I . 376 ltlVISTA POPOLAR• DI POLl11CA. LETTERB • SCIENZE SOCIAU - incompatibile coi nostri tempi - son piccole cose e scompaiono dinanzi alla sua indefessa opera di Pontefice. Nella maschia, angolosa, durissima faccia; nella maschera ieratica che si componeva ad una espressione di terribile forza nei giorni e nei momenti di cerimonia solenne, egli portava impressa tutta la volontà forte che lo ha sorretto durante i lunghi anni del pontificato, nell'opera sua indefessa. ·Egli era diventato meno che un uomo, un' ombra ;ma quell'ombra era il simbolo grande, sapientemente attivo, d'un'organismo che da secoli dura invariato sulle sue basi, -mentre tutto intorno a lui è cambiato: costituzioni di popoli, forme di società e nazioni. Ed egli ha saputo incoronare e fa'!' risplendere di luce nuova, e rendere rispettata questo organismo che pareva alla vigilia dello sfacelo. Questa, anche se a noi dispiace, è l'opera sua grande; l'opera per la quale la storia lo nominerà fra i dominatori, l'opera per la quale noi.- che non abbiamo la sua fede, che non crediamo a quello ch'egli credeva - ci sentiamo in p.overe di salutarne la forte memoria. A. AGRESTI. ~~~ ON. DoT'i'. NAPOLEONE COLAJANNI ,, IL DIVORZIO Prezzo : (font. 30 SECONDA EDIZIONE Dirigere commissioni e importo alla nostra Amministr. INATTEDSAELNUOVPAOPA ?i' La Rivista, senza derogare di una linea dai propri principì e astenendosi in pari tempo da ogni volgare e inopportuna manifestazione anticlericale, durante l'agonia di Leone XIII ha tenuto un linguaggio rispettoso verso il vegliardo che si apparecchiava ad abbandonare il timone della navicella di Pietro. Mentre in Vaticano, sotto gli auspici di uno Spirito Santo troppo compiacente cogli intriganti e cogli ambiziosi, è riunito il Conclave, che deve dare un successore al defunto Pontefice, noi rinunciamo all'allegro mestiere di profeti> e non facciamo previsioni di sorta sulla persona, che verrà designata al Sommo Uffido. Lasciamo tale compito all'on. De Cesare ed ai giornalisti che sono addentro alle segrete cose. L'almanaccamento sul futuro Papa, d'altronde, non ha per noi interesse alcuno, sicuri come siamo che trionfi Rampolla o Gotti o Oreglia, trionfi un italiano o uno straniero, nel~ grandi linee non verrà modificata menomament~ la politica del Vaticano verso l'Italia 1 nè verranno alterati quei ...... rapporti di ostilità pacifica che corrono da trentatrè anni tra l'uno e l'altra. Noi siamo sempre pienamente convinti, che il Papato è una istituzione' troppo grande, troppo cosmopolita perchè discenda ad una conciliazione col Regno dei buzzurri, e che l'Italia continua a rimanere in una botte di ferro colla sua meravigliosa legge delle Guarentigie de~ 1871.Pensiamo oggi ciò che pensavamo otto anni or sono, quando si celebrarono le così dette nozze di argento tra 14 penisola e la sua capitale (l); cioè: che non convenga al Papato, accettando la legge delle guarentigie, ri_nunziare alla sua cattolicità per assumere la parte di Primate di Roma. Riteniamo, perciò, che siano sogni di menti inferme e ardenti desideri di reazionari politici o di italiani, sinceramente religiosi~ ma amanti della patria, le speranze di conciliazione. I conciliazionisti, - propotipo dei quali nel mondo giornalistico italiano rimane l'on. De Cesare che a Leone XIII rimprovera va di non essersi abbracoiato col R~ d'Italia -,masticheranno amaro chi sa per quanto tempo ancora! Fra l'Italia e il Papato continuerà' la guerra ..... in tempo di pace, che si cumbatte dal 20 settembre 1870 in poi; nè temiamo menomamente che ci possa venire danno alcuno da un Pontefice più bellicoso e più intraprendente di Leone XIII. Una scomunica di-più, una scomunica di meno non muterà la faccia del mondo, nè guasterà la digestione degli Italiani, che ai fulmini del Vaticano sono oramai avvezzi. Il futuro Pontefice manterrà il non expedit? E le cose seguiteranno a procedere come pel passato: non male, in verità, dal punto di vista nazionale. I clericali andranno alle urne ? Si servano pure. Nel caso, che riteniamo impossibile, che ottenessero una maggioranza parlamentare, i più imbarazzati della vittoria sarebbero essi stessi. Se osassero proporre il ritorno puro e semplice allo Stato quo ante della breccJa di Porta Pia, provocherebbero una· formidabile controreazione anche tra i cattolici sinceri, che amano l'Italia. La stessa Roma clericale non saprebbe adattarsi, dopo tanti anni dì mezza libertà, a tornare indietro. Forse comincierebbero ad apprezzare le istituzioni moderne, il giorno in cui ne verrebbero privati. L'entrata in lizza dei.: clericali determinerebbe la formazione di un grande partito della libertà che rappresenterebbe tanto ossigeno ozonizzato nella gora sonnolente della nostra vita pubblica. Il trionfo finale non .potrebbe mancare alla democrazia, che ha già combattute non poche battaglie vittoriose contro l'oscurantismo vaticanesco. E in attesa dell'avvenire prossimo constatiamo intanto, con legittimo orgoglio d'italiani, che muore un papa e se ne fa un'altro, e il mondo seguita a camminare;· e che il mondo assistendo alla ri- (1) Il pensiero nostro venne replicatamonte espresso nella Ri- ()ista. Si leggano specialmente gli articoli: A feste finite; Il risoeglio ctericcitc (30 settembre 1895); Il Papato e l'Italia (15 giugno 1896),
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