304 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALl • • ! ' meridionale ,non potrà mai diventare tedesco. Ci potrà essere una slavizazione della gente italiana lungo le coste della Dalmazia, una' germanizzazione di quella medesima gente è impossibile. · ~i è proposto di includere nella Università tedesca di Innsbruck una Università italiana, ma questo provvedimento non farebbe altro che accentuare i d_issapori, tanto più che, in breve tempo, l'Università italiana. piglierebbe il carattere d'una scuola superiore di second'ordine. È assurdo voler dar posto ad una università italiana in una città tedes?a, e a Inns bruck l'università italiana sarebbe fomite e focolare di torbidi perchè la popolazione di questa lingua nella città è ·numerosa e bene organizzata. Bisogna dunque abbandon,are l'idea d'Inhs bruck Invece lit creazione di una università italiana a Trento, mentre non può destare timo:ì-i politici, si presenta come la più logica soluzione del problema; poichè le idee germanizzanti del governo si oppongono alla istituzione di una Università a Trieste, come vorrebbero gli italiani. In verità se se ne toglie il timore di agitazioni politiche non si capisce bene perchè Trieste non potrebbe essere la città prescelta. La possibilità della germanizzazione di Trieste è esclusa perchè ci si oppone l'elemento slavo, che contende all'italiano il primato. E questo è doloroso per i tedeschi che quando vogliono trovarsi degli amici in questioni interne debbono sempre ricorrere agli italiani. Riassumendo; è necessario che i corsi paralleli della università d'Innsbruck sieno trasportati via al più presto da_ questa città, e bisogna che le catte.dre di Diritto e di Economia sieno istituite per completare l'università italiana da• stabilire altrove. Ora difficoltà insormontabili si oppongono a che l'Università italiana sia istituita a Trieste, allora il luogo che sembra più adatto a sede della Università ftaliana non può essere che Trento. In quella città l'università potrebbe avere incremento, vi troverebb,~ il suo logico sviluppo, e in un ambiente di carattere· latino, le giovani intelligenze che oggi si sterilizzano in un ambiente che non è idoneo al loro temperamento, avrebbero il loro pieno sviluppo e :fìorireb bero per il loro interesse e quello del paese. (Die Zeit - 30 Aprile). -¼- . Charles Johnston: Le tendenzeattuali dellapoliticaRussa - Da due secoli è notevole l'azione pertinace della politica Russa verso tre principali obiettivi: verso la con-. quista d'uno sbocco sul mare del Nord che guadagnò .a. Pietro il titolo di Grande; verso la conquista d'uno s½occo sul mar Nero che meritò a Caterina il medesimo titolo; e la conferma della potenza Ru8sa sul Pacifico con l'occupazione della Manciuri_a e la ferrovia Trans-siberiana. La Russia si spingerà fra breve fino al Golfo Persico ed avrà completato così la estensione del suo impero con sbocchi su l'Atlantico, il Pacifico, l'Oceano Indiano e il Mediterraneo. L'impero sarà arrivato allora alla sua massima potenzialità di fronte alle altre nazioni, e la sua evoluzione si dovrà allora compiere nell'interno. Questo •ci porta al pensiero il recente proclama dello Czar, che tende a rinforzare le idee individualiste e favoreggia i sentimenti di una maggiore libertà personale. Lo Czar comincia con l'affermare il principio della tolleranza religiosa, e qui bisogna notare che la legge Russa riconosce a tutti i sudditi il diritto di credere secondo i riti dei loro ·antenati; così tollera gli ebrei, i cattolici, i buddisti, i maomettani e . i pagani. Ma il partito clericale rappresentato da Pobiedonostezeff pretende interpetrare questo principio nel senso che uno deve sempre rimanere nella religione dei proprii padri e nega quindi il diritto all'apostasia. Ultimamente un caso, che provò questo fatto, accadde al ·principe Gagari:i:i, il quale, come Tolstoi, avendo cessato di appartenere alla chiesa nazionale era sta.to eletto a.d un ufficio pubblico. La sua elezione fu contestata a cagione della sua apostasia. Il caso fu sottoposto all'Imperatore che però decise in favore di Gagarin. Un secondo capo interessante del proclama dello Czar è quello che riguarda il rafforzamento dell'autorità del clero rurale e· questo scopo sarà raggiunto con un clero più colto. Bisogna ricordarsi - a questo proposito - che il contadino russo piglia molto più sul serio il proprio prete che non i1 contadino ingles·e o americano. Bisogna dunque che il prete sia un vero e profondo legislatore morale per il mujich. · L'imperatore afferma poi il principio di prestare denaro ai contadini e ai proprietari su la garanzia delle loro raccolte e dei loro terreni, e dichiara che questo principio deve essere praticato su più vasta scala che non per il passato. In quanto alle comunità di villaggio, un tempo comuni agli Ariani, ed ora sopravvivenza tanto forte fra i popoli slavi, lo Czar conferma il principio della inviolabilità delle terre comunali, ma desidera che sia facilitato ai contadini l'acquisto di terre, individualmente, e l'abbandono della comunità, accentuando così la tendenza individualista del suo proclama. Nella questione della responsabilità collettiva per il pagamento delle tasse e il governo locale questa tendenza si accentua ancora di più, ed è utile notarla, perchè n.ei paesi d'Occidente si cominciano a cercare dei rimedi contro lo sfrenato individualismo. E ora vediamo la politica russa nei Balcani. Nella questione Macedone c'è la questione di razza; il titolo: Macedone dà luogo a molti errori perchè si applica a tre provincie della Tùrchia Europea che si trovano fra Adrianopoli e l'Albania che sono· maomettane. Queste tre province, Salonicco, Kossovo e Monastir, sono abitate in maggioranza da Slayi e fece0ro parte, anticamente, prima del grande regno della vecchia Serbia che raggiunse un notevole grado di civiltà; eppoi della monarchia Bulgara. C'è dunqne una grande rivalità fra gli stati Bulgaro e Serbo per il loro possesso. Queste .popolazioni sono slave di rito orientale e legate alla Russia per razza e per religione ed è un profondo desiderio della Russia di vederle libere. Questo è più una aspirazione del po-polo che della diplomazia russa. Nella guerra Russo-Turca i russi fecero sforzi- eroici per liberare gli Stati Balcanici, m1:1i, loro sforzi furono resi vani dal trattato di Berlino. Si capisce, che ora la Russia lascia fare le potenze, che cominciano ad occuparsi della questione. Vediamo ora la Persia. Durante gli ultimi quaranta anni l'influenza dell'Inghilterra è diminuita a•vantaggio della Russia che ha fatto grandi prestiti alla Persia, ed ha costruito attraverso il paesé una ferrovia che finirà per mettere in comunicazione il Caucaso con i porti del golfo Persico; e ,questo senza dubbio menerà alla medesima situazione in cui è ora la Manciuria. Oltre ciò i russi sono arrivati a fare ciò che nessuna potenza Europea è riuscita a {are: hanno riformato l'esercito persiano che è ora istruito da ufficiali russi, e la cui cavalleria è chiamata i Cosacchi Persiani. Ed ora uno sguardo all'estremo Oriente. La Siberia, . , . .
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