai manifestanti di cantare la :Marsigliese dei lavoratori. E' va,no lottare contro una forza storica ineluttabile, ~ questa forza condurrà a un regirne responsabile, ad un regirne di controllo, ad un regime costitii::ionale. Si potrà ritardare non evitare. (Europeen - 11 luglio). ·• Albert Robin: La lotta contro la tubercolosi. - L'urgenza della lotta contro la tubercolosi è troppo evidente perchè sia utile con l'aiuto di nuovi argomenti, di pro-
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