Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 14 - 31 luglio 1903

I 386 I{ I\ 'iS !A. ,.,uPUL.'\ R I!: 1)/ POLITICA., LErrERE E SCIENZE SOCIALI bietola da zucchero, trascinano necessariamente la crèazione di stabilimenti industriali nel cuore stesso delle campagne. "In certe regioni - diceva A. Melot, nel suo rapporto al Congresso nazionale belga di agricoltura (1901) - gli e{-fetti nocivi dell'intermettenza delle occupa11:ioni agricole, sono stati combattuti con lo stabilimento d'industrie dipendenti diretta.mente dall'agricoltura; zuccherifici, distillerie agricole che impiegano durante l'inv.erno una grande parte degli operai occupati durante l'estate nei lavori dei campi. Presso Louvain una officina fabbrica delle conserve alimentari: compra dei prodott~ degli orti a più di due leghe all'intorno; gli operai agricoli trovano, ad un tempo, uno sbocco pei prodotti del loro pezzo di terra e un lavoro rimuneratore nelle giornate d'inverno (1). ,, · Di queste industrie invernali, la più importante, dal punto di vista nostro è, incontestabilmente, la fabbricazione dello zucchero di barbabietola. Secondo il censimento delle industrie belghe, del 31 ottobre 1896, circa 25,000 operai, di cui la maggior parte abitano la campagna, sono occupati, durante parecchi mesi negli zuccherifici, e possono, in conseguenza, attendere la ripresa dei lavori agricoli senza esser condannati ad uno sciopero quasi completo. Non v'è dubbio che le conseguenze della crisi agricola, quanto all'esodo rurale, sieno state sensibilmente attenuate, talora anche neutralizzate dallo sviluppo dell'industria dello zucchero e delle altre industrie che si riattaccano direttamente all'agricoltura. Soltanto, queste industrie non esistano che in certe region~: la loro estensione si trova frequentementè intralciata da un regime :fiscale difettoso e, soprattutto, dall'insufficenza del potere di acquisto delle classi operaie. Perchè l'industrializzazione dell'agricoltura si sviluppi e che la produzione intensiva dello zucchero, del burro, del latte, della carne, dei legumi, dei frutti, ritenga o riconduca nelle campagne un gran numero di braccia, bisogna che delle trasformazioni sociali profonde rialzino lo standard of life dei lavoratori e ciò permetta loro di consumare questi prodotti, non più nella misura delle loro risorse, ma nella misura dei .loro bisogni. (Continua). E. V A "DERWELDE. ,(i) Congresso nazionale belga agri<'olo di Na,nou-r, 3. fa. scicolo, pag. 773. STELLONCINI LETTERARI ':ìjS' XIII. ,All'Espo~izione di Venezia* Edoardo Rod * Pur. c:-hè si sposino * Le Eumenidi e i poetj * Uu dranuna indiano e una tragedia ~·reca * Pro e contro il O'Annunzio * Socialismo, econo1nia 1101ìt1ca, prostituzione e scienza del bene* IUviste transcis-al11ine * Il te1·rltorio straniero. Mi sembra. stamattina, di lavorare in un luogo nuovo, strano, e quasi fantastico. B appena giorno, ed attraverso le verdi persiane chiuse del mio studio a levante, in vista çlel mare, il sole viene .a tracciarmi (anche lui!) una specie di falsariga sul mur.),in due colonne come la nostra e Rivista», spiccando col suo brillante colore di fuoco su questa tenue luce verdognola, in cui ogn,i cosa, i quadri e le librerie, lo scrittojo e il di vano, le seggiole e i tavolini, sembrano anr,or sonnecchiare, godersi il lento risveglio, le prime tenui e care voci del giorno, il tintinnio lontano d'un'incudine, il lieto garrire vicino dei nidi di rondine sotto la gronda. Tutto ciò, p~r non so quale associazione di sensazioni e di ricordi, di gusti e di desiderì, mi mette addosso la nostalgia della r,ampagna, della libertà, dello StMzio. del moto, la frene.::ia di piantar qui tutto sotto chiave per due mesetti, d'abba:1donarmi per otto settimane alla voluttà del nomadismo, di correrr-1per sessJ.nta giorni la lunga penisola su e giù in ferrovia, in piroscafo, in diligenza, magari in pallone volante (se non sarà per quest'anno, sarà per l''lltro: avete viste le ultime decisivissime prove di Santos DumontY), di dormire all'albergo, di pranzare al ristorante, di seri ver cartelle e corregger bozze al caffè, sulla spiaggia, all'aria aperta. Ah, niente libri, niente riviste, niente scienza, niente letteratura, in questi due mesi: se lo tengan per detto i lettori, gli autori, e gli editori: :io filo via senza lasciare indirizzi; io mi ecclisso, scompaio, passo allo stato etereo; viaggio in istrèttissi mo incognito; sono irreperibile. E tuttavia gli « Stelloncini • non s'interrompe-. ranno del tutto; ma saranno, invece che letterari, artistici: quest'anno c'è la Quinta Esposizione Internazionale d'Arte a Venez'ia, da visitare e da rivisitare: e, come alla prima, alla seconda, alla terza, ali.a quarta, neppure a questa nuova festa del gusto mondiale contemporaneo io voglio mancare, e come di quelle, così di essa dirò a voi francamente e semplicemente le mie impressioni, che, non subordinate a vincoli di amicizie nè di combriccole nè di interessi nè d'ambizioni, saranno almeno, ciò' che non sempre accade, affatto genuine, e perciò, r-ome le precedenti, fra le più conformi allo schietto e sincero giudizio del pubblico imparziale, ch'è anche, sempre, il più onesto, il più competente, il più decisivo. *** Nella « Nuova Antologia», a proposito delrultimo suo romanzo, L'inutile e{fort, uscito testè a Parigi clal Perrin, Giovanni Cena discorre a lungo di tutta l'opera di Edouard Rod, il singolare scrittore svizzero che esordisce zoliano e pessimista, per finire tolstoiano e, direi quasi, redenzionista. Il protagonista di tutti i suoi romanzi, pur cambiando nome. età, professione, ambiente locale e sociale, è, come quelli di Gabriele D'Annunzio, fondamentalmente sempre lo stesso, l'Autore: un po' nevrastenico, un po' misantropo, un po' malato, un po', anzi molto. in principio, se non egoista, egocentrico, e quindi isolato, psichicamente, nel mondo, e quindi triste e malcontento della vita e di sè. Di costui, di quest'unico personaggio, attraverso le varie e suc"essive incarnazioni, nella Course à la niort, nel Sens de la vie, nei Trois coeurs, nella Tf'ie.privée de Michel Teissier, nel Silence, nelle Roches blanches, in Mademoiselle Anne,tte, in L'eau courartte, nel Dernier refuge, in Au milie11,du chemin, in Là haut. ed infine in questo romanzo ultimissimo, di costui, dico, noi leggiamo come il giornale intimo, ed assistiamo a tutta la vita profonda, attraverso una lunga e lenta trasformazione di sentimenti e d'idee . ....

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