Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 11 - 15 giugno 1903

292 RIVISTA POPOLA.RE Dl POLITICA., LETTERE B SCIENZB SOCIALl --.. gio che domina a tal punto la situazione da trovarne la parola. Il vento di Spag:µa ci portò questa piuma; ma essa prese nell'aria di Francia una leggerezza di miglior gusto. Motteggiar di fronte al pericolo è la suprema delicatezza, un delicato rifiuto di prendersi al tragico; le panache è dunque il pudore dell'eroismo, è come un sorriso onde uno si scusa· di esser sublime. Certo gli eroi senza panathe sono più disinteressati degli altri, giacchè le panache sono più disinte- . ressati degli altri, giacchè le panache è spesso una consolazione di attitudine ·che il martire si regala nel momento del sacrifizio. Un po' frivolo, forse, un po' teatrale, senza dubbio, le panache non è che una grazia; ma codesta grazia si mantiene così difficilmente sin davanti alla morte, codesta grazia suppone tanta forza, (lo spirito che svolazza· non è egli forse la più bella vittoria sulla carcassa che tremaY) ch'essa è, che se ne dica, è una grazia .... ch·e io auguro ci sia mantenuta ». Forse qualche ingenuo potrà· credere che ve• ramente e sinceramente solo perchè gli era occorso di dire che i personaggi di Bornier sono realmente grandi da poter fare a meno di panache,:E dmond Rostand abbia fatto la squisita disgres• sione. Ma voi lettori, non siete persuasi che il poeta abbia voluto servirsi da sè un elogio che nessun critico gli aveva finora così bene saputo servire: un elogio al quale non ·manca neppure un adorablle aria di modestia o vogliamo dire un inimitabile sorriso di malizia, nel punto in· cui afferma: - Un po' frivolo forse, un po' teatrale senza dubbio, le panache non è che una grazia ? MARIO GIOBBE @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ ON. DoTT. NAPOLEONE COLAJANNI IL DIVORZIO Prezzo : Uent. 30 SECONDA EDIZIONE Dirigere ommissioni e importo atta nostra Amministr. Questione meriaionale oiju stione ~enerale? (l) I beni, prodotti dal lavoro sociale, vengono destinati a conseguire qualcuno dei fini seguenti: 1 ° Sodisfazione dei bisogni personali, mediante il consumo, che può, o limitarsi al necessario o ' attraverso il superfluo, giungere al superlativo, (Lusso). . (i) Pubblichiamo questo articolo, che contraddice quasi tutte le nostre convinzioui sul problema meridionale, sia per il rispetto che abbiamo delle opinioni dei nostri avversari che vogliamo far conoscere ai nostri lettori, sia come omaggio all'autore che pur essendo un proprietario meridionale combatte la proposta Sonnino. Lodiamo nell'articolo le parole di biasimo contro la mania ferro- - . Tiaria. N. d. R. ._ / 2° Anticipazione di mezzi di esistenza a coloro che ne son privi, che non hanno risorse attuali, e · che sperano nel prodotto di un lavoro futuro per la reintegrazione, accresciuta di nn compenso più o meno elevato. 3° Investimento in rami di produzione di oggetti destinati a sodisfare bisogni umani, con la gradazione di cui al n. 1. 4° Investimento in industrie, che aumentano la ricchezza sociale, o utilizzando e trasformando materie prime precedentemente perdute, o applicando scoperte scientiffohe per aumentarne il rendimento, ovvero intensificando la potenzialità produttiva della terra mediante opere di bonifica. 5° Investimento in industrie, che sostituiscono il lavoro dell'uomo con le forze naturali, monopolizzate dai possessori privati. Per l'una o per l'altra di queste vie si volgono le spese dei privati e degli enti collettivi. In quanto al primo gruppo - consumo per la sodisfal'ione dei bisogni - notiamo che la divisione della società in due classi, l'una formata di pochi facoltosi, l'altra. di moltitudini povere, nel mentre eleva il consumo superlativo dei pochi, spingendo ad altezz_emeravigliose le spese di lusso, restringe, al disotto del necessario, il consumo dei molti, avviando l'umanità verso la china della degenerazione. Notiamo altresì che, quanto più accentuato è lo squilibrio sociale, risultante dalla immensa ricchezza dei pochi, che sta di fronte alla sconfinata povertà dei molti, tanto più facilmente i capitali tenderanno ad allontanarsi dalle jndustrie µroduttrici di merci, che servono al consumo necessario (frumento, vesti, ecc.,) accorrendo alle industrie alimentatrici del lusso. Ciò si verifica perché la potenza di acquisto del necessario è debole nelle moltitudini povel'e, perchè i pochi doviziosi sti- ~olano nel mercato un'attiva domanda di oggetti d1 lusso, perchè i facoltosi gaudenti pagano bene, mentre i sudici affamati lesinano sui prezzi. Così le industrie dei generi di lusso banno prospettive più luminose, godono il favore di una buona clientela. Eéco perchè l'incremento del lusso, che cresce in ragione dell'asprezza delle disu·guaglianze sociali, si risolve in un doppio danno per la collettività. Se da un canto per lo sperpero vano ed inconsiderato diminuisce la massa della ricchezza sociale, fonte del benessere collettivo, dall'altro canto il lusso sottrae capitali e forze produttive alle industrie, che dovrebbero provvedere il necessario alle popolazioni lavoratrici· donde diminu- . ' zione di quantità ed aumento di prezzo dei generi necessarii. I bisogni umani sono veri o immaginari. Tizio ha fame; ha bisogno vero di pane. Sempronio, affetto da manìa di persecuzione, ha bisogno immaginario di acquistare una rivolfolla per respingere pretesi attacchi di nemici, mentre nessuno ha mai pensato di volergli torcere un capello. Ciò si capisce e nessuno impedirà che Sempronio sodisfi il s-uo le~ittimo d,esiderio. Non si comprende

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