Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 8 - 30 aprile 1903

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA. LErTERE E SCIENZE SOCIALI 4 uesto cenno sul filosofo e sullo scienziato, al desid_erio di dare integralmente la )Jagina da lui consacrata al compìto ed alla funzione della statistica di fronte al diritto penale Dopo avere ricordato che Pagan~ completa Beccaria continua: (( Questi peccati di competenza sono inevitabili e, e si riferiscono al risultamento negativo della « dottrina del respectus criniinum. Ne seguita la « procedura non potere mai scientificamente asse- « guìre il suo fine: vuol collocarsi dopo il Risor- « gi mento e per necessità rimane scolastica; ruba « le forme al Risorgimento, ma immobilmente « scolastico è il suo r,ontenuto. « Ad empiere questo difetto della procedura e << scoprire le 1ntime cause e riposte dei reati si « adoprarono le statistiche. Generoso intendimento « davvero questo delle stati-;che se fossero lavo- << rate e condotte senza presupposti, se non si ri- « ducessero spesso a incerto ammasso di cifre, e « fossero governate da r,riteri conformi alle pre- « senti necessità della scienza. Statistica lavorata « non colla sola pazienza e con la virtù del dorso, « ma con mente franca e nudrita conduce a ri- « sultamenti contrari a quei ciechi rendiconti <e che vanno attorno col nome di statistica e sono (( elenchi morti, che a rizzarsi aspettano il soffio « della mente. « Empiono veramente le statistiche il vuoto « delle procedura 1 Non possono empirlo secondo « il fine della procedura, ma l' empiono davvero « secondo· un fine più filosofico e sociale. La pro- « cedura ormeggia e investiga la causa dei reati I « entro la malignità individuale; la statistica la • cerca e trova entro l'organismo sociale: la pro- « cedura è empirica, dimora.nell'orbita delle cause « immediate e apparenti e non esce dall'individuo; ,, la statistica generaleggiando sale dalle cause ap- « parenti e immediate alle originarie e vere. La « procedura formula l'accusa dell'autorità contro e gl' imputati; la statistica accm;a gli accusatori. « La procedura determina il vuoto scavato dal reo; « la statistica accusa il vuoto delle Leggi. La pro- « cedura denunzia i malfattori allo Stato; la stae tistica denunzia lo St,1,.toe i codici alla Bocietà. « La statisti,~a è vindice dei condannati, ma è di- « fesa postuma. « Dove giungo.no le induzioni statistiche e quale « verità nascondesi dietro quelle piramidi di cifre 1 « A· mettere insieme un numero di fatti e una « successione di numeri non è richiesta nè pro- • fondità di osservazione nè larghezza d'intelletto: « è fatica mulesca se dietro i fatti e le cifre pa « zientemente ricercate non vede la forza male- • fica produttiva di tutta quella successione. Un « fatto non ripetesi più e più volte senza la per- « manenza d'una causa comune; la quale non <e deve cercarsi nell'arbitrio individuale s'ella è « comune, ma in una necessità superiore. I con- « tenti e paghi e securi non delinquono: la causa « comune è quella dunque che fa molti infelici, e e parte dalle leggi che fa molti non paghi e « mal sicuri. Questi non avendo soccorrevole « la giustizia sociale, se la pigliano come pos- « sono, con forza o frode: ecco son rei. En- « trJ.vi l arbitrio individuale, in quanto i fatti « sono singoli; entravi ancora la complicità delle « Leggi, in quanto i fatti sono ripetuti e formano " la cifra della statistica rinfacciata allo Stato. « Questa complicità ·delle leggi~ appunto la ve- « rità nascosta dietro· le piramidi numeriche, in « cima alle quali la statistica pone sempre questa « induzione: Le cifre più piene di reati corri- « spandono sernpre al 1naggior vuoto delle Leggi, « e dove più di/ etti va è la ragion civile, più alJc, boncla l'attività criniinoso.. E' così la statistica « con documenti di cifre suggella questa grande « verità etica: Il diritto civile e il penale procd- « dono idealmente e storicamente in ragione in- « rersa e direi non secondo i quadrati delle di- « stanze nello spazio, ma se1;ondo i quadrati del « tempo nella storia. Dove più 1·istretta e oligar- « chica è la ragion civile, più abùonda la ferocia « penale, come ove allargasi la -ragion civile, più « uniti e stretti {annosi i Codici penali. » - Ricordo infine che Giovanni Bovio era un forte matematico e conosceva profondamente tutta l'arte, la letteratura e la scienza del Rinascirnento di cui parlava e seri veva con entusiasmo. * * * Sarò più breve nel dire del politico, come scrittore e come uomo di azione. Lo scrittore è noto sopratutto per le varie edi~ zioni di Uomini e Te1npi e per non poche pagine del Saggio critico del di'V'itto penale; ma sono numerosissimi gli articoli nelle riviste e nei giornali, i suoi discorsi alla Camera dei Deputati, nelJa Università, nei Comizi. Si può ançhe aggiungere elle non c'è scritto o discorso suo scientifico o letterario in cui non entri la politica; e ciò più che per la passione diremo così volgare che domina tanti uomini, per la larga e stupenda concezione· che egli aveva della scienza e dell'arte, che consi<lerava indissociabili dalla politica altamente jntesa: tutte e tre integrantesi reciprocamente costituivano la vita sociale nei mezzi e nel fine; al concetto di libertà e di repubblica, infatti, egli perveniva più che per ragioni sentimentali o per sopravvivenze quarantottesche, per forza di ragionamenti e di esperienza sociale. Amava sopratutto la libertà e ·la repubblica, come prodotto della scienza e della storia, e solo atte ed assicurare il benessere e il progresso sociale. Lo scrittore politico fu sempre ammirato per la serenità grande, per la· equanimità, cui non venne mai meno, e che i suoi giu~izii, anche severi erano resi accetti pure a ·coloro che ne erano colpiti. Oggi, dopo circa cinque lustri, ad esempio, si rileggono con diletto e con profitto [!omini e Tempi, in cui prova come la ,conoscenza degli uomini e delle cose possa rendere profeti :non sbugiardati dai fatti. E profeta egli fu pronunziando con prec1s10ne matematica l'àvvento del trasformismo e il suo * . r

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