258 RIVISTA PDPOLAB• DI P()LJ71CA. LBTTEM • SCIENZE SOCIAU BANCRAOMAENAACCIAIERIA 01TERNI L'accusa mossa contro il ministro Bettolo ha atto ricordare lo scandalo della Banca Romana alla Camera e fuori. Dal 20 Dicembre 1892 al Maggio 1903 sono passati oltre dieci lunghi anni, e colla intensità della vita moderna e colla speciale smemorataggine degl'italiani si capisce che si sia fatto un paragone tra due avvenimenti, che I).anno un solo punto comune: l'intenzione negli on. Colajanni e Ferri di denunziare i ladri e di epurare l'ambiente parlamentare. Ammettiamo con tutta since,rità la comunanza di questo punto perchè ci ripugna il credere, il sospettare lontanamente che lo scandalo sollevato dal rappresentante di Ravenna non abbia _altro obbiéttivo che di fare della rèclame a,d un giornale ch'è stato sull'orlo della tomba come qualche malevol.e ha sussurrato. Ma accanto alla comunanza della retta inten- , , zione t~a i promotori dei due avvenimenti stapno t delle differenze importantissime; alcnne delle q"Uali vanno rilevate perchè sono argoment~ di ·conforto ed attestano eloquentemente delle· migliorate condizioni morali del Parla-mento e del Paese. La prima differenza sta nell'indole delle prove addotte per suffragare l'accu·sa. L'on. Colajanni portò alla tribuna della Camera contro tutti gli amministratori della Banca Romana, a<..:cusneette, precise, determìnate; con indicazione di nomi, di posizione,· di cifre. La sua non era opera difficile perchè egli non aveva che da spigolare nella copia della famosa relazione Biagini, che gli era . stata consegnata dall'on. Maffeo Pantaleoni, che alla sua volta, in una al Pareto, al Mazzola e all'on. De Viti De Marco, l'aveva ricevuta dall'onorevole Wollem borg. All'on. Colajanni incombeva un obbligo solo: cercare di assicurarsi, nella misura del possibile, che la copia della relazione Biagini- corrispondeva all'originale e che egli e l'on. Pantaleoni non rimanessero vittime di una mistificazione. E se ne assicurò colla lettura del resoconto della tornata del Senato del Giugno 1891 l in cui al Senatore Alvisi, che dette la relazione Biagini all'on. Wollemborg, che_ voleva compiere nella Camera alta quel dovere che' fu poi compiuto dall'on. Colajanni nella bassa, venne imposto violentemente il silenzio dal Presidente Farini a richiesta di due ministri del tempo, che fecero intravedere a} Senato il pericolo di gravissimi danni al paese dalle minacciate rivelazioni Quale la prova addotta dall'on. Ferri contro l'on. Bettolo 1 Una coincidenza ed un assioma di sua creazione. La coincidenza è quella tra il rialzo delle azioni dell'acciaieria di Terni e l'arrivo al ministero Pelloux -dell'attuale ministro della Marina. Ora per dare .a questa concidenza il valore che ha voluto assegnargli il deputato di Ravenna bisogna non ~ònoscere la storia dell'agg·iotaggio. Può darsi benissimo che la. manovra al rialzo sia stata poggiata sulla entrata del Bettolo nel Ministero della Marina, senza che il Ministro abbia avuto la benchè menoma responsabilità e la benchè menoma partecipazione diretta o indiretta. La storia delle oscillazioni fortissime nel prezzo delle azioni della Acciaieria di Terni dal gennaio 1898al Iuglio l900pubblicata dalla Tribuna (N.0 142J,enon ismentita dal Ferri, prova a luce meridiana che con o senza Bettolo su quelle azioni dai borsisti o borsaiuoli si giuocava sfrenatamente, come si è giuocato e si giuoca sui titoli di tutte le principali società per azioni specialmente in certi momentì di frenesia borsistica pazzesca o disonesta. Il cavallo di battaglia dell'on. Ferri, perciò, è senza gamba addirittura; se ha potuto cRmminare, non correre, senza fiaccarsi il collo miseramente ciò si deve alle seguenti circostanze:· dietro al · deputato socialista c'è un partito che s'impone; la Terni ha contro di sè la pubblica opinione. prepara'ta da nn pezzo dalle critiche del Pareto e di ·a1. tri liberisti, che non possono digerire il fatto che un'industria protetta possa prosperare; gli uomini ch.'ebbero mano in 1,asta, direttamente o indirettamente, dal Brin al Breda, a torto o a ragione non furono mai ritenuti degli stinchi di santi; contro lo stesso Bettolo da più tempo nella Camera e fuori corrono voci non 1usinghiere per lui. Tutti questi elementi morali, estranei e antecedenti allo sca~dalo, hanno permesso di reggersi alla prova più umoristica che si è addotta in favore di un accusa. Rimane l'assioma. L'a.ssiom1:tè ormai noto: chi è bugiar·clo è ladro. L'on. Ferri l'ha applicato all'on. Bettolo e ai suoi difensori togliendo occasione da' alcune cose inesatte dette per demolire l'accusa. ' Brutta cosa è la bugia; noi che abbiamo il culto della verifa e della sincerità sino al fanatismo per chi mentisce non sentiamo alcuna simpatia. Ma talora la menzogna è in volontaria; tal'al tra ha per sè delle circostanze attenuanti che fanno colpo anche sugli animi più retti. Ad ogni modo tra la bugia ed il furto corre qualche distanza! Se lo assioma, - degna della scuola di antropologia criminale, che ha lormulato tante teggi antroposociologic.:he, elle fanno ridere i polli, - dovesse essere preso sul serio, ·probabilmente nel P_arlamento e nel paese non rimarrebbe alcun individuo che non dovrebbe essere proclamato ladro! E il peggio è questo:. che l'on. Ferri sarebbe il ladro più temibile, perchè La Tribuna e altri giormdi gli hanno provato che egli ha detto parecchie cose non vere anche in questa occasione. Abbia-mo osservato che tra la denunzia degli scandali della Banca Romana e quella degli scan- ~ali Bettolo-Terni c'era qualche differenza che conforta va. Eccola. Il 20 Dicembre 1892 quasi tutta la Camera si scagliò più o meno violentemente contro l'on. Colajanni1 abbandonato 1;\,ncnedalla grande maggio-
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