296 RIVISTA POPOLAJU DI POLl71CA. LB1TERE • SCIENZE SOCIALJ ecc., gettati sul laç;trico, divenuti consumatori non produtt~vi, o emigrati. 4° Spronate le spese di lusso delle classi ricche· che prima vivevano una vita modesta nelle nostre borgate_. 5° Circa L. 105,000, importo medio del consumo annuo di carbone fossile, emigrano annualmente non solo dalla provincia, ma anche dall'Italia ; mentre prima tutto ciò che si pagava ai carrettieri e ai cocchieri, se superava di alcune migliaia di lire ciò che oggi si spende per viaggi e trasporti, restava tutto nel mercato interno. 6° La massima parte degli utili dell'esercizio emigra all'estero setto forma di dividendo a favore d( azioni possedute da stranieri. Si consideri che cosa sarebbe oggi la nostra provincia, quali condizioni godrebbero i nostri la- . voratori, quale incremento ~vrebbe assunto la - pubblica ricchezza, se gli undici milioni occorsi per la costruzione della circumetnea, si fossero spesi per ad un razionale regime dei torrenti, che precipitano dall'Etna per la rovina delle nostre campagne, si fossero spesi p~r regolare il corso dei fiumi, utilizzandone le acque, che oggi valgono solo a danneggiare i _terreni adiacenti, a minare Je solidità delle borgate ai piedi delle quali scorrono, a moltiplicare le migliaia di vittime dell'anofele malarico; in una parola, cosa sarebbe oggi la nostra provincia, se questi undici milioni fossero stati investiti in opere _di·beneficio indiscutibile, serio, duraturo in prò dell'agricoltura, che è fonte precipua della nostra ricchezza? · Alla ferrovia si poteva provvedere più tardi, quando la sua costruzione non avrebbe trascinato seco il fallimento dei comuni, il paralizzarsi Jella pubblica economia, l' inasprimento della piaga della disoccupazione ; piaga ché diventa cancrena, perchè la ricchezza, che non è aumentata, non provoca maggiore richiesta di braccia, mentre le braècia, che prima erano occupate, furono dalla locomotiva condannate all'inezia. Intanto l'esperienza non giova: nella nostra stessa provincia gridiamo a pieni polmoni che la redenzione economica delle nostre popolazioni sarà assicurata dalla costruzione della linea ferroviaria Paternò-Nicosia, come il problema meridionale sarà splendidamente riso'luto colla direttissima Roma-Napoli. (Continua) TOMMASO VAGLIASINDI. DC,tt.ANTONIOVACIRCA ILPROBLEAMGARARINIOSICILJA con prefazione di N. Colajanni Palermo. - À. Reber Editore 1903 Prezzo Lire ~- Riduzione del 50 °ro per gli abbo111..Q.tt del la Rivista Popolare. Perchè l'Italia è povera e come può diventare ricca È il titolo di un libro del signor Carlo Marin (1). L' A., ch'è vissuto molti anni all'estero ed ha studiato de visu la condizione degli italiani nel1' Argentina, è di· un pessimismo esagerato che tenta giustificare con confronti, non sempre indovinati, tra le condizioni nostre e quelle degli altri paesi. È nella produzione agricola, industriale, nel commercio ecc. che la nostra inferiorità meglio risalterebbe. Alla inferiorità economica connette la intellettuale, la morale e la politica. Quale la causa di questa disastrosa n0stra condizione 1 Pel Marin non ce n'è che una sola: la irrazionale e· sproporzionata distribuzione dell'insegnamento superiore e il falso indirizzo di esso. Tutte quelle che gli altri scrittori indicano come cause delle attuali_ condizioni d'Italia per lui non sono che effetti natu,rali ed inevitabili di tale unica causa. Data la diagnosi si capisce subito che il rimedio sarebbe bello e trovato: distribuire bene e indirizzare meglio l'istruzione superiore. Perciò propone la riduzione delle università da 21 a 10, e l'aumento delle scuole superiori agricole, industriali e commerciali. L'indirizzo dovrebbe essere essenzialmente pratico. G !'istituti esistenti e quelli che dovrebbero ·sorgere, dovrebbero essere ben dotati - come quelli di Germania, che tanto benefizio ha ricavato dalla istruzione tecnica superiore bene organizzata. E i mezzi pecuniari 1 Occorrerebbero cento milioni di primo impianto ed· un imp_inguamento di altri ventisei milioni all'anno nel bilancio della pubblica istruzione da dividers_i: 14 alla istruzione superiore e 12 alla secondaria. Tanto alla spesa dei 100 milioni per una volta tanto, quanto ai 26 milioni all'anno si provvederebbe con un prestito. E tenendo conto della prima somma e di quella annua per dieci anni coll'interesse composto del 4 010 la spesa complessiva ammonterebbe a 475 milioni, che graverebbero pel bilan~io con una _spesa per interessi e per quota di ammortizzazione di 19 milioni all'anno. A capo di dieci anni la riforma, che agirebbe anche dal lato psicologico, sollevando gli animi, darebbe tali risultati economici da rimborsare ·ad usura le spese f;:ttte e da produrre la pro·sperità generale. A parte il pessimismo, non sempre giustificato, dell'autore sulle condizioni presenti, e l'ottimismo sconfinato sulle condizioni future una volta attuate le sue proposte - ottimismo che l~rtrascina a considerare con molta leggerezza il problema della nostra emigrazione e rlella popolazione - c'è da fare una grave obbiezione ai suoi calcoli: sono • (1) Verona-Padova, Fra teli i Drucker, 1903, L. 2. '
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==