\ 282 RJVIS TA POJ->OLARE DI J->OLJTJCA. LETJ~RE .I! SCIENZE SOCIA.LI <lel Crti.·dinale R'l.mpolla e degli intransigenti del Vati- -cano è svanito. S'è 9-ileguato come una nebbia, ed il risveglio è triste. Ormai siamo alla riprova lum.inosa che i Papi non debbono e non pQssono pensare più a Rom::i.. La venuta di Loubet indica che il fatto compiuto è divenl;at,o immutabile, e tutti gli sforzi· tendenti a cambiarlo si urtano contro una tale forza d'opinioni e di fatti che la volontà di un uomo o di una casta non riesce, ormai, più a revocare; anche se questo uomo è un politico ostinato ed astuto come il car_ dinale Rampolla; anche se questa casta è quella che, per rn.ezzo della donna, ha nelle mani lo strumento di propaganda e di dominazione più forte di tutti. Roma è ormai dell'Italia, e la politica anti-italiana del Vaticano, politica che da trentadue anni ad oggi non ha deviato cl'una linea, si rivela un bel disegno su la sabbia. Un soffio di vento, l'alito dei nuovi tempi, l'ha disperso. E questa è per noi Italiani la circostanza più inteTessante che possa risaltare dalla visita di Re Vittorio a Parigi e di Emilio Loubet a Roma. Di tutto questo siamo più lieti ancora pel fatto che gli elementi più avanzati della Francia sentono l'avvenimento come noi. Ce, ne affida l'articolo di J aurés nella Petite Re1nibblique. Possano le due visite cancellare tutta la storia di errori, di rancori, di. diffidenze che da 1fentana in poi divisero la Francia e l'Italia! I.a ~it.uazlonP «fel :\11.-zzr•g-iorno e i tu,nulfi nel LP<.•CP!i.C. - Dopo h. gita dell'On. Zana11-delli nel Mezzogiorno e le magniloquenti promesse del Governo per risolvere una questi.o ne arrivata ormai allo stato acuto, Ull raggio di sperq.nza aveva allietate le pazienti - anche troppo pazienti - popolazioni meridionali che fida.vano di pote.-rsi incamminare, in un tempo non troppo lontano, verso un epoca di miserie meno atroci. Ma le promesse del Governo sono state giuramenti di marinr1,io. Il tempo è passato buttando molt'acqua fredda su le entusiastiche speranze e mettendo molto al buio le buone intenzioni manifestate dall' On. Zauardelli nel suo vin.ggio quasi trionfale. _Ì~ che, in verità,, il problema del Mezzogiorno non è di quelli che pos::;ano essere risoluti a parole; non è nn male che si guarisce con pannicelli caldi. A cominciare dalle' ferrovie per andare a finire alle congregazioni di carità, tutto è da fare e da 1:iformare · i_n questa parte che sembra la cenerentola del bel paese. I piccoli proprietarii sono dissanguati dal fisco, i grandi non posson,J esercitare nè commercio, nè industria, nè, su larga scn.la, l'agricoltura, perchè mancano i mezzi di comunicazione, mancano i mezzi di trasporto, manca la buona organizzazione da parte dei poteri pubblici perchè chi ha voglia di fare, abbia affidamento di non fare inutilmente e a perdita, e mancano soprattutto i ca,pitali e la cultura tecnica. La riforma giudiziaria - che pure è inspirata a sensi di logica - riesce, per le provincie meridionali, d annosissima. Noi non ripeteremo qui cose da noi dette le mille volte, ripetute fino a stancare noi ed i nostri lettori: soltanto vogliamo far notare che quello che avevamo preveduto comincia ad accadere. I fatti di Galatina furono un primo accenno che la pazienza delle popolazioni era arrivata all'estremo suo limite ed il Governo avrebbe dovuto capirla. Invece è stato tutto il contrario. Non solo il Governo non ha provveduto, ma sembra essersi piaciuto ad acuire il male togliendo ogni risorsa alla provincia di Lecce. Il rifiuto ùelrOn: .. Zanardelli, di ricevere la commissione . che veniva da implorare per la maltrattata provincia - e le provincie del mezzogiorno tutte, quale per un verso quale per un'altro, stanno altrettanto male - ; la leggerezza con la quale si affermò - mentre non è vero •- che il raccolto nel mezzogiorno d'Italia, e specialmente nel Leccese: è stato buonissimo, esasperarono la popolazione, e si ebbero i tumulti a Lecce, tumulti che hanno avuto poi l'epilogo doloroso in tribunale. E quasi un'anno, nel luglio del 1902, che i sindaci della provincia di Lecce si riunirono per indurre il Governo a provvedere al male che aumenta di più in più: ora più di settecento comuni del mezzogiorno invocano che si accetti, almeno, il progetto Sonnino, che se non è tutto bello, se non risolve tutte le questioni, se mira più ai proprietarii che ai nullatenenti è almeno quaiche cosa meglio che niente. L'On. Vallone, fattosi interpetre delle giuste richieste della popolazione, ebbe a dire alla Camera che la provincia di Lecce, finora stat~ una delle più pacifiche del mezzogiorno, può ,diventare un'inferno. La dolorosa profezia s'è avverata. In tutta. la provincia l'agitazione si acuisce, si estende e diventa di più in più violenta. Vi si crea una situazione sostanzialmente rivoluzionaria. E il governo ? L'On. Zanardelli ha risposto all' On. Pugliese, andato a parlargli in favore della provincia, che il Governo provvederà quando in paese sarà ritornata la calma! Intanto ha mandata là una commissione con l' incarico di riferire. O che cosa aveva dunque veduto e inteso e osservato l'On. Zanard elli nel suo viaggio nel mezzogiorno? Le"-sbandierature degli amici; soltanto? Una grande incoscienza sembra regnare nell'anima degli uomini che governano il nostro paese. Essi sembrano non capire che .non è possibile dire: Aspetta! - a chi muore di fame, a chi ha la propria magra raccolta sequestrata, anche prima d'esser mietuta, dal fisco; sembrano non capire che non è più possibile dire: - aspetta - a chi dal 60 ad oggi ha aspettato con una pazienza degna di monumento. Bitornare la calma! Eh! si tornerà, non c'è dubbio; ma i tumulti scoppieranno più violenti poco dopo: quando i rigori dell' inverno faranno sentire ai poveri contadini ancl13 più dura la miseria della povera raccolta attuale. Il Governo è male informato, il governo è mal servito, e si perde ormai in una lotta meschina - n. proposito del Mezzogiorno - contro un uomo ed un sistema i11viso. Noi non fummo, nè siamo teneri per l'On. Sonnino, non ci sorride la sua politica, ed i suoi sistemi non sono tali da non poterci piacere ; ma diciamo francamente che se il governo vuol fare veramente cosa in favore del Mezzogiorno deve mettere in atto la sua promessa; subito.· Solo il miglioramento reale delle condizioni nel Mezzogiorno può riportare la calma fra quelle diseredate popolazioni; alle buone intenzioni del governo esse hanno il diritto di non credere più, perchè le hanno trovate mendaci. Le dimissioni dei sindaci di Lecce, le adesioni dei moltissimi comuni meridionali al progetto Sonnino, indicano nettamente al Governo - qualunque egli sia - la via da percorrere. Bisogna che immediatamente ed energic3:-mente il governo intervenga, e non con sussidi e palliativi che durano un'istante e lasciano che il male, con tutte le sue cause e tutti i suoi effetti, perduri; mn. sibbene diminuendo la esigenza del fisco, applicando riforme, aprendo strade e canali; migliorando le condizioni dell'agTicoltura - unicà risorsa di quelle regioni. Le popolazioni del Mezzogiorno chiedono lavoro e non violenze di poliziotti. L:1 provinda di Lecce torneri.t
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