Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 8 - 30 aprile 1903

222 ' RIVISTA POPOLAllll ~.PollTlCA, LBTTERB. B SCIBNZB $0CJAU forse interpretandolo oltre l'idea d~lla P:residenza, non a1nmi::;ero che 140 opere su 963 presentate, cioè 91 pitture, 23 sculture, 17 acqueforti e disegni, .. 9 tar:5hette: sevel'ità benedetta, se i quadri e le statue potessero valutarsi con unità di· misu,ra sicure e precise, comuni a tutti, indiscusse ed indi.scutibili, oppure se almeno l'autorità: dei giurati emanasse dai. giudicandi medesimi, per elezione spontanea, e se vi fossero rappresen- • tate proporzi!malmente tutte le scuole e tutti i criteri. Così rion essendo, io mi associo viv\ssimamente alla relazione del Comitato Ordinatore, ove 'chiede che s'abbandoni ·ora·mai l'antiquato ed autQritario, e perciò duro e irritante, sistema delle giurie, per qualche cosa di più liberale e moderno, per quanto altrettanto severo; ed intà~1t0, con molti, çon tropp altri, io resto per ora persuaso, che tra, i lavori scartati rimanga molto di buono e. di superiore a buon numero degli ammessi, e a buon numero pure degl'invitati senza concorso: e çiò senza discutere affatto, anzi riconoscendo di tutto cuore, la competenza e l'integrità cosl deJla Presidenza. come della Giuria: sbagliato il criterio, la conseguenza è fatale. Nè g-iova, francamente, ·a porvi rimedio, l'ingenuo espediente di destinare una sala ai migliori fra i rifiutati: sia perchè nello stabilire chi siano poi questi migli ori, ·si tornll, daccapo arte stesse difficoltà; sia perchè nessuno dei rifiutati dovrebbe accettare questa umiliante amnistia, se'dere ufficialmente, direi quasi, sul banco degli asini, ·o almeno nel limbo degli· Amleti dell'arte, incerti del loro essere o non essere .... fra i suoi sacerdoti •riconosciuti e cresimati dall'autorità superiore. Ciò posto, è inutile ch'io ripeta ciò che dissi già varie volte per le esposizioni precedenti, a proposito dei premi, anche quest'an!10 messi a concorso, pei critici d'arte. E chi giudica, poi, dei critici stessi, che, se si mettono a giudicare gli artisti, si devon supporre non più scola-retti nè novellini? E dove se ne va la loro indipendenza, la loro libertà di parola, la loro dignità di pubblicisti, se domani saranno essi stessi, direi quasi, sotto processo? Ah, · megHo, se si ha tanto bisogno di quattrini, e tanta smania di pubblicità, andare a vender cerotti su per le fiere, , o ad esporre la donna barbuta nei. baracconi a suon di gracassa! Chieti, ,, M ,RIO P1Lo. RlV-IST AO-ELLE RIVISTE André Morfret. I resultatidell1nchlestsj ufi'Anticlericalismo e il S-.cjA!ism . Quali sono i resultati della nostra inchiesta? Quali ·sono i ·prJÙcipt che q.evoilo dettare ai socialisti la condotta da tenere nella lotta anticlericale? Anzitutto bisogna agire con una grande prudenza. Tra le nazioni vi sono· delle differenze di ambienti e di condizioni' storiche tali che le ragioni degli uni non , possono diventare le leggi degli altri. Vi sono diversi modi per condurre la lotta a,nticlericale: l'anticlericalismo non è unico. Ma in queste tattiche diverse si possono trovare dei principt generali'? Noi cercheremo, dalle risposte avute di trarre l'idea comune. Queste risposte·· si aggruppano principalmente su due punti: l" sull'attitudine del 8ocialismo ~i fronte alla Chiesa, considerata come potenza economica, po1itfica e socia.I e; 2" sull'attitudine del Socialismo di fronte alle credehze religiose e ai sentimenti persoQali degli individui. Sul prìmo punto, non ci sono divergenze possibili. Il § Y I del programma di Erfnrt, è presso a po?o identico in tutti gli altri programmi: " .Le corporaz10i, n i ecclesiasti<' he .... devono esser:e considerate come H_ società 'private, che regolino da 8è stesse i propri ,, a·,fn.ri con tutta· l' aatonomja ,, Cias<'.uno è libero di ave1·ti in.. sua. chiesa, e i suoi preti, di provvedere, al loro mantenim.ento, cume ha il suo circolo e la sua societ2t di f'oot oatl. L..o8t;at,) non deve intervenire. Tutto ciò eh~ dà alla Chiesa n'n canttere ufficiale deve spa1·ire. O ~ni sovvenzione, è un pl'ivilegio che non ha ragione- d·i esserè: L t ·separazione della Chiesa dallo Stato de.ve essere con1pleta 1 il biln.ncio dei culti deve ess~re abqlito; devono' essere soppressi gli ambasciatori pressò _l.a. Santa Sede, g·li elemosinie_ri militari e • quelli degli istituti d'istruzio~e. dgìii funzione straniera. al suo fine,. ogni servizio pubblico deve esserle tolto, come lo stato civile di cui è incaricata in Danimarca, o le pompe funebri che esercita in Francia. Per le Congregazioni si pone· il difficile problema del diritto di associazione. ::,i dev c1 estendere ad- esse la libertà di a;:;sociazione che rivendichiamo per noi, oppure si deve tendere ad una legislazione· eccezionale? In Germania si è per la prima soluzione, in Francia per la seconda. · Sul secondo punto, e cioè sull'atteggiamento .del socialismo di fronte alle credenze relJg·iose nascono le pit'.1ardenti controversie. Tutto il problema sta _nel sapere qual'è il fine essenziale che si· propone' il sòcialismo . .Non si può esita.re a risponde:i;e :· e l'emancipa• zione del proletariato, e per essa., dice Vandervelde, intendiamo la sua emancipazione integrale, l'abolizione di tutte le servitù che gravano su lui tanto -nell'ordine spirituale che nel temporale. · .òfa a meno di abbandonare la preda per l'ombra, di sacrificare la sostanza alla forma, il principio a11' accessorio, i socialisti devono lottare anzitutto contro la dominazione capitalista: . . Il principio socialista che la religione è cosa privata, non ci obbliga alla neutralità e all'astensione assoluta nelle questioni religiose, altro che in q ùel che riguarqa. la convinzione intima della coscienza ...I socialh;ti possono affiliarsi ai gruppi del Libero Pensiero, ma il Partito, come Partito, non lo può, altrimenti si stabilirebbe in modo perentorio che vi è divorzio . assoluto tra le credenze religiose e l' idee socialiste. E- facile dire, come scrivono tutti i giorni i liberi pensatori, che il Cristianesimo è una dottrina di rassegnazione, mentre il Socialismo vuole emancipare gli ·uomini, ma non si può rifiutare la q ùalità di socialisti,· ad uomini che, cristiani. ferventi e praticanti, sono milioni nelle no - strn file. . L'anticlericalismo che s'impone ai socia.listi è tutto differente dall'anticlericalismo borghese . .L'anticlericalismo borghese è quella lotta ·coreografica alla quale si - dedicano i libera.li e radicali di tntte le gradazioni, avendo cura di non daré· nessun _colpo-decisivo. Sono attacchi odlosi e vani pei quali si eccitano nei contadini delle facili collere per meglio deviarli dagli interessi propri. quella religione imbecille che pretende combattere il Cattolicismo prnndendo a prestito le sue pratiche attuali, opponendo ai battesimi i battesimi laici, ai digiuni i banchetti grassi del venerdì, e· che pubblica nei suoi congressi di Ginevra per opporla ai dogmi rivela.ti, la lista delle verità acquisite. f:,ono misure di giacobinismo per cui tutti i ministri da Ferry a Combes si sJno dati una facile vernice di liberali- · smo; è quell'anticlericaiismo inconseguente che vuole disperdere per alcuni gio_rni i prè.ti, ma che si guarda bene di toccàre il bilancio dei culti e di rompere il Concordato; è· quell'anticlericalismo di cui viveva la. borghesia volterriana di Luigi Filippo, di cui viveva sotto l'Impero il giornale Le Siecle, di cui vive la Borghesia dopo Gambetta, e di cui vivrà finchè il Socialismo, che solo fa realmente l'anticlericalismo, sarà tanto forte da dettar legge. L'anticlericalismo dei socia.listi non ha niente a che fare con quello dei borghesi. Soltanto il Socialismo si mette sul terreno su cui la Chiesa può essere colpita, e. soltanto così può portarle dei colpi decisiyi. La lotta contro di essa rientra nella lotta contrò il capitalismo di cui è uno. dei più po~nti sostegni. ·" Spingere il proletariato e dirigere la Stia attività " e la sua energia piuttosto contr~ i clericali che con- " tro i padroni ,, - dice Pablo Iglesias - " è il più " grande ~rrore di cui possano esser vittima coloro " che aspirano· a finirla collo sfruttamento umano ,,. Restiamo· anzitutto nella lotta economica. Mostriamo, secondo le parole di Beb~l e Monaco, " che la. demQ- " crazi.a socialista dà il suo apppggio a tutti gli op- ,, pressi. ~eco la più efficace di tutte le, propagande ,,. Ricordiamoci che il fine da raggiung·ere è ·di far per-. venire i proleta1·i alla· coscie:q.za. di classe, e che, come seri veva, F~rri " la coscienza socialista è la forza più " rivoln:1,ionaria che. si possa dare ad una creatura urna- ,. na: essa è il resulta.to di ogni opposizione contro le " forme d'oppressione ,politica, economica, religios.~ " intellettu~le ,,. (Mouve.ment So~ialiste - 15 april~). . i ! 1 ' I , r r l I l l 1 1 I

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