Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 14 - 31 luglio 1903

Rf\/JS1"A ;•o.POLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIA Li 375 «Quod apostolici numeris 1 » in Excunle Jam anno e in Inimica uis, e come se combattere il socialinon ba~tasse, egli,volle anche attaccare la Massoneria, perchè anticlericale, e lo fe~e nella c~lc:bre enciclica l-Iumnnum genus elle è indubbiamente un capolavoro di spirito polemico. Egli volle anche essere filt)~oro e in Libertas, diede a divedere clie le te0rie riel Mill e dello Spencer non gli erano ignote. C(•rt:1mente non le accettò, anzi, in quella enciclica le combatte aspramente, le critica e aiutato dalla sua vasta erudizione riesce qualche volta a far pensare che [orse ,egli non ha tutti i torti. Ma i ,1dubbiamente egli parte da un concetto che è la negazione delle teorie moderne su la libertà, uè aveebbe· potuto essere il Pontefice ad esercitare la influenza ch'egli ha esercitato, se fosse stq,to altrimenti. L'uomo aghce in modo efficace sempre, se egli sa man.tenersi coerente all'ambiente che è il suo. Quando egli è un uomo di alto intelletto, quando in lui brilla la scintilla del genit', anclie se l'ambiente· nel quale si esercita e dal quale irradia la sua attlvità è debole, è fiaeco, è anrerso ad ogni progresso, l'uomo riuscirà sempre ad imprimere una tale quale vitalità prog_ressiva che lascia traccie in mezzo alla società su la quale egli preme con la sua· forza, e con la forza 'di quell'ambiente da lui rinnovato e diventato suo. Infatti la Chiesa Romana che alla morte di Pio IX pareva avesse perduta ogni influenza, pareva diventata un organismo che; per forza d' inerzia, sopravviveva a ~è stesso; riprese, sotto Leone XIII forza ed energia, e s'avviò su nuovo cammino, verso, forse, nuove forme, in una evo1uzione rinnovatrice elle la rende atta a nuove battaglie nelle quali non tutte le sconfitte, forse, saranno sue - le battaglie della scienza e quelle della società. E questo deve la Clliesa Romana a Leone XIII; alle suè encicliche, oltre quelle nominate, a " Dall'alto dell'Apostolico seggio ,, a '' Au milieu des solliéitudes ., e alla anche famosa, e fonte di grandi riforme n_egli studi i teologici, '' Provvidentissi1nus Deus ,,. In ognuna di queste encicliche, e nelle Bolle che ne furono il commento pratico e diedero le disposizioni positi ve per l'attuazione) e la realizzazione cl· ·l suo pensiero, egli diè prova· d'essere uomo che comprendeva i nuovi tempi .e sapeva che anche la Chiesa, questo organismo elle ha potuto vivere 19 secoli percllè ha -saputo meravigliosamente adattarsi alle esigenze ed alle necessità del momento e dell'ambiente, doveva l'innoYellarsi, doveva compiere una evoluzione nuova che la mettesse in armonia con le esigenze, il progresso, le necessità pel nostro tempo; e per questa evoluzione egli ha §piar..ata la via. Vogliano o non vogliano gli spiriti più o meno ristretti del Vaticano, la Chiesa dovrà, primd. d'aver compiuta la missione :::;torit:a per la quale è sorta; prima d'avere esp!etato tutto il suo programma, che il Maestro le tracciò nel Vangelo, prima d'avere esaurito il suo ::.:ornpito, dovrà percorrere c.tUChe questa via, passare oltre questa porta clie l'opera oculata di Leone :XII:!:le ha aperta. ·Egli concedendo agli studiosi il libero esame degli archivi VJ.ticani, organizzando la commissione per gli studi Bibli.ci ha fatto capire che h fede era al disopra della tradizione, al disopra del dogma, al disopra di ogni fatto umano e naturale. Discutendo un giorno •con un sacerdote, famoso per la sua scienza ed a IDA meraviglioso per la sua fede m'intesi dire: - Voi putrete dbtruggere e forse sarà cosi, con la scoperta di nuove e indiscutibili leggi naturali tutta la Genesi, tutto il Vangelo, voi non avrete ancora tatto nulla per rivelare all'uomo il donde ei viene, il perchè egli è, e dove egli va. In questo è la indistruttibiie fede. Leone XIII dette a di vedere che il suo profondo, il suo intimo pensiero era questo - pensiero grande, di vastissimo sapere e di fortissima f~de. Egli volle elle tutte le chiese, tutte le confessioni cristiane fossero ridotte all'unità, ed alla realizzazione di questo suo scopo egli si applicò con tutto il suo sapere e tutta la sua dura energia. Do1:ioavere rimesso in onore la filosofia· di San Tommaso cçm la enciclica « Aeterni Patris », egli nella " Immortale Dei ,. e più ancora nelle " Aniantissimae voluntati ,, e « Sutis cognitum », cercò· di raccogliere contro le forze sempre ere - scenti dello spirito Jei tempi nuovi, le forze della vecchia società rappresentate dalle diverse confessioni Cristiane. Ed anche in qnesto non riuscì interamente; egli ebbe da lottare con le meschine ambizioni e le corte vedute degli uomini. Egli, l'uomo di genio, non ru capito che a metà, eppure bastò ciò che· fu potuto capire, perchè egli, e la forma sua della fede, facessero un grande passo verso quella unità ch'egli vagheggiava completa, e che diventerà un fatto fatale, quando il montare irresistibile della marea delle nuove tendenze e delle nuove idee, miuaccerà di travolgere nell'onda dell'oblio le ve_cchie forme di dominio matériale e morale. Anche in questo egli è stato precursore; egli ha veduto p'iù alto e più lontano di tutti gli uomini del suo tempo. Uomo politico t1a commesso errori, da quan(\o prefetto di Gregorio XVI perseguitò a Perugia nel 18 H) i patriotti carbonari Perugini, a c(uando, in od io allo Stato Italiano, approvò, e più che apprnvare consigliò al ;Rampolla la politica francofila: ma bisogna non dimenticare ch'egli vedeva, impersonato nello Stato Italiano tutte le forze elle co·ncorrono allo sfacelo della società tale qual'è, e quindi alla rovina della Olliesa· che ue è uno dei cardini,· e forse il più saldo. Figlio d'una famiglia modestamente agiata nulla ha voluto per se, pochissimo ha dispos~o per i suoi, lasciando l'enorme pcttL·imonio raccolto, ai bisogni della sua Chiesa, all'incremento èlella sua fede. I suoi versi latini, la sua munificenza, e i suoi tentativi per unh resurrezione dell'arte Cristiana "

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