284 RIVISTA POPOLARE Di POLJTJCA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI tare prima di spendere; così arriva che qualche volta vogliamo èomprare più di quello che i mezzi ci permettono; allora, nella vita privata, facciamo a chiodo per finire a far fallita, nella vita pubblica facciamo dei guai e ci troviamo di fronte a delusioni amare per noi e per quelli che credettero nelle nostre promesse. Noi siamo un popolo giovine non solo nella costituzione politica e bambino nelle consuetudini della vita pubblica, ma anche nella pratica dei fatti e degli affari; noi tanto vecchi nella storia dei popoli! Ora bisogna persuaderci che procedere di questo passo non si può. Vendere la pelle dell'orso, prima d'averlo ammazzato, è da cattivi cacciatori. · Infatti tutti i giorni noi proviamo la dura esperienza di questa verità; il guaio maggiore è che non ci impariamo nulla, proprio nulla. E se il troppo promettere fruttasse almeno qualche bene, .forse non sarebbe poi un affare tanto grave quanto è realmente; il guaio è che il promettere tanto ci impedisce anche di fare il poco. Quanto tempo è che il governo italiano promette mari e monti al Mezzogi_orno? Che cosa ha mantenuto, ha potuto mantenere il governo? Nulla. Il governo dell'on. Zanardelli aveva promesso gli sgravi; il Ministro del 'l'esoro è venuto a dire, con la logica invincibile di chi mostra le tasche vuote, che non c'è mezzo di spendere quanto il governo, per bocca della sua commissione, ha promesso e vorrebbe. Pal governo scendendo ai Comuni, la tendenza è la ste~sa. E il comune di Bologna ·ne offre l'esempio lu- , minoso. .. Nel programma dei partiti popolari - programma della nuova amministrazione municipale - il ritorno alla vecchia cinta non era inscritto; ma lo si era promesso, così, largheggiando, come un soprapp'iù; come , la buona misura su tutto il resto. Soltanto quando si è arrivati al quibus, ci si è accorti che la buona misura importava una diminuizione di 300.000 lire su gli introiti, e. il bilancio - la solita inesorabile logica - non consentiva tale diminuizione; e allora'? Allora dimissioni, _manifestazioni, malcontento; ma la promessa non sarà e non può essere mantenuta. Noi dunque diciamo che sarebbe bene che in tutti - e più di tutti nei nostri uomini politici - entrasse il convincimento di non .promettere mai più di ciò che si può assolutamente mantenere; di promettere, magari, un po' meno di quello che si può fare. Le nostre finanze la nostra politica, la nostra vita pubblica ed anche il nostro carattere nazionale se ne avvantaggerebbero assai, e sarebbe una bellissima cosa. ¾- Il protezionismo di Chamberlain e le Trades Unions inglesi. - Il governo di Chamberlain e Balfour sembra essersi dato la missione di romperla decisamente con tutte le tradizioni e le istituzioni che hanno fatto, nel passato, la potenza e la prosperità dell'Inghilterra. E naturu.lmente, solleva contro di sè le repugnanze e le resistenze di tutto il paese, indistintamente. Nel ministero stesso le opinioni dei ministri sono divise ed ha fatto sensazione il Ritchie il quale ha pronunziato una violenta requisitoria contro il Zollverein imperiale ch'è l'ideale di Chamberlain. Gli Inglesi non sono facili ad abbandonare le loro tradizioni, tanto più quando da queste una certa somma di benessere è risultata per il popolo. Ora non si può negare che il sistema liberista ha giovato enormemente allo sviluppo economico e politico dell'Inghilterra per le s_uc speciali condizioni industriali, come fu quì. stesso dimostrato, e se può darsi_che quel sistema non risponda più nell':wvenire ai bisogni ed alle necessità clelln. lotta nella concorrenza industriale, è certo però che gli svantaggi del Protezionismo si fanno sentire molto più duramente eù immediatamente degli incovenienti e dei danni che il Liberismo porta seco; perc10 Chamberlain e Balfour v~dono oggi l'Inghilterra schi<:lrata contro di se. Il pallido coltivato re delle orchidee non è più J oc il beniamino, il popolo gli ritira il suo favore e si prepara a resistere alla volontà dell'uomo che gli si presenta come l'affamato, re. Le voci di crisi di gabinetto sono insussistenti, i ministri non vanno d' accordo su q .iesta questione dei dazi, m~ ciò non vuol dire che il ministero de bba cadere. Chamberlain si rintascherà il progetto protezionista, pronto ad aspettare . un.a occasione più favorevole; l'inverno prossimo probabilmente. Chi gli darà parecchio da pensare sono invece le Trades-Unions. Queste grandi associazioni operaie, ricchissime e potentissime, s' erano fin' ora mantenate estranee alla politica. Grandi organismi economici, non avevano preso parte, come corpi organizzati, alle lotte politiche altro che q nando erano in discussione ed in gioco interessi di mestiere o questioni riguardanti esse direttamente. Ma ora una profonda modificazione si fa in. loro. La decisione nel caso dello sciopero del '11a:ff Vale, e il processo vinto da Lord Pennrhyn contro i suoi operai mettono le Trade-Unions 11ella necessità di uscire dal loro riserbo in fatto di politica e di schierarsi in battaglia per la difesa del diritto di sciopero ora seriamente minacciato. Fin'ora esse non furono ne Conservatrici, ne Liberali; ora sembrono voler accettare l'idea lanciata da alcuni radicali e costituire il partito operaio politico, Stead lo chiama il Nuovo partito, che dovrebbe - senza essere socialista - fare contro i capitalisti ed il governo la lotta di classe. Se il governo, non avesse acuita la questione con la proposta dei dazi su i generi di prima necessità, probabilmente il nuovo atteggiamento CLlile '1. 1rade-Unions sono obbligate per la difesa dei loro diritti ne avrebbe spezzata la compagine; alcune si sarebbero date al socialismo; altre moltissime, al Partito Operaio indipendente (I. L. P.); le più avrebbero contribuito a rafforzare il languente partito liberale: la loro unità d'azione sarebbe stata spezzata e sarebbero diventate una quantità trascurabile. Invece è il governo stesso che si dà la cura di tenerle strette; che offre loro la ragione di serrare i ranghi e levarglisi dinanzi cçime un sol uomo. E lo fa con la minaccia di un ritorno al protezionismo. Per ora, infatti, non si tratta che di una minaccia, poichè la enorme maggioranza ottenuta dalla proposta di abolizione del piccolo dazio fiscale prova che non è ancora suonata l'ora. Ma forse verrà. · -'fk- . La tragedia di Belgrado. - Le stragi feroci· del buio Medio-Evo si sono ripetute, proprio ora, nel nostro XX sécolo che s'annunziava come saturo di civiltà. I pretoriani Serbi hanno risuscitato la Roma Imperiale e Bisanzio. Con questo in peggio, che gli antichi mal• fattori cercavano scuse al delitto di sangue, nei delitti di sangue commessi dagli uccisi; i moderni invece adducono la ragione di stato, una questione di etichetta, e tutti, tanto gli assassini che agirono quanto quelli che dell'omicidio furono consapevoli e lo vollero, si lavano allegramente le mani e, con un bel gesto eroico, chiamano un combattimentol'n.ggressione e l'assassinio di ..
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