• • RIVISTA POPOLARE I>1 POLITICA.· LETTERE E SCIENZE SOCIALI 201 GIOVANNI BOVJO- · LO SCIENZIATO,IL POLITICO,L'ORATORE L'ARTISTA, L'UOMO "Nella primavera del 1868. quanrlo era più ar dente •là febbre della cospirazione, ravvivata dalla catastrofe di Mentana, :Edoardo Pantano, per incarico di· Giuseppe Mazzini, percorse le riroviricie meridfonal i per r,t vvi v_:.trvi o suscitarvi la fèùe repubblicana, per riannodare antiche relazionj, per apprezzare de visu, se e· quanto potevasi contare sul loro concorsò in un probabile tentati~o rivoI uzionario. Ritornato· irl Napoli Pantano appena mi vidè, se~za nascondermi o attenuarmi lo ·scoraggiamento ·che portava nell'animo per la grande mi$eria mo rale e politica che aveva potuto constatare, qua~i a conforto ed a compenso, col calore della parola sua, non superata che dalla energia che si_ sprigiona dai suoi occhi luccicanti, stringendomi forte il braccio, come suol fare quando il ·pensiero brillante desidera che s'imprima in chi l'ascolta da vicino, mi disse: Nel Mezzo{liorno rion ho trovato nemmeno le tracce cli un_.partito repubblicano; nia in Trani ho · conosciuto un uu1no che vate un vartito! E calcò la vor..e sulla parola: uomo, quasi a farmi intendere che qnell'o fosse l'uomo per eccellenza, è ad irì1pedire che ih me esplodesse quelt"a certa ironia ài cui mi ~èrvivo spesso per calmare i suoi entusiasmi. · Pantano~ sapendomi ·un divoratore· di libri, mi fJOse subito tra Je mani mr gTos;so volume (Il ve·rbo nove,Uo), che egli non aveva nemmeno sfogliato, e soggiunse:· Non giu,.dlcàre t'autore'·cta questo libro. Giovanni Bovio, · l' uomo · che 'Vate quanto un partito," è in(lnilam,ente superiore atle-pagi/1/! stampo,te. Per giùrficario at giusto bisogna conoscerlo; bisognà sopratutto· aver contersato con lui nella inti?nità e ne';, momenti cli espcinsionf'. Confesso·:che rimasi alquanto incredulo; e dalJa i"ettura del Verbo novello argomentai anche, cheditiì.cflmente tra me e l'' uon1.o si sarebbero stabilite relazfoni intime, perchè lo giudicai troppo di~forme dal!a ·mia indole. Poco dopo, ·usciti dalla prigionfl, dove per un anno cfrca il governo italiano ci aveva· tenùti durante il 18o9 a meditare sul le nostre sveranze repubblicane, e ritornato in Napoli, dopo \rn breve soggiorno in SiciJia, vi trovai l' uoin.o, che mi affrettai a voter conoscere personalmente. Gli fui presentato da comuni amici in quel Riposto urnido e angusto dello storico Caffè d'Italia, e che fu per molti anni una cattedra·sui generis,dalla qnale'l'uomo,ad un ristretto numero di amici in~egnava,nella forrn·a più geniaie e più seJ ucente~ tutte le cose bellè e b11orie e· i'nnumerevoli, ch'erano nella sua mente. Conoscerlo· ed amarlo e legarmi a lui aa amicizia profonda e sincera, non offuscata mai in tante svari~te vicende, fu tuttp, una cosa. Sentii il bisogno di comunicare ad Edoardo Pantano, che avevo trovato Giovanni Bovio anche superiore ali' UODl.O da lui d,elineatomi con schietto entusiasmo. ·01tre trent'anni di amicizia e Ji comunanza. di. lotte e di aspirazioni non ismentirono, ma con- . · solidarono la impressione del primo· giorno. * * * Ora egli non è pm; ed a me non resta che il compito doloroso di dire dello sc~enziato, del politir..o, dell'oratore, deJl'artista, dell'uomo, nel modo· più sintetico e il meno peggio che pér me si possa; certo, ad ogni modo - e mi. preme farlo sapere al letfore - che· le mie parole saranno inadeguate al valore dell'a~ico, ~ all'affetto che g~i portai. A ventisei_ anni, nel 1_864; Giovanni Bovio pub blica Il verbo noveuo: sist_enia di (ìloso(ìa u,,iver- · sale in cui già si sente il ribelle innamorato di libertà. Quale la sua concezionP- .sociale si può Tilevare da questa dedica in versi intestata nel volume: A.i tribuni della libertà È sacro il verbo novello Chè i destini del vivere civile Non sono nefla polve;e del campo · Nè sulla ruota dèlla fortuna · Ma nella inerme onnipotenza del verbo. Nel Verbo no1..,ello che Bovio se non isconfessò nella· maturUà, certo non predilesse, si sentiva la influenza di HegeJ, che ~ quei tempi nella filoso-. fia e nella scie.1 1za significava innovazione ardita. Nel 1872 p·ubblic_a il Sa[Jgio critico del Diritto p1nate e clel nuoi-o fonclamento etico; nel lx7(? il Corso di scienza ·del Diritto dettato nell' Università di Napòli; seguì It sorinnàrio delta storia del Diritto; e poi ·un volume di Scritti (ìloso(ìci e politici, Lo schr?madel natitralism.o matem,àtico, cui doveva seguire Il Naturalismo in tre volumi, che era l'opera sua. cui aveva dedicato tutta la_ sua attività intellettuale e di cui discorreva sem1Jre. con passione. È ·grave· da.nno per la scienza -che sia rimasta inedita e incomµiuta; 1!1a credo che la prima parte, La fenomenologia potrà ritrovarsi completa tra i suoi manoscritti, e dobbiamo tutti augurarci che veda presto là luce. Molti dei suoi discorsi e delle sue prolusioni hanno carattere e importanza scientifica. Rir..ordo tra i primi quello. pel monumento a Giordano ]Jr-uno, per Giovan Battista, Vico, per Galilei, pe1· To1nmaso Campanella, ec.c.; tra le ser..onde: Le in"(luenze dello Stoicismo e del Cristianesimo nella legislaziune romana ; It. Diritto nella Patristica e netta Scolastica, ecc. nelle quali egli « filosofo ateo, come scrive un suo anticq discepolo, illustrò il cristianesimo con intelletto d'amore, dalla sua genesi alla costruzion~ dei p.ogmi nella Patristica - che difese contro Lonibroso - alla illustrazione dei dogmi della Scolastica, ·alla decadenza che comincia con la. protesta di Dante e segue sotto il piccone demolitore della Rinascenza.> Nella pri:- mà ritenne minore di quella del Cristianesimo l'influenza dello Stoicismo.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==