Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 11 - 15 giugno 1903

I • . RIVISTA POPOLARE DI POLITICA. lETTÈRÉ k SCIENZE $OCIALJ ragione; ma anche supponendo che gli Stati Uniti abbiano raggiunto il massimo della loro esportazione, i fatti dicono che il pericolo verrà da altre parti. Si sa che la produzione agricola del Sud-America è appena ora cominciata e che la Nuova Zelanda non è che al ~uo inì7.io per la esportazione dei montoni. Inoltre, noi abbiamo da fare •con un nuovo concorrente in Rus~ia, che si è impegnata a sviluppare le rlsorse della vasta pianura Siberiana. Sembra probabile che, come si p~rfezionano le comunicazioni e le macchine di ogni genere, le navi porteranno i prodotti con maggiore sicurezza e rapidità ed a minor prezzo che al giorno d'oggi. Si ricordi che l'estero non ha c!te un solo merprezzi ed alla mancanza del lavoro, si può pre• vedere che nella maggior parte dei distretti l'agricoltura inglese sia una industria in fallimento, quantunque oggi nell'assenza di una grande guerra.- e di un grande bisogno, quegto graduale fallimento non sembri che agisca male sulla prosperità generale della nazione. Ma io penso che questo abbandono della campagna non sia benefico nè per la mente nè pel corpo ~ . ... « Cinquant'anni or sono Sir James Caird seri veva: « Noi sentiamo di poter parlare con fiducia « e pieni di speranza nel futuro... Noi poniamo « termine alla nostra opera colla ferma persua- « sione che, quantunque vi siano delle eccezioni, e la terra d'Inghilterra, colla mutua cooperazione, cato per i suoi prodotti super/fui: le isole britanniche. Gli altri paesi li sottopongono a dazi doganali,> Comandato a soffiare nel fuoco. · .i coll'energia e colla capa- « cità possa sufficiente men- « te adattarsi al' cambia- « mento che nei suoi straor- « dinari effetti sul benessere « di tutte le classi della co- « inunità, tosto o tardi, ci « darà buoni frutti> ..•. « È prudente il guardare in faccia àlla posizione com'essa è, ed a trattarla con ciò che vediamo e conosciamo. Per la concorrenza estera, perciò, non c'è che un -rimedio noto - adoperato dar tutto· il resto del monf/;o:- la protezione. « Ma sulla protezione elevo ' ripetere - ciò che ho soste- . . . ~- ~l)tJ; ' ·, ~ !~1/4 / ' ~f L~~~ j(/j -"'---~.,,,//1, 'J#¼01UU.JrJJ\ ~~KO\ J. Au5~ 1 :~ I ~j 4 ~~~ifll~L -~ttU~\KNUJli-;:=•·/i ~ . I I\JJ~ « Il cambiamento cui al1 ude con quelle parole è quello dalla protezione al libero scambio, di cui credo • che Caird fosse un sostenitore. Ma non così spesso una profezia ~ stata più com- · pletamente confutata dai fatti inesorabili quanto questa del Caird; si deve almeno dire che dei buoni frutti, che tosto o tardi dovevano dare il cambiamento, non si ve<lono ancora i segni ùel1' ~rri vo nel 1902. Quale che possa essere stata l'azione nuto anche io - credo che essa sia una chimera, an"he una impossibilità nella Gran Brettagna, quale essa è ora, e che il piccolo dazio posto di recente a scopo fiscale sul grano e sulia farina, sia l'ultimo esperimento che potrà esser fatto in tale senso da ogni governo inglese per molti anni nel_; l'avvenire. Questo dazio, de--: v'essere ricordato, venne im- - Al temp de Crìspi, contra di f'rances; del libero scambio sulla naAdess contra i todesch ! Oh che paes ! zione in generale è certo che (Uomo çf,i pietra di Milaµo). esso ha condotto la terra e l'agricoltura d'Inghilterra posto non per aiutare l'agricoltura per tale scopo sarebb·e stato insufficiente - ma per portare denaro nelle casse dello Stato. Ciò che possiamo sperare nel futuro non lo sappiamo. Possibilmente dopo qualche disastro nazionale, troppo terribile a contemplare, una generazione avvilita ed affamata può volgersi alla protezione per salvarsi~ ma questa non è l'ora; e noi speriamo che qu~st'ora non venga mai. -. e La protezione oggi sarebl;>e impossibile. Gl'inglesi non vogliono saperne di pagare più care le sostanze alimentari. Il tentarla potrebbe condurre alla guerra civile. (( La:massa della nostra popolazione vive dell'in- " dustria e per l'industria. Essa non conosce la ~ampagna e nulla sa delle grandi questioni che riguardano la sua prosperità o la sua rovina>. ... e Guardando principalmente al ribasso dei assai vicino all'orlo della rovina •· · Non dimentica l'Haggard, infine, di rilevare che la prosperità dell'Inghilterra potrà continuare a durare col libero scambio sino a . quando essa avrà il primato, il monopolio naturale nelle industrie. Ma già sul mercato mondiale si presentano vari periçol0si concorrenti - per ora gli Stati Uniti e la Germania e un poco il Giappone; - e quando il monopolio sarà perduto se prov- , vedimenti opportuni non interverranno l'Inghilterra finirà come i Fenici e come Roma >. · Il pericolo non è intravvisto soltanto dall'Haggard, ma è intuito dalle masse che in quel pericolo trovano la giustificazione dell'Imperialismo.· Un commento opportuno alla situàzione ed alle preoccupazioni che desta per lo avvenire non re moto si ha, infine, nelfo squillo di tromba in favore del protezionismo che Chamberlain ha fa~to *

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