. -, 202 RlVlSTA POFOLARE DI POLITICA. LEITEliE E -Se-IENZE SOCl.~LJ Un suo scritto: Il Dir·itto pubblico e le razze umane, in r,ui in nome della scienza affermava che le nazioni. civili pos~ono e devono portare ai bar""'\ bari la ci viltà venne interpetrato. come approva.! zione della politica coloniale e provocò polemiche tra i repubblicani ed una risposta vigorosa· di Arcangelo Gllisleri, che fu da me ribqdita nella P.ò.:. litica coloniale. · Negli ultimi anni, per combattere le teorie di Lombroso, pubblicò Il Genio, ch'era atteso come un lavoro scientifico, ma che riuscì opera d'arte. Il suo Naturalismo,· ~he egli contrapponeva al1' idealismo di He,~el e al Panteismo di alt~i filosofi - benchè il suo sistema non -respingesse interamente nè l'uno nè l'altro - derivò da Pi.:.. tagora e da Bruno; aveva perciò impronta sèhiettamente italiana. Lo noto perchè molti lo rilevano pur accordando alla cosa uno scarso valore, percltè la marca di fabbrica nazionale nella scienza .non toglie, nè accresce merito, Ciò che fosse veramente questo suo Naturalismo bisognava saperlo dalla sua opera rimasta incompiuta; ma a coloro che dai pochi fragmenti pubblicati parlano della sua nebulosità, della s:ua oscurità sarà bene ricordare rlie l'argomento trattato in sè stesso è o~curo e nebuloso. ·Vorrei sapere chi ne capisce troppo dell'i cosciente di Hartman n, della 'Volontà di .schopenhauer, dell'inconoscibile di Spencer. Ed Hegel? Si narra che tra i sùoi più ardenti discerioli non se ne trovarono due che lo interpetras- , sero in ugual modo e non un solo elle lo comprendesse interamente! Ciò non ostante Hegel passa per uno dei più grandi filosofi.· Un filosofo eminente, il Tarozzi, allo annunzio della su:t morte, alludendo per lo appunto allo inane tentati,·o di meno.mare la fama di Gi1wanni Bovio, scriveva testè s?-viamente: - I • « Giovanni Bovio trionfò, durante la sua vita, di due opposte ingiu·stizie che avrebbero potuto feri're meno 3alda temrra di quel la che egli ebbe,· intaccare meno ginsta fama di quella che egli a sè intorno rlifl'use; l'una fu l'ingiustizia del pedantismo ufficiale accademico che volle negargli il valore e il contenuto di filosofo vero e dar~li taccia di rètore; l'altra fu l'ingiustizia del gior- ·nalismo friyolo mondano che lo dileggiò come nebultiso e,t o:scuro, come solitario creatore <li formale incomprensibili. Egli vinse l'una e l'altra colla sola forza della verità e ·della fe<le in sè stesso; vinse la prima perchè il suo pensiero si costruì con forte architettura e appal've rispondente ai più profondi bisogni del tempo, e l'acca- ·demia dovette onorarlo; vinse la seconda, perchè la sua penna e la sua parola trovarono la via del• l'anima popolare, e dal popolo fu amato con venerazione consapevole. E ciò avvenne anche perchè l'ingegno suo ebbe il pregio di esprimersi in manifestazioni secondarie, e parallele all'ossatura principale del suo pensiero· sistematico, dal quale· però non discordavano; la frase veramente ispirata di una sua epigrafe, l'el-oquenza caratteristica, ~ ~. < severa e pur_ profondamente soave, òe' suoi personaggi dramatici, giungevano all'anima del pubblico; e questo "omp.r~ndeva come raccolto in una ~onclusione di sentì.rriento, il pensiè'ro che il filo- ~ofo aveva elaborato. » Rinunziando ad intrattenermi del suo sistema, mi piace rammentar<: elle nei suoi libri ci .sono Yedute su· alcuni punti tra i ·più controversi nei quali è impressa tutta la grandezza del suo pensiero. Co:,Ì per dare_ qrn_tlc~leesempio, si _trove~ ranno sempre vigol'Ose e splend iJe ·le pagipe consacrate alla famiglia e alla proprietJ privata dal punto di vista giuridico; rimarranno e saranno ammirate, per la genialità del I a forma e per l'~cu · tezza del contenuto, le altre consacrate alla inver - sione della formula· maltt1 ··iana - è la niise~ia che genera le due progres.;;iòni maltusiane e non le dtie progression_i c_hegéqerano la ,miseria - ; inversione dm interpetrai · diversamente v0enendo con lui a cortese polemica· nella 1a Edizione del • • ' ' 1 mio socialisnio. · Il Saggio criticp dPl piritto 'peJì°ale poi 'rimane come un vero gioiello, .che sarà sempre ammirato da quanti vorranno trattare del diritto di punire, della commisurazione tra il delitto e la pena e della proporzi<llle delle pene. Non posso, p_ur?,v'endone ardentissimo il desiderio, ·notare tutti i punti che sono degnissimi di essere rilev,ati; dovrei riprodurne almeno una metà! Ma voglio solté!,nto invitare. gli ammiratori e i detrattori di Giovanni Bovio a leggere le pagine magnifiche consacrate al principio di finalità e alla illustrazione del principio di Maccbiavelli: il fine giustifica i mezzi; e alla parte che hanno.la natura e la società nel1a consumazione del delitto. « I due grandi complici vanno impuniti, osserva Giovanni Bovio; il delin·.:. quente - il meno r8spon~abile - paga per tutti». Questo aureo l'ibrio,_;inofrimane la critica iJÌÙ inesorabile della repressione e dei Codici pe-· nali, la dimostrazione più brillante delle loro inutilità sino a tanto che ·rimang, 1no immu;tate · le cause che generano i delitti e la dimostrazione · della ne'cessità della prevenzione sociale che ~i deve esplicare colle riforme politiche· e· sociali. Nel Saggio· Critico precede di due anni' Giuseppe Ferrar i, che nei Per·iocli politici ·ra il tentativo ardito di sottoporre al calcofo la: storia e i fatti, u- . . ' mani; e precede di parecchi anni nei punti principali la scuola di diritto penale po,iti vo elle, con· quel la disonestà scientifica che caratterizza alcuni suoi caporioni, finge d'ignorare l'esistenza· di Bovio e del suo Saggio sino a quando nel J889 nella mia Socioloqia Criminale non la richiamai ' .. al dovere di rammentarsene., Ed è davvero doloroso che ne1le poche linee consacrat~ a lui da uno dei più autorevoli rappre'. sentanti della. stessa ~cuola non si sia fatto alcun cenno di tale benemerenza scientifica del Bovio. Dissi che non potevo in questa piccola Rivista riprodurre gran parte del Saggio Critico per far lo tene apprezz~re 1• ina non :;;o re.sistet'L', nel d1iudere
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==