Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 10 - 31 maggio 1903

I 260 RIVISTA. POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI ignoranza o per troppa sapienza: quali industrie non sorgeranno nel Mezzogiorno 1 quali ehe vivono a Biella, a Como o a San Pier d'Arena· non potranno vivere a Nal_Joli 1 Cumerose industrie hanno facili condizioni di sviluppo: le industrie meccaniche, le industrie di trasformazione, i canapifici, i cotonifici, ecc. tro- ,-ano una situazione particolarmente aùatta al loro sviluppo. Le idee sono in Italia molto mutevoli: gli stessi industriali che hanno visto sorgere e fiorire le loro industrie all'ombra della protezione doganale, mostrano nel caso di Napoli un vero terrore dinanzi a ogni minaccia d'intervento dello Stato. Qualche tempo fa io affermavo che non vi saMa molti che non guardano il problema di fronte, o che non riescono a fissarne i termini con precisione, osservano che ciò che occorre a Napoli è sviluppare non già la grande industria,' ma la piccola industria. Ed è strano che sono sopra tutto molto grandi industriali ·del Nord. che ragio• nano in tal guisa. Se non si trattasse di un dono _che affermano di fare, ma di una compravendita, come i giuristi dicono, si potrebbe affermare che la bestia messa in vendita lta gravi vizi redi- . rebbe nulla di strano, anzi sarebbe molto conveniente far sorgere anche a Napoli una grande acciajeria: Faffermazione parve quasi paradossale, e appunto per ciò io ho voluto ripeterla alla Commissione reale per l'incremento di Napoli, nella speranza che essa almeno abbia tali elementi da persuadermi del mio errore e che non voglia volontariamente o per compiacenza, omettere la trattazione di un argomento così importante. bitori. · ' Lo tato non deve ostacolare piuttosto l' una forma industriale che l'altra: deve coordinare le forze esistenti. ·che si _avvantaggi, per esempio, della forza motrice· a buon mercato più la grande che la piccola industria, io non credo; ma è del pari eyidente che una zona doganale franca e le esenzioni speciali di imposte non possono riguardare la piccola industria, tanto meno la industria domiciliare. Nella determinazione delle tariffe per la forza motrice non bisogna certo trascurare i bisogni della piccola industria; ma è ridicolo guardare quasi con diiDdenza il sorgere della gran- (le industria. Anzi bisogna affermare esplicitamente che a Napoli, nelle condizioni presenti, è sopratut_to la grande industria che occorre. La piccola industria è in certa guisa sussidiaria della grande al la cui ombra sorge e di cui quasi sempre vive. Una grande acciajeria, un grande cotonificio, una grande casa di prodotti chimici, danno luogo spesso a una serie di piccole industrie sussidarie. Ma ciò elle più giova a Napoli i>; la gr,mde industria: essa sola forma la maestranza abile, determina lo spirito industriale, acuisce le attività;. " non è una necessi.tà economica, è sopra tutto una necessità didattica. Si può anzi dire che la piccola industria non ~i svilupperà, non sarà gagliarda, se non quando la grande l'avrà penetrata del suo spirito vitale. Ciò che nuoce più a Napoli ora non è mancanza di desiderio di lavoro delle classi operaie, non è nè meno mancanza di una relativa abilità; è la deficenza di ogni organizzazione commerciale e industriale; è la nessuna abilità nel produrre in condizioni vantaggios~ e sopra tutto nell'organizzare la vendita dei prodotti. Le deficienze attuali non saranno colmate che dalla grande industria. Se la piccola industria potrà rifiorire pe.r effetto · della forza motrice a buon mercato, è sopra tutto la grancle cl1e bisogna avere in mente: La grande industria non. ucciderà la piccola, rpa la s vilupperà. La intrapresa di Terni è stata dal liberismo italiano considerata come una delle conseguenze peggi0ri delle follie doganali. Ogni volta che si vuol parlare anche adesso di una industria sorta col danno dei consumatori si parla di Terni. Io non ::,ono di questa opinione e poichè i fatti valgono più delle ipotesi preferisco ragionare~su di essi.(1) Per caso sono riescito ad avere nelle mani una pu_bblicazione molto riservata fatta per il Ministero della Marina e distribuita solo ai grandi azionisti di Terni. E' intitolata La verità sulla società degli alti forni, fonderie e acciajeria di Terni. Porta la data di Padova, 1902 (ti.pografia Sanavio e Rizzati). Il senatore Vincenzo Stefano Breda, estensore dell'opuscolo, non aveva alr.un interesse a esagerare i guadagni dei suoi azionisti; anzi, piuttosto, chiedendo nuove concessioni,a diminuirli. Come sorse l'acciajeria di Terni 1 La storia è raccontata nell'opuscolo citato: va però messa nella forma più semplice. Lo Stato, desiderando uno stabiÌimento siderurgico per la fabbricazione di corazze di acciajo, lamiere,. cannoni, rotaie e profilati, decise di aiutare lo svolgersi dello stabilimento di Terni, sorto già sul finire del 1883. Dopo la tariffa doganale del 1887 venne. anzi un aiuto diretto: 'lo Stato commise in varie date per 11 milioni di lavori e anticipò le somme senza interessi. (Ciò dimostra a evidenza che i capitalisti liguri e veneti non hanno nessun diritto di · (1) Su tutta la discussione relativa a questo argomento Cfr• N i t ti : Nuo0e ricerche sulle forze idrauliche dell'Italia e la loro organi;;zazione, Napoli, 1903, cap. XVII. Secondo calcoli recenti, mentre al di sopra di 500 HP il costo del cavallo vapore prodotto da macchine termiche non è che di poco più grande di quello del cavallo elettrico, nei minori ,impianti la differenza è enorme. Per 1 motore di un cavallo la differenza è di 850 lire all'anno per 3300 ore di lavoro, è di 380 per un motore di 3 cavalli, è di 150 per un motore di 8, è di 80 per un motore di 15, di 70 per un motore di 25, di 60 per un motore di 40, ecc. Abbiamo già detto che a Milano e a Torino le società per il trasporto di gnergia elettrica hanno il ~iù largo consumo fra utenti di 2, di 3, di 5 cavalli. Accade forse piversamente all'estero i La société des forces motrices du Rhon a Lione alimenta 1941 impianti, di cui G00 di 1 cavallo o meno; 1045 tra l e 9 cavalli: 150 tra IO e 20; 91 tr:i 20 e f'>0; 33 soli per oltre 50 cavalli. La piccola industria risente tutti i vantaggi della elettricità; si può dire che ne sia vivificata.

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