Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 10 - 31 maggio 1903

... RiVISTA POPOLARE jjj POLITICA. LETTERE à SéìkNiB SOCI~LJ 271 ogni settimana. La situazione è stata sensibilmente migliorata dopo che i padroni hanno ottenuto, quattro anni or sono, eh' e:-;sine facessero 43, e l'industria oggi prospera. Con una convenzione del mese di agosto 1902 l'atta col Sindacato, g1'az~c anche al migliore macchinario. la produzione arri va a ~O casse per uomo e il prezzo di vendita va abbassandosi. È inriegabile r,he questa industria ha traversato una crisi, alcuni anni or sono. Quali ne erano state le cause? Qui lasciamo la parola al colonnello Jones : « Questo stato di crisi era dovuto a dei f'eno- « meni complessi. Da una parte gli operai erano « parzialmente responsabili delle loro debole pro- « rluzione, dall'altra, mentre che i nostri concorren_ « ti americani perferzionavano il loro macchinario, · « noi c'intestavamo a conservare delle macchine e « dei metoJi arcaici. Di più, la tariffa Dingley << agli Stati Uniti ci chiudeva i nostri shocchi « in <1uestopaese, mentre gli americani venivano « a vendere qui i loro prodotti; ma la marca « britannica era di qualità superiore e Ie nostre " piastre di latta non tardavano ad esser richieste « e a prendere il primato sul mercato : e oggi noi « siamo in una situazione fiorentissima. Le mie « relazioni con gli Unionisti sono state eccellenti, « e sono convinto che con una buona disciplina « e con de!l'intelligenza nei rapporti tra gli operai « e i padroni, tutte le industrie dovranno pro- • sperare ;,. L'ultimo esempio che noi studieremo è quello dell'industria delie porte e finestre in legno: l'attitudine nefasta delle Trade-Unions avrebbe avuto per resultato di far sparire questa industria già così fiorente in fnghil terra. Oggi le porte di fabbrica britannica costano 10 fr. 85 ; quelle della Norvegia, pronte a esser messe al posto, costano 11 fr. 85, ossia 5 fr. meno. Forse bisognerebbe cercare altrove che nella Cà Canny le ragioni di questa diminuzione. Venti anni or sono il ma~chinario era perfezionato in Inghilterra e vi era interesse a far venire dalla Norvegia il legno grezzo e quello degli oggetti fabbricati. La situazione ha cambiato, e sui confini delle foreste della Svezia e della Norvegia delle segherie mecr,aniche si sono fondate, -riducendo così al minimo le spese di trasporto e quelle di fabbricazione, perchè le caldaie sono riscaldate con dei trucioli e dei pezzi di legno, onde la sparizione di questa industria britannica: almeno è a ciò che lo attribuiscono alcuni padroni inglesi. Però sarebbe forse presumibile che vi sia una crisi industriale in Inghilterra, in questo senso doè che il suo commercio ha sofferto un abbassamento dal 1900. Nel primo semestre del 1901 le esportazioni sono state inferiori di 140.625.000 fr (1) al loro ammontare del periodo corrispondente del 1900. (1) Bisogna tener conto che souo dei dati statistici per un mezzo anno. I resultati a cui uoi arriviamo, studiando la questione pili ùa vicino, sono i. piti rassicuranti. oi crediamo piultosto a uno s1aLo di stayna.iione uall'iuùustria britannica. Soltanto sarebbe ingiusto di voler rendere le Unioni interamente responsabili di tgrnsto fatto. La, concorrenza tedesca e americana vi contribuisce in gl'an parte, e certi padroni inglesi sono lungi. d'essere immeritevoli cli rimproveei; essi non si occupano delle loro officine con abbastanza v1g1lanza, considerandole quasi esclusivamente come una sorgente di benetki, e sopratutto essi sono vissuti nell'idea che niente pottebbe intaccare la supremazia industriale e commerciale della Gran Bi.·ettagna. Fiduciosi nell'avvenire, hanno conservato un materiale antico non corrispondente al la necessità dell'ora presente mentre che i loro concorrenti si creavano un macchinario nuovo continuamente perfezionato. Essi cercano scusarsene dicendo che le Unioni si sono opposte ai miglioramenti del macchinario. È facile di risponder loro vittoriosamente con l'esempio dell'America: gli operai sono associati in Unioni potenti come quelle d'Inghilterra, ma malgrado ciò gl'industriali hanno imposto, pel comune maggior utile, un macchinario assolutamente moderno. (1) (Continua) MAURICE ALFASSA. (1) Vi sono ancora altre ragioni che non possiamo esporre qui, perchè esse ci trascinerebbero a degli sviluppi che anderel>bero al di la dei confini di questo studio. Ne tratteremo nel libro che prepariamo. STELLONCINILETTERARI XII. Dante as.sassinat,o * Elia~ Po1•tolu * Sull'onda canoI·a * '-'el'si e poesie * Il plag·io * Sulla breccia deÌI'a1•t;e * I,a com,1ni!itta d~l pane * I.a cuccagna inuninente. Dante assassinato: non saprei come intitolare con esattezza maggiore il mio primo stelloncino di questa, volta, dovendo parlare del " grande avvenimento ,, della seasvn teatrale di Londr'a, la rappresentazione al " Drury Lane ,, dello strombazzatissimo Dante di Vittoriano Sardou. Si tratta infatti d'un dramma da arema, della categoria più grossolana e volgare, concepito senza il più elementare· rispetto alla storia ed all'arte, col solo criterio e col solo scopo di colpire, di sbalordire, di tener desti col chiasso gli spettatori, e di riempire per molte e molte sere il teatro ... e la cassetta. E quindi, adulteri, aggua.ti, ferimenti, ratti, omicidt, scomuniche, travestimenti, fughe, furori, urla, tutto l'armamentario più rugginoso dei burattinai e dei cantastorie. E non basta: ad accrescere la commozione della platea, l'autore ha voluto che un complice, Xavier Lerou li tenesse ferme le vittime con la musica, la quale segue sommessa, come un commento, la recitazione dalla pri ma all'ultima scena, alzando la voce quanclo gli attori si scaldano, urlando con loro quando succede qualche massacro, insorgendo e tumultuando insieme co la folla, ma per proprio conto, quand'essa irrompe furente da dietro le quinte. E, con la musica, s'intende, la danza,.anzi il balletto, la pantomima, i costumi spettacololiìi I

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