Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 11 - 15 giugno 1903

RIVISTA P9POLARE DI POL!TICJ, LETTERE E ~CIENZE SOCIALI 291' tocentotrenta al millenovecento sieno passati più· di duemil'anni (non è vero Maestro?) Napoleone è stato escluso dalla scena. E' sta.to escluso; e le rievocazioni continue, l'antitesi di quel figlio di continuo presente come una oss,~ssione, il pi<x:olo cappello allucinante, 1a frivolità di Maria-Luisa, l'ingenuità dei sergenti in congedo, la nullità dell'imperatore Franz, il sogno di Wagram, ~'agonia del vano fanciullo e perfino l'arbitraria abiettezza di Metternich esageran9 per la incalcolabile forza di contrasti la distanza, aggiungono intervalli innumerevoli, respingono sempre più in die: tro lo sfondo epico da cui le voci del duca di Reischadt e di• Flambeau, nel loro duplice tono d'invocazione e di evocazione, attingono il fascino ·eroico del canto dei primi rapsodi. Come mai nemmeno voi, Maestro, vi siete accorto di ciò i La leggenda non si ·cristallizza presto; essa vuole lo sfondo, la paziente collaborazione dei secoli; i diadifficoltà di struttura e di stile propostesi dal poeta, del cùrano e dell' Aiglon a esercizio delle proprie attitudini. Come potrebb'essa infatti bastare ad esJrimere la prodigiosa multiformità del poeta che passa dalla grazia ingenua dei Ròinanesques alla mistica p:1ssione della Samaritazne ai magici sogni della Princesse agli estri violenti del Cyrano alle tragiche convulsioni dell' Aiglon? Chi potrebbe lodare il poeta meglio di come l'abbia lodato il de Vogiié? e tuttavia neppur lui, il de Vogùé, ha convenientemente insistito su questo dono della varietà. Se non che un discorso non può contenere quanto sarebbe indispensabile in uno studio Cl'itico.· (Quanto meno ahimè si può raccorre in un articolo!) Dove però non è consentit~ l'annotazione dovrebb'essere almeno l'accenno. E nel brano ·in cui Ila segnalato i moti vi del successo del poeta del Cyrano, il gran critico· è sta_to colpevole di una omissione. « Noi troviamo nell'opera. vostra - ha detto il critico - demi degli eroi richiedono la patina del tempo crea- . trice dell'illusione. Perf0ttamente. E il poeta che La visita del Re d'Italia a Parigi. le nostre belle qualità coi nostri difetti adorabili, che ci sono talvolta più cari di quelle: fondo di bravura un po' fanfarona, di galanteria stravagante, di sensibilità un po' leziosa: fondo di spirito indiavolato ed estroso, col suo schiocco di antitesi, le sue punte, le sue piroette, la sua piuma arricciata dalle preziose, panaché de gongorisme espagnol et de concettis i- . taliens. » a vea presentato alla scena Rudello e Melisenda, la Samaritana e Gesù Cristo - sfidando il pericolo di pregiudizi non di sola natura ortodossa - il poeta il quale col Cirano aveva ardito e saputo fare di nna persona un personaggio, di un e::ssere reale un fratello minore di don Chisciotte; questo stesso poeta non è egli stato ben consapevole e rispettoso dell'arte sua allorchè, sebbene ebro di poesia napoleonica, 1,onhct: Davvero che mi piace!. ... Il re d'Italia viene anche I ui a fal'mi una visitina .... questo caro cugino l Bene enumerato, l'elenco, ma monco. E monco in ciò che era più caratteristico. Monco senza dub• bio per una distrazione improvvisa che sviò l'apo- , si è interdetto di rappresentarci Napoleone? Al1, :Maestro, non sarebbe queLa Fra.nci:l: D 1vvero è vostro cugmo 1 l~onhct: Già .... lo stesso come tutti gli uomini sono fratelli! sto forse un esempio del pericolo clrn ancl\e i critici insigni come voi possono correre per volere insegnare l'estetica e la retorica agli artisti rli_razza? L'espressi~ne suggerisce a proposito l'im magilw del corridore di sangue destinato a coprire trion- {almente tutti gli stadi. Felicità di lena indomabile e di garetti inesauribili! Le piste innumere- "Vi3li del Cyrano e dell'Aigton non furono esse fornite con la fresca scioltezza dei più brevi percorsi, quando l'alipede si esilarò nei minori àmbiti dei Romanesques, della Princesse e della Samaritaine? Se non che l'immagine equestre non basta a . rendere tutto il senso di maraviglia che suscita questo crak singolare, anche se voi la completate con quelle accessorie degli ostacoli, barriere naturali o staccionate, che rappresenterebbero quelle (Rì10e di Parigi). " logista il quale aveva pur proferito una parola, più che indiziaria col dire penaché drJ gongorisme espagnol et de concettis ·italien'!!. Le panache è espressione e sostanza (se sostanza può dirsi che sia) essenzialmente francese. lVla qµale dei poeti di Francia lo aveva trasportato dalla vita nell'arte prima' di Edmond Rostand, o come Edmond Rostand? Tanto essenzialmente francese da essere intraducibile, le panacke ha però avuto dallo stesso Rostand nell'elogio del predecessore una definizione nella quale voi troverete o lettori quel meglio che mancava nel discorso encomiastico del de Vogùé. Le panache non è così la grandezza, ma qualcosa che si aggiunge alla grandezza e le svolazza di sopra. È alcun che svolazzante,• eccessivo e un pò arricciato. Se non · temessi di parer molta frettoloso, di lavorare al Diziona, • rio, io proporrei questa definizione: le penache-. c'est l'esprit de la bravoure. Sì, esso è il corag- '

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