366 Rl V/STA. J>OPOJ,.A.lf.K DI JJULIT!C.A.. LE1TEHE K SCIENZE SOCIA.LI Oh! le cose quante conversioni producono .... ~ La campagna ferro,riaria iniziata da Pantano in Milano - Edoardo Pantano è tempra di lottatore piuttosto unica che rara in Italia, e possono apprezzarlo soltanto coloro che lo conoscono da vicino. ~ Egli non ha soltanto la fibra forte, adamantina; ma anche l'intelHgenza acutissima, ch'è servita da una parola smagliante, che gli assicurò in ogni occasione successi oratori straordinari. Un uomo di tale tempra quando si consacra ad un impresa si può garantir~ che farà miracoli; e ne fece nel periodo delle cospirazioni per la causa repubblicana dal 18o2 al'l871; e li ha ripetuti durante l'ostruzionismo, pur mantenendosi spesso nell'ombra con una modestia insospettata da coloro che non conoscono i fatti. Edoardo Pantano per due volte consacrò le sue qualità eccezionali nell'arringo parlamentare alla riforma del regime :fiscale degli a.lcools; e trionfò. Egli ades·so si è consacrato alle questione ferroviaria, ed ha ripreso in ·Parlamento col discorso del 23 maggio 190.3 la campagna che da giornalista!aveva condotto nel Fascio della democrazia nel 1884-85. Sconfitto alla Camera col rigetto della mozione sottoscritta dall'Estrema sinistra,· in una a parecchi suoi altri amici politici decise, in vista della rinnova,zione delle Convenzioni, di ricominciare la battaglia nel paese. E l'ha ricominciata col discorso pronunziato nel Comizio di Milano, il giorno 13 luglio. In quel discorso, che gli procurò una vera ovazione, confessata e constatata con rara lealtà dalla stampa socialista, di ordinario avara di lodi verso un repubblicano, egli riassunse in una sintesi meravigliosa la dimostrazione fatta alla Camera sui danni arrecati alle Stato ed al paese - danni a centinaia di milioni al fisco ed alla economia nazionale - dalle Convezioni ferroviarie del 1885 e sulla necessità assoluta di ri- ' \ correre all'esercizio di Stato. La campagna sarà continuata; e se nel paese non .è spenta la facoltà della;percezione dei suoi supremi interessi, noi siamo sicuri _che l'esercizio di Stato, forse attraverso a qualche crisi ministeriale ed it qualche elezione generale, finirà col trionfare. Noi la seguiremo colla massima simpatia n.on solo, ma vi prenderemo parte attiva, nella misura delle nostrè forze, colla coscienza di compiere un dovere e di rendere un servizio al paese·. ..... J reduci. .... dalla C:ina e l'édocazione della Caserma. - Quando l'on. Colajanni in forma recisa, che parve brùtale, protestò alla Camera contro la cosidetta missione civilizzatrice della Europa . . . . in Cina gli urlarono contro a destra e a sinistra, e sopra-. tutto dalle tribune della stampa. Ma dopo poco tempo, conosciute meglio le cause del movimento dei boxers, e visti all'opera i civilizzatorii i fatti gli dettero completa ragione. Gli antichi urlatori o' tacqùero umiliati o eb~ero la sfacciataggine di affermare che essi avevano pensato sempre all'unisono col Colajanni, e che dissentirono da. lui per ragioni di convenienza ... L'Europa civile si disonorò con la spedizione per punire' i barbari cinesi. Il furto, lo stupro, l'assassinio nelle for~~ più efferate, elevati all'ennesima:, potenza e ridotti a sistema contraddistinsero gli eserciti europei ' . ' e spec-ialmente quello della Russia, della Germ_ania, della Francia, dell'Inghilterra. GÌ'italiani erano "orgogliosi pel fatto che i meno che I) ,t I si fossero coperti di vergogna per le immani e numerose turpitudini e scelleratezze commesse fossero i loro soldati.. .. Ma è venuto il casoModugno, ed ha distrutto l'illusione. Qualunque nostra parola potrebbe riuscire sospetta; ma sarebbe sopratutto inadeguata a far comprendere ciò che operò il tenente Modugno in Cina in nome della civiltà e per educare i barbari cinesi; perciò preferiamo lasciare la parola all'ordinanza della Camera di Consiglio di Bari, che ha invocato la punizione dell'Ufficiale ladro, assassino, e stupratore al Tribunale Militar~. · In detta ordinanza, omesse le tentate e bugiarde spiegazioni delle ricchezze riportate in Italia dalla Cina, si legge: ,,. I soldati attualmente congedati che furono in Cina alla diretta dipendenza del tenente Modugno, Nebuloso Antonio di Trani, Viscillo Giuseppe di Andria, .Baronio Silvestro di Chiari, Ciccotti Pericle di Camerino, M.anni Carmelo di Ferentino, Mirelli Cesare e Bontempi Ernesto, entrambi di Roma, confermarono che Modugno portò dalla Cina molte casse di oggetti preziosi da taluni di essi stessi preparate e portate a l;>0rdo, e che eo-li si procurò in grande copia denaro, vasellami, se-· o ' terìe pr~ziose, rapinando gli indigeni, segnatamente nella spedizione contro Pao-ting-fu e durante la marcia da Pao-ting-fu a Pekino. ,, Nebuloso, Viscillo, Ciccotti e Baronio, che col bastone alla mano e la pistola alla gola furono costretti dal Modugno a scortarlo e coadiuvarlo in quelle criminose imprese, raccontano come egli, se non-faceva addirittura sfasciare con piccozze le porte dei ricchi, per introdurvisi, vi riusciva con l'inganno, di notte,quali- :ficandosi per simbu, cioè guardia indigena. Penetratovi costringeva a forza, con minacele e. percosse, i malcapitati a conseg·nargli quanto di meglio possedevano, che poi caricava sul carro scorta, trasportando tutto a Pechino ove teneva due locali di deposito. " Il soldato Baronio si duole perchè in Cina anzichè il soldato dovette fare il boja. Racconta che in occasione dell'invasione della casa ~i due fratelli cinesi, e!ìsendosi costoro rifiutati di dargli del denaro, il Modugno sperimentò contro uno di essi la classica propagginazzione e che stava per assoggettarvi anche l'altro fratello, se costui: prev,edendo la sua sorte, per salvarsi col fratello, non gli avesse indicato il peculio seppellito e coperto con frumento. . " Altri confermano i fatti suddetti costituenti gli argomenti dei discorsi dei soldati dipendenti dal Modugno. Tutti negano che egli abbia lavorato per l'autorità e per privati cinesi. Viscillo, Mirelli e Bontempi assicurano altresì che durante la marcia verso Pechino, il Modugno perpetrò stupri di giovinette cinesi. Una volta, a Pechino, non essen9-o riuscito a goderne una con promesse di denaro, ne tentò il ratto violento. " Tutti accertano esser egli crudelissimo con i propri dipendenti, indigeni o soldati, e che era abituato: a punirli con la trattenuta della paga; a legarli per molte ore a degli alberi, in posizioni dolorose ; a percuoterli a pugni, schiaffi, calci, frustinate. Il soldato Mirelli ne porta ancora una cicatrice al collo. Tali efferatezze commovevano sino al pianto i soldati tedeschi che presenzia vano. ,, Non sarebbe un errore il menomare l'eloquenza di questi documenti coi nostri commenti ? Noi ci limiteremo. ad aggiungere queste poche altre considerazioni, che dall'uomo fanno risalire il caso al ' sistema. ,
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